Io “penso positivo” cantava Lorenzo Cherubini in arte Jovanotti nel lontano 1993. In tema di covid19 la parola “positivo ” fa venire brutti pensieri, anche il calcio continua ad essere falcidiato, un nemico invisibile e a tratti inarrestabile che continua la sua corsa. Eppure tutti dobbiamo essere positivi e attenerci, nel nostro piccolo, alle regole per evitare una catastrofe e soprattutto un nuovo lockdown che sembra davvero essere alle porte, dato l’elevato numero di contagi che quotidianamente continua a salire. Tutti dobbiamo remare dalla stessa parte per evitare un nuovo lockdown che stavolta metterebbe la parola fine a tutti i settori dell’economia italiana. Si continua a ripetere che il calcio sia un industria e che come tale debba essere tutelata e trattata come le altre: bene, sono d’accordo, il calcio non è soltanto rappresentato dai calciatori e dalle squadre di calcio ma nel “backstage” esiste un indotto che permette a milioni di persone e famiglie di lavorare e portare la “pagnotta” a casa.

Sento dire tra i tifosi che questo campionato non doveva nemmeno cominciare o che comunque visto l’elevato numero di contagi, soprattutto tra i calciatori stessi, debba essere fermato. Come detto precedentemente il calcio non può essere fermato è un industria in cui lavorano migliaia di persone si pensi a giornalisti, magazzinieri, fisioterapisti, medici, assistenti, fotografi, dirigenti e chi più ne ha più ne metta, tutte persone che, soprattutto, nelle categorie inferiori hanno degli stipendi del tutto rispettabili e che un nuovo lockdown porterebbe loro e molte squadre al collasso totale. Si pensi soprattutto alle squadre di lega pro o ai dilettanti che sopravvivono con pochissime risorse e che devono fare anche a meno dei tifosi che già in tempi pre-covid erano di un numero ristretto. Lo stop al calcio non è più ipotizzabile, ci sono delle misure e dei regolamenti che, sicuramente, possono essere migliorati ma che devono essere rispettati. A proposito di rispetto delle regole, non voglio dilungarmi sulla questione Juventus – Napoli ma due parole vanno spese.
Molto probabilmente verrà deciso il rinvio della partita con un solo punto di penalità al Napoli e tanti baci e abbracci al caro “protocollo” che è stato fissato dalla lega insieme al cts. Il Napoli così facendo creerà un precedente che permetterà ad ogni singola squadra, con almeno un contagiato, di fare pressione alle proprie Asl di competenza affinchè venga rinviata la partita in programma. Il mio buon senso mi porta a pensare che questo non accadrà e che la lega di concerto con il cts e le asl di competenza troveranno un compromesso per rivedere i protocolli e renderli legittimi per tutte le squadre che avranno dei contagiati al suo interno perché se così non fosse non ha senso continuare un campionato che già risulta falsato in partenza.

Mi rendo conto che i problemi sono tanti e che dei protocolli non siano sufficienti per poterli risolvere ma rimango dell’avviso che le regole debbano essere seguite e che tutte le squadre, di tutti i campionati, devono rispettarle. Da tifoso sinceramente mi è dispiaciuto non poter vedere la partita domenica andare in scena, al di là del tre a zero a tavolino, asl o no asl, le sceneggiate di De Laurentiis ecc., avrei voluto vedere la mia squadra del cuore scendere in campo (anche se lo ha fatto) e giocarsi la partita. I presupposti c’erano tutti per vedere un bellissimo spettacolo, il Napoli è una squadra tosta e solida che aveva tutte le carte in regola per poter battere una Juve che ancora è più di un cantiere aperto. Quindi per questo trovo assurdo e non voglio credere nemmeno ad un secondo che il Napoli abbia fatto pressione all’Asl locale per non partire verso la trasferta di Torino perché altrimenti sarebbero dei matti.

Chiusa la parentesi, doverosa, su Juventus Napoli voglio tornare a “pensare” positivo e cominciare a rivedere gli stadi pieni con l’urlo dei tifosi al gol del proprio beniamino o a i fischi assordanti quando l’arbitro prende delle decisioni infelici, voglio pensare positivo affinchè il campionato venga portato a termine con il calcio giocato e non con la politica dei burocrati del pallone. Il calcio è passione e allo stesso tempo spettacolo se ci impediscono di vederlo allora non ha più senso continuare, anche perché noi tifosi investiamo parte del nostro tempo e delle nostre risorse finanziarie per poter assistere allo “spettacolo” calcio con tanto di abbonamenti a pay tv e quant’altro e quindi siamo assolutamente nella posizione di poter dire la nostra e di essere ascoltati perché senza la gente non esisterebbe “l’industria” calcio. Farebbero bene a capirlo certi personaggi che credono di poter abusare del proprio ruolo all’interno delle istituzioni del mondo del calcio, se non si rema tutti dalla stessa parte non andremo lontani. In questo momento l’unica fonte di guadagno delle squadre sono i diritti tv non potendo contare sugli introiti dei propri stadi quindi l’appello che mi sento di fare e di non far spegnere quella passione che ancora tiene in piedi il sistema calcio. E’ solo la passione e l’amore per questo sport che fa avvicinare la gente e i tifosi al calcio ma ripeto “penso positivo” e sono sicuro che a tutto questo una soluzione verrà trovata nel più breve tempo possibile, intanto godiamoci la nostra bellissima nazionale in attesa della ripresa della serie A e come dice il buon vecchio Jovanotti "pensiamo tutti positivo".