“Amala, pazza Inter amala!”
Non occorre essere tifosi nerazzurri per conoscere questo celeberrimo pezzo dell’inno che la contraddistingue. Siamo altrettanto sicuri che qualunque persona di tifo interista faccia molta difficoltà ad amare la pazzia della sua squadra, soprattutto nell’accezione in cui ormai da tempo la formazione la ha accolta.

Riavvolgiamo un po’ il nastro e andiamo ad analizzare una situazione in casa Inter che, nonostante il proverbiale calcio d’agosto, sembra sia già d’interesse non trascurabile.
Siamo al calciomercato estivo e al botto Ronaldo in casa Juve l’Inter risponde con innesti di qualità e un’oculata scelta di nomi e ruoli per garantire a Spalletti una rosa competitiva sui tre fronti in cui si appresta a lottare. Così nella Milano nerazzurra sbarcano Lautaro Martinez, Politano, Keita, Vrsaliko, i parametri zero Asamoah e De Vrij, ma soprattutto il ninja Nainggolan direttamente dalla capitale. Sul finale del mercato pare addirittura che a chiudere una signora campagna acquisti ci sarebbe stato un centrocampista, uno tra Vidal e Modric (sì, proprio il 10 blanco). Alla fine l’uno si è accasato al Barcellona e l’altro dopo una vicenda mediatica spaventosa è rimasto nelle scuderie di Perez.
Ecco che a furor di tifo, giornalisti, allenatori da tastiera e non, l’Inter era già l’Anti-Juve designata per il campionato che a breve sarebbe iniziato.

Torniamo ai giorni nostri, sono passate già due giornate, ma se cerchiamo in classifica nei dintorni della Juventus leggiamo Napoli, leggiamo addirittura Spal… ma niente Inter. Possibile che in una settimana l’Anti-Juve sia diventata nuovamente la cara vecchia Inter?

A guardare le prestazioni parrebbe di sì. A guardare meglio ci pare di poter affermare che nonostante i nuovi acquisti il vizio della pazzia nerazzurra non si sia perso. Ricordiamo benissimo quanto la banda Spalletti (ma anche quella dei suoi predecessori) avesse preso gusto a giocare ad intermittenza, comparendo e sparendo dalle partite in modo del tutto imprevisto e casuale...

Ebbene, nuovo campionato e solito vizietto. Se la gara d’esordio ci aveva consegnato un'Inter che effettivamente nel gioco non ci era mai davvero entrata e che dalla trasferta di Reggio Emilia si era riportata a casa solo una pesante sconfitta, la seconda giornata (la prima tra le mura amiche del Meazza) aveva dato l’illusione di un cambiamento vero: primo tempo di dominio nerazzurro con buone prestazioni tecniche e tattiche e un controllo della partita dato soprattutto dal doppio vantaggio firmato Perisic De Vrij.

Ma a quanto pare in questa giornata di campionato le squadre di Milano hanno una dura avversione al proprio vantaggio per 2-0 sugli avversari, e così, se Ancelotti fa il colpaccio con il Milan andando a vincere per 3-2, Mazzarri riesce comunque in una signora rimonta su Spalletti che porta il risultato finale sul 2-2.
Ecco qui servito il pasticcio in salsa pazza Inter, un undici in pieno controllo che dopo 45 minuti di gioco quasi si dimentica di uscire dagli spogliatoi e che consegna totalmente il match ai granata.
Involuzione tecnico-tattica un po’ di tutti gli interpreti con menzione speciale per uno che spesse volte è stato il migliore in campo, Handanovic. Il portierone nerazzurro ieri sera è stato protagonista di una lettura di gioco da horror sul gol di Belotti che ha riaperto i giochi: un’uscita a vuoto clamorosa, quasi si fosse dimenticato di dover difendere i pali.

E così dopo due giornate l’Inter è ferma a quota 1 in classifica, da Anti-Juve si è auto insignita del titolo di Anti-Nessuno ed ha già tremendamente bisogno di un riscatto. La palla passa al tecnico che deve capire come disinnescare questa pazzia autolesionista della sua squadra (in caso di dubbi può chiedere al collega Gattuso che con lui condivide la Milano calcistica e anche lo stesso virus), perché i tifosi questa pazzia qui proprio non possono riuscire ad amarla.