Sono partito un giorno per il fronte, per difendere il nostro Regno d'Italia inseme a tanti altri militari italiani, ma con noi c'erano anche i nostri Alleati dalla; Gran Bretagna, Francia, Serbia e Impero Russo, Grecia, il Portogallo, la Romania e gli Stati Uniti. Combattemmo contro gli Imperi di Germania Austria-Ungheria per difendere la loro invasione. Ci posizionammo sulle Alpi Orientali. Combattemmo giorno e notte senza tregua, poi ricordo che fui colpito, e di colpo mi trovai davanti al mio corpo esanime, ma non capii subito quel che era successo. Continuai a nascondermi, ma ogni volta che tentavo di raccogliere un'arma, non riuscivo a prenderla, la trapassavo. Mi avvicinavo ai miei compagni ma loro non mi sentivano, e anche a loro non riuscivo a toccarli. Il tempo passava e così tornai dove mi avevano colpito, era pieno di corpi in terra, riconobbi tanti dei miei colleghi e amici di careggiata, ma se tra i tanti riuscivo a riconocere i loro volti, quando uno di loro mi disse "Siamo stati colpiti a morte!", trova il tuo corpo, ma tra i tanti in terra nessuno aveva la mia faccia, anzi ne ho trovato uno addirittura senza volto. Non sapevo d'overa finito il mio corpo, ma sentivo che qualcosa mi attraeva e non era certamente una cosa terrena. Vedevo una grande luce che passava dal cielo e mi colpiva dritto in volto quando forte era, forse erano il sole che passava il fumo dei cannoni, forse erano fulmini che segnalavano che stava arrivando la pioggia. Pensai che sarebbe stato meglio togliersi di mezzo e trovare una posizione dove potevo stare. Intanto i colpi di fucile, e dei cannoni rimbombavano sempre più forte, e alcuni mi passavano vicino, uno mi aveva addirittura colpito, ma non sentii nulla. I giorni passarono, gli anni anche, e la Guerra finì in un giorno di Novembre del 1918. Chi era sopravvissuto festeggiò la difesa del territorio, altri in pessime condizioni furono portati via, mentre in terra c'erano più di un milione di corpi, almeno così qualche giorno dopo fù la stima delle persone mancanti, tra loro anche 11 corpi che ridotti proprio male non ebbero nemmeno un riconoscimento e furono chiamati 'Senza Nome', anche se io gridavo a piena voce "Io sono....", non sono un senza nome. Così quando i corpi riconosciuti furono riportati alle loro famiglie, rimasero quei 11 corpi che non riuscirono a riportare alle proprie famiglie e tra quelli c'ero anche io, perchè volevo andare via da quel posto, ma sembrava che c'era qualcosa che mi teneva là, anzi alla fine capii che uno di quelli ero proprio io. Così quando i nostri corpi furono trasportati nella Basilica di Aquileia. Ascoltai tutto il discorso che si fece, si pensava fortemente di portare i nostri corpi al cimitero degli Eroi dietro l'abside della basilica di Aquileia. Ma prima che i corpi furono sepolti, arrivò nella Basilica la mamma di uno dei dispersi, la signora Maria Bergamas, questo era il suo nome, che decise di scegliere una delle bare, si fermò alla seconda tanto forte il dolore, dove pose il suo scialle e gridò forte il nome di suo figlio Antonio, e quel corpo sarebbe divenuto il 'Milite Ignoto' scelto per ricordare tutti i caduti della Guerra. Si disse che fù scelta  in rappresentanza di tutte le donne italiane, mamme e spose di soldati dispersi nella Guerra. La scelta cadde su quel corpo che sentivo attirarmi. Così i corpi rimasero per un anno nella Basilica di Aquileia, e nel 1921, il mio corpo, certo quello che ne era rimasto, venne messo in una bara e trasportato da Aquileia a Roma, dove riconobbi la mia famiglia, e tentavo di chiamarli ma loro non mi sentivano, erano avvolti nel pianto, forse nemmeno loro sapevano che lì dentro c'era loro figlio, e così una volta che il treno si fermò, corsi da loro, ma non potevano vedermi, io non c'ero più.
Nello stesso giorno, il 4 novembre 1921 i miei resti furono tumulati e messi in una cassetta e chiusi dentro l'atare della Patria. Ora i miei resti sono sorvegliati giorno e notte da due guardie militari, ed io sono in pace, perchè quel giorno stesso in cui il mio corpo è stato sepolto, mi sono sentito libero di tornare dal padre celeste, senza dimenticare chi ero e che ancora oggi griderei a gran voce "Io sono....!", ma tanto nessuno mi sentirà e resterò per sempre il Milite Ignoto.