Sul buono della Nazionale di Mancini leggerete ovunque. Io sono un po' perplesso, ma ciò che mi perplime, dal goal di Wiltord nella finale degli Europei 2000, è l'ottimismo. La Nazionale del 2006 veniva da un'annata sciagurata per il calcio italiano, e il gruppo di Lippi, coeso, seppe inventarsi ciò che era impossibile. Ve la sognate ancora la semifinale Italia-Germania, vero? Quella dell'82, per chi se la ricorda, uguale - se non peggio. E ve la ricordate ancora Italia-Brasile, vero? Ecco. Questa Nazionale, con tutti i numeri dalla sua parte, e con Mancini che si è confermato allenatore perfetto per lei - e ditemi che Ventura e Tavecchio non sono mai esistiti -, non mi pare aver ancora fatto quel salto di livello.

Le sue contendenti al titolo europeo sono un po' in affanno: la Francia fermata dall'Ungheria, e diciamocelo, la Spagna che in un girone tutto sommato fattibile ha racimolato due pareggi, passerà, ma pare aver perso il suo smalto degli ultimi vent'anni; la Germania che sembra in un'annata di transizione e che arriverà in finale solo per la nota profezia di Lineker: "Il calcio è un gioco semplice: 22 uomini rincorrono un pallone per 90 minuti, e alla fine la Germania vince". Ma questo non ci deve esaltare. Abbiamo battuto Turchia, che si è rivelata un flop, Svizzera, abbastanza inconsistente sul terreno di gioco (e il merito è anche nostro), Galles. Mancano all'appello le big: Belgio, Francia, Inghilterra, Portogallo e Spagna, per citare soltanto quelle che nel ranking ci precedono; e poi c'è il resto della truppa.

Se dobbiamo alzare un sopracciglio, facciamolo per l'obiezione dei sei di ieri al motivo per cui non si sono inginocchiati. Chiariamoci: inginocchiarsi è un atto di coscienza, si può fare, si può non fare. Per chi scrive è un atto da fare, per mille motivi. Ma vabbè. Si sono inginocchiati in cinque della nostra Nazionale a ricordare il gesto di Kaepernick: Bernardeschi, Belotti, Emerson, Pessina e Toloi. E tutto il Galles. In sei non l'hanno fatto: Donnarumma, Bonucci, Bastoni, Jorginho, Verratti, Chiesa. A domanda pare abbiano risposto: Non avevamo capito. Ora, come detto: si può fare, si può non fare. Ma dire Non avevamo capito si discosta proprio poco dal "Prof, ho lasciato il quaderno a casa". Abbiamo bisogno di gesti di responsabilità; fosse anche un dire: Non mi interessava. Bonucci era il capitano, gli altri erano titolari o quasi. Per vincere una competizione ci vuole il cuore per correre, i piedi per tutto il resto; e ci vuole l'anima. Non dimentichiamolo.