È tutta una strategia della società per vendere Icardi.
Icardi si è meritato questo trattamento.
Queste le due opposte prospettive circa la fascia tolta al numero 9 nerazzurro. E, come spesso succede, le due diverse opinioni hanno creato due fazioni opposte tra i tifosi dell’Inter.
Chi sostiene che la società abbia imbastito tutto questo perché ha già deciso di vendere Mauro, e chi (la maggior parte, stando a un sondaggio di Calciomercato.com) sostiene che la scelta e la rigidità della società siano la giusta risposta alle parole di Wanda Nara.

E questo popolo nerazzurro continua ad accapigliarsi, come se le due teorie non fossero conciliabili. Se pure fosse vera la prima teoria, perché l’Inter dovrebbe lasciare la fascia ad un calciatore che non ritrae le offensive dichiarazioni fatte dal suo agente/moglie? E anzi, vi dirò di più, se fosse vera la prima teoria, la vendita e il declassamento dell’ex Barcellona potrebbero avere la stessa fonte: la non completa franchezza del bomber. E sì, perché un capitano deve essere un uomo da spogliatoio e quelle frasi le ritira per il rispetto dei compagni che, praticamente, sono stati definiti scarsi.

Non credo che in un progetto nuovo e giovane come quello dell’Inter l’idea di nascere Icardi possa avere solo motivazioni economiche o tecniche. È un attaccante fortissimo che quest’anno si stava anche completando con i recuperi palla a centrocampo e delle ottime impostazioni di gioco. Non avrebbe senso per il giovane Steven Zhang decidere di far uscire dal progetto un neo-venticinquenne così forte. Non a mercato chiuso, in maniera premeditata. Ha senso se ti offrono una cifra siderale e hai già chiuso con una società, ma non è questo il caso, e lo sappiamo tutti. Allora, sempre ammessa la prima teoria, la scelta di venderlo non può essere solo tecnica.
Deve esserci altro che non va giù alla società che poi, in seguito a quelle dichiarazioni non ritrattate, non poteva esitare a prendere quella decisione. E le opposte fazioni devono capire questo senza fare una logica di aut aut.

Noi dobbiamo essere aperti, come aperta è la nostra storia, non dobbiamo vedere le cose o bianche o nere. Noi siamo nerazzurri.