3 Dicembre 2017: Inter batte Chievo 5-0 e si porta al comando della classifica.

Sono passati quasi 3 mesi e l'Inter ora è a -18 dalla vetta. I tifosi giustamente sconcertati e stufi dell'ennesimo campionato di tante aspettative che puntualmente, nel momento culminante della stagione, si rivelano mere illusioni.

I motivi di questo crollo vertiginoso, la cui fine appare ancora un miraggio, sono diversi: società assente e poco chiara nella definizione di un serio progetto tecnico. Giocatori che aldilà di frasi di circostanza, si dimostrano, salvo pochissimi elementi, poco inclini al sacrificio, alla lotta e allo spirito di squadra. Un allenatore, Spalletti che fa quel che può per salvare il salvabile.

Insomma grattacapi importanti che innescano un meccanismo di tutti contro tutti che dichiarano tutto il contrario di tutto. L'emblema in questi ultimi giorni è Walter Sabatini, coordinatore area tecnica Suning, che prima si addossa tutte le colpe di una rosa poco completa, ma poi si smentisce facendo ricadere la colpa principale del momento nero proprio sulla proprietà di Nanchino.

Ruggini che, analizzando attentamente la situazione e tornando indietro negli anni, sono in realtà sempre le stesse in casa Inter. 

A inizio anni '90 Giovanni Trapattoni, dopo aver vinto lo scudetto soprannominato "dei record", manifesta all'allora presidente Ernesto Pellegrini la necessità di lavorare sulla mentalità dei giocatori, poco motivati. Risultato: Trapattoni da lì a poco lascerà l'Inter e i successi in quel decennio latiteranno per la squadra di Corso Vittorio Emanuele.

Ma veniamo agli anni 2000. Il nuovo presidente Massimo Moratti sceglie Marcello Lippi per rifondare la squadra. Dopo aver portato l'Inter ai preliminari di Champions League, il tecnico di Viareggio, in seguito ad un'umiliante sconfitta in casa della Reggina alla prima di campionato, decide di dimettersi dopo uno sfogo contro i propri giocatori che tanto ricalca il pensiero espresso più di dieci anni prima da Trapattoni.

Arriviamo così al 2010. L'Inter entra nella storia conquistando il Triplete. Il suo condottiero Josè Mourinho lascerà subito dopo il trionfo e il suo posto verrà occupato dallo spagnolo Rafael Benitez. Le sue richieste al patron Moratti sono chiare: rivoluzionare un organico che ormai, avendo vinto tutto, non è più mosso da forti motivazioni. Ma Moratti non è d'accordo. Sarà solo l'inizio di un susseguirsi di scelte sbagliate e poco chiare che porterà da lì a tre anni alla cessione prima a Thohir e poi a Zhang Jindong. 

L'Inter è in mani asiatiche, ma nonostante l'apertura al nuovo mondo resta ancora oggi imprigionata nei suoi soliti e vecchi problemi.

Lo spunto per una breve descrizione del mondo Inter è arrivato dal Festival di Sanremo appena passato. Come suggeriscono i ragazzi dello Stato Sociale quella nerazzurra è una VITA IN VACANZA.