Era la notte dei desideri, quella dove a Milano si respirava la voglia di calcio.
Un’atmosfera pazzesca propiziata dalle splendide coreografie delle curve, che volevano incantare i più sensibili, ma allo stesso tempo convincere i più tosti che la battaglia stava iniziando. La sera della verità era partita così e chi era allo stadio  ha percepito la sensazione che le big di Milano stanno tornando, per la storia e la tradizione. Il derby è andato all’Inter che al 92esimo minuto sfrutta un’ingenuità pazzesca di Donnarumma e va a segno con l’uomo della provvidenza e il più atteso, Mauro Icardi.  

L’Inter ha meritato ampiamente la vittoria perché a differenza degli scorsi anni, la squadra di Spalletti ha dimostrato di aver fatto quel salto di qualità che mancava da ormai troppo tempo. Per una volta la perfezione interiore di Ed Sheran nella canzone intitolata “Perfect” ha trovato la libera espressione nella mentalità dei nerazzurri. 
I tifosi interisti aspettavano proprio questo e la perfezione calcistica che si è vista in campo racchiude un cerchio perfetto, che va dalla difesa al bomber dei bomber Icardi.

DE VRIJ-SKRINIAR, VIETATO L’ACCESSO

Chi ha giocato a calcio sa bene che la costruzione di una squadra parte dalla difesa perché, come diceva il grande Max, se non hai la linea difensiva gli altri segnano e alla fine ti beffano. Non è il caso dell’Inter, che vanta una coppia di centrali da urlo, abili sia nelle palle alte che negli uni contro uno; Higuain è stato schermato più volte dal tandem difensivo nerazzurro, Suso non ha mai trovato la sua giocata preferita e Cutrone appena entrato è stato risucchiato nel vortice. L’olandese e lo slovacco meritano un 7 in pagella perché se l’Inter ha giocato nella metà campo avversaria parte del merito è anche della difesa. E se fosse entrata la girata di De Vrij sarebbe venuto giù lo stadio perché proprio nella porta che ha colorato di oro Vecino contro il Tottenham, la Curva Nord era pronta ad inchinarsi all’olandese volante.

LO SHOW DEL MATE

A pochi metri di distanza, nel cuore del prato del Meazza, si trovava Vecino. Non una gara facile per l’uruguaiano perché Biglia, dopo aver costretto alla resa Nainggolan, cercava la doppietta, ma il mate è stato più forte di tutto e tutti; giocate rapide, strappi da velocista puro e grinta agonistica estrema, quella che è necessaria quando si giocano partite in un’atmosfera del genere. E se la coppia Trevisani-Adani lo ha considerato l’uomo del destino, un motivo ci sarà. 

BORJA VALERO?

Il vecchietto a passeggio a Milano. I più scettici e antisportivi lo definiscono così, ma anche stasera, appena chiamato in causa, lo spagnolo ha risposto presente e le geometrie euclidee che l’ex Fiorentina ha dato a Perisic e Politano, sono state determinanti per far correre i giocatori del Milan. Insomma, l’esperienza e la saggezza, in un mondo di maschere come il nostro fanno sempre bene, per cercare la verità e aiutare il gruppo.

O CAPITANO MIO CAPITANO

Alla fine ci pensa sempre lui, il bomber dei bomber, Mauro Icardi. Una gara all’ombra della difesa rossonera perché Romagnoli e Musacchio cercano di limitarlo in tutti i modi. Buona la gestione della palla anche se Spalletti dovrà lavorare sulla fase di non possesso perché l’ex Sampdoria spesso e volentieri finisce per sparire dal gioco. Ma quando il pallone è in area sono guai per tutti, dal portiere al magazziniere. E oggi ci ha pensato Donnarumma ad aprire le porte a Mauro; il merito del bomber nerazzurro è quello di trovarsi nella posizione giusta al momento giusto, in quella zona perfetta per insaccare la palla in rete e per punire l’uscita a vuoto del portiere rossonero.

Insomma, in chiave scolastica l’Inter merita un 10 in pagella per come ha gestito la partita e per averci creduto fino all’ultimo perché la palla che aspetti arriva anche un secondo prima del gong. Mai mollare, come nella vita quando la dritta via sembra smarrita; le occasioni arrivano, provare per credere. 

Adesso c’è la trasferta catalana e l’Inter ha tutte le carte per giocarsela alla pari.