Mi soffermo ad analizzare i fatti. Stiamo parlando di una partita di calcio, di sport, di allegria e divertimento.
Ritorniamo a ieri sera... avevamo una squadra da una parte, il Napoli, che si apprestava a sostenere un incontro dopo un periodo non proprio sereno, dove i risultati hanno condizionato la squadra negli ultimi tempi ed hanno reso l'ambiente carico di preoccupazione e nervosismo. Dall'altra parte arrivava una squadra, la Juventus, la squadra odiata (sarebbe bello identificarla non in tale maniera, ma la cronaca dice che vi e' solo odio e non sana rivalita' sportiva basata sul rispetto reciproco), la squadra campione in carica, la squadra da battere, la squadra che annovera inoltre due ex illustri che si adoperano per i colori bianconeri dopo esser stati parte del cuore della squadra napoletana.

Le due compagini si sono affrontate visibilmente correttamente e hanno messo tutto il loro impegno per poter aggiudicarsi la partita. Il Napoli ha avuto la meglio, il Napoli ha vinto, ha corso di più e si e' imbevuto di quella foga agonistica, di quella rabbia che incendia gli oceani e che permette di superare ogni ostacolo, che nello sport diventa linfa vitale per ogni azione e per le vittorie.

Come detto il Napoli ha vinto e la Juve ha semplicemente perso la partita.
Il Napoli e' stato più bravo, tutto qui. Ritroveremo impegnate queste squadre il prossimo fine settimana in altri incontri... e che vinca il migliore. 
Questo e' quello che dovrebbe essere, ma cosi non e' perche' purtroppo in Italia non vi e' assolutamente una cultura sportiva sia che si vinca, benche' meno se si possa verificare la sconfitta. Il vivere la sconfitta non e' una catastrofe, se un giocatore non gioca al meglio e sbaglia non e' una catastrofe, a tutto vi e', per fortuna, rimedio. Mi augurerei invece di percepire in tutto il movimento sportivo, negli addetti ai lavori e specialmente ai tifosi una visione romantica dell'approccio allo sport e ad accettare anche con serenita' una sconfitta, e magari trasformare appunto quella sconfitta come un inesorabile carburante, che alimenta la voglia di superare i limiti per poi raggiungere una magnifica vittoria.

I giocatori, l'allenatore, sono esseri umani con convinzioni, passioni, preoccupazioni. Certo che oggi il Dio denaro inficia e condiziona molti comportamenti del mondo sportivo, ma nutro una speranza concreta di vedere nuovamente lo sport per quello che allieti lo spirito ed entusiasmi tutti indistintamente. Quindi non trovo logico fomentare critiche su critiche, problematiche o chissa' quali argomenti tecnici a supporto di presunti cambiamenti, oggi c'e' bisogno di favole, magari di vedere un giovane giocatore italiano preso da una squadra piu' piccola  e dargli la possibilità di rincorrere il pallone per fare gol e non per cercare di ottenere in ingaggio piu' alto.
Ci pensereste di aver la fortuna di osservare un ragazzo dare tutto quello che e' possibile dare e alla fine avere lo stesso sguardo del leggendario Toto' Schillaci ad Italia '90 durante una partita...
Io ci credo o almeno Io lo spero.... e quel giorno la sconfitta significhera' solo rimbocchiamoci le maniche e la prossima volta faremo meglio, e tutti con il sorriso.