Amici, mi è venuto in aiuto un artista italiano bravissimo, Giorgio Gaber.
Quelli della mia generazione, probabilmente avranno già sorriso leggendo il titolo, mentre per i più giovani, segnalo che è stato un bravissimo cantante, attore e regista, che negli anni settanta ha saputo affrontare argomenti di politica, generalmente trascurati dal mondo dello spettacolo, con sagacia e naturalezza, proiettandolo molto più avanti di ogni altro astista, così che ascoltandolo oggi, appare attualissimo.
Il suo monologo, sdoppiandosi in due persone, entrambe che si chiamano G, è un confronto comico satirico di una bellezza eccezionale che bene si addice ai due Amministratori del Milan, Galliani e Gazidis.

Sono già passati tre anni dall'addio di Silvio e del suo simpaticissimo Amministratore Delegato, ma né Fassone né l'attuale sudafricano si sono dimostrati di essere all'altezza dell'Adriano da Monza, tanto da farlo sembrare un "gigante", seppure al cospetto di "nanetti". 
Sia chiaro, questo non significa che vengano cancellati gli sbagli degli ultimi anni, quando i confusi ingaggi a giocatori svincolati hanno procurato il lievitare dei costi di gestione, oppure quando gli unici acquisti erano giocatori del Genoa, del Presidente Preziosi, che ancora oggi rimpiange quelle giornate di calciomercato, sulle spiagge di Rimini, quando vendeva al "generoso amico", i suoi talenti, veri o presunti. Antonelli, Antolini, El Sharavy, Kucka, Bertolacci, Lapadula e sicuramente altri che non rammento.
Così come non dimentichiamo, i contratti milionari a giocatori come Zapata, Mutari e Montolivo, per citarne alcuni, per poi perdere Pasalic, Tarabat o Deulofeo, ritenuti troppo costosi, ma che avrebbero garantito un rendimento ben superiore a chi ha poi indossato la gloriosa maglia rossonera.

Caro, Ruiu, sì e vero, lo abbiamo contestato, era giusto, poichè sbagliava. Sapevamo che come noi è e sarà sempre un tifoso, gioendo per le vittorie e soffrendo per le sconfitte. Così come gli riconosciamo il merito di non aver indossato maschere, lasciando trasparire la sua passione, vera e spontanea, sufficiente perchè la tifoseria non lo ritenesse il "principale" colpevole.
Poteva fare meglio? Certamente sì. Era alla guida di una Società di Calcio, fra le Top al mondo, con un notevole vantaggio su molte rivali e non ha saputo gestire il "ridimensionamento", quando Mediaset, a causa del "nodo Mondadori", voleva e aggiungo, giustamente, ridurre le spese. La scelta poi degli allenatori ex calciatori, quanto imposta da un Presidente certamente esuberante, non potremmo mai saperlo, come Seedorf, Inzaghi e Brocchi, la fine di ogni speranza.

Specialmente il licenziamento di Sinisa Mihajlovic, che aveva portato il Milan a giocare la finale di Coppa Italia e aveva fatto esordire giovani come Donnarumma e Locatelli, per affidare la squadra a Brocchi, è stata una scelta imperdonabile. Priva di quella eleganza che dovrebbe sempre contraddistinguere chi ambisce al Top. Viceversa andava ad aggiungersi a due precedenti "pagine nere", che noi milanisti vorremmo cancellare : la notte di Marsiglia e il gol all'Atalanta di Borgonovo, in Coppa Italia, senza aver restituito il pallone messo in fallo laterale dai giocatori Bergamaschi.

In questo quadro generale, sufficientemente dettagliato, l'affetto per Galliani resta immutato, consapevole che se si è vinto tanto il merito è anche suo, ma ciò non è sufficiente per descriverlo come il "Migliore dei Dirigenti", ma talmente più bravo del secondo Signor G, da farlo sfigurare e apparire come quello descritto da Gaber. Il sudafricano Gazidis, non ha alcuna possibilità di avvicinarsi al predecessore e personalmente, più lo guardo più mi rendo conto della crescente antipatia che sta prendendo forma.

Ho raccolto in sei punti i motivi di questo mio astio.
1 - Quell'eterno sorrisetto che sfoggia. Sembra falso, ma qualora non lo fosse mi domando cosa ci sia poi da ridere. Dal giorno del suo arrivo, Novembre 2018, quando il Milan era quarto in classifica, tutto è andato male. Via Higuain, papera di Gigio contro la Samp, arbitraggi discutibili, quinti per un punto, sanzione UEFA ed esclusione dalle Coppe, fino alla storia recente, passando per gli allontanamenti di Leonardo, Gattuso e Boban, aspettando notizie su Maldini. Non mi stupisce se vedendolo solo, sulla tribuna di uno stadio San Siro, deserto a causa del Virus, nella partita persa contro il Genoa, il tifoso medio milanista non si sia posto la mia stessa domanda: "Vuoi vedere che porta anche sfortuna?".
2 - Non parla in italiano. Già parla poco, la comunicazione è pari a zero e non è ancora riuscito a spiegarci progetti e obiettivi, logico che si circondi di stranieri.
3 - Le sponsorizzazioni. Doveva essere il suo "fiore all'occhiello", aumentare le entrate. Non solo non ha aggiunto alcuna nuova azienda, ma è anche in difficoltà a rinnovare contratti già sottoscritti, dovendo ridurre gli importi.
4 - Dirigenza straniera. Se, come sembra, l'allenatore sarà tedesco e Maldini verrà allontanato, i ruoli più importanti della Società saranno tutti gestiti da stranieri, che poco conoscono il Campionato Italiano. Oltretutto poco adatti a rappresentare l'unica cosa per cui il Milan, dovrebbe attrarre investitori, la sua Storia e il Made in Italy.
5 - Giovani ed economici. E' questo il ritornello che sentiamo, indirettamente, da due anni. L'arrivo di Ralf Rangnick probabilmente ci farà vedere concretamente come verrà sviluppato. Abbassare gli ingaggi, proporre un gioco veloce e dispendioso, volendo affidarsi a giocatori giovani, può essere una soluzione. Dubito sia quella adatta ad un palcoscenico come San Siro, ma non critico a prescindere. Meglio sarebbe aumentare le entrate, rafforzare la squadra, aggiungendo al gruppo attuale, due o tre giocatori affidabili. Ma ciò implica capacità, che fino ad oggi non abbiamo mai visto.
6 - Non vedo passione. Vedo un Dirigente, freddo, confuso, incapace di interagire con i più stretti collaboratori. Zero passione, come la conoscenza della storia o della tradizione di un club, che anche con il passare del tempo, resta tra i più vincenti e importanti al mondo. Interessato solo a sistemare il bilancio, costruire lo stadio e vendere il Club, probabilmente per incassare la gratificazione economica che certamente sarà stata inserita nel già ricco contratto.

Mi sembrano motivi sufficienti per affermare che Gazidis non possa accendere il mio entusiasmo. Per amore del Milan, chiuderò occhi, naso e orecchie. Esulterò certamente per future vittorie e magari potrò dire di essermi sbagliato. Ma dubito.
G. come Galliani e Gazidis, due modi diversi di guidare il Milan, di gestire la nostra passione e le nostre emozioni.
Gaber canterebbe, Ci vorrebbe un'idea..............