Nel duello con Lukaku, la spunta ancora lui, Giorgio Chiellini. 37 anni e non sentirli? No, stavolta si fanno sentire, e in tutto il loro peso. Il peso dell’esperienza. Il peso delle tante battaglie. E nulla può il gigante belga che, con i suoi 93 chili, in quanto a peso non scherza. Ma contro Chiellini, ancora una volta, neanche quelli bastano.

Insuperabile. E dire che la presenza del Capitano azzurro era in forte dubbio fino all’ultimo. Chiellini si era infortunato nella gara contro la Svizzera e nelle successive due partite contro Galles e Austria lo aveva sostituito un ottimo Acerbi. Il difensore biancoceleste alla vigilia offriva sufficienti garanzie, il Mancio però non ha mai avuto dubbi: se qualcuno poteva neutralizzare Lukaku, quello era Chiellini (anche se non al 100%). E così è stato venerdì. Così era stato nei precedenti in cui i due si erano affrontati (cinque se non si considerano i pochi minuti nell’ultima Coppa Italia). I primi due incroci proprio con la maglia delle rispettive nazionali: un’amichevole del 2015 finita 3-1 per il Belgio, ma senza gol per Lukaku; e il 2-0 dell’Italia all’Europeo del 2016, con Lukaku ancora a secco. Clean sheet per Chiellini anche un anno dopo in Champions contro il Manchester United di Big Rom: vittoria Juve all’Old Trafford firmata Dybala. Fino ai due recenti scontri in Serie A. Il primo, epico. Inter-Juventus dello scorso gennaio: vittoria per 2-0 dell’Inter ma ancora a digiuno Lukaku, bloccato da un insuperabile Chiellini (il migliore dei suoi). Il secondo, Juve-Inter alla penultima di campionato: unica volta in cui Lukaku aveva trovato il gol, ma solo su calcio di rigore, incassando però la sconfitta (3-2 per la Juventus). Copione che si è ripetuto venerdì sera: per il belga, infatti, gol dal dischetto ma eliminazione dall’Europeo. Aveva ragione Mancini.

Il duello. Si sa, Lukaku spalle alla porta è devastante: si appoggia sul difensore, si pianta per terra, si fa rimbalzare addosso l’avversario, si gira e parte in velocità e a quel punto fermarlo è impossibile. Sì, ma saperlo è una cosa, non farsi superare è un’altra. L’anticipo pulito? Come detto, i chili di Lukaku sono 93, difficile spostarli. Ma allora Chiellini come ha fatto? Con il fisico, certamente. Perché è vero che Lukaku è alto 1,91, ma Chiellini con il suo 1,87 gli lascia solo 4 centimetri di vantaggio. Non a caso i duelli aerei sono finiti in parità: due duelli vinti per parte. Ma quando hai di fronte Lukaku, puntare tutto sul fisico è un rischio. E Giorgio lo sapeva. Per questo, oltre al fisico, ci ha messo il mestiere. Il numero 3 azzurro si è francobollato al gigante belga sì, ma con intelligenza: gli ha fatto sentire la sua presenza, ma non si è fatto usare come piano di appoggio. Gli è stato addosso, lo ha innervosito, lo ha portato all’errore. Soprattutto, gli ha sporcato la palla. È stata questa la chiave. Il centroboa belga non è bravo solo a scattare in profondità, ma a trovare, spalle alla porta, il passaggio vincente per il compagno smarcato. In Italia-Belgio Lukaku ha totalizzato solo il 57% di passaggi riusciti. Percentuale non da Big Rom. E il merito è di Giorgio Chiellini. Ma si sa, neanche i migliori vincono da soli. Così quando Chiellini non ci è arrivato, ci ha messo il piede Bonucci, la manona Donnarumma e la coscia Spinazzola.

Chiara Saccone