La squadra nerazzurra nonostante sia partita con tutti i favori del pronostico, sta in parte deludendo le attese. Ci si aspettava sicuramente qualcosa di più da questo inizio. Ma i due pareggi in Champions, la sconfitta nel derby e il rocambolesco 2-2 con il Parma, hanno accesso un piccolo campanello d’allarme sullo scacchiere di Antonio Conte.

Difesa

La linea a tre del tecnico salentino è stato sempre un suo marchio di fabbrica per solidità e compattezza, i dieci goal subiti però cominciano a far vacillare questa convinzione. Il problema a mio avviso non è tanto negli uomini a disposizione: Skriniar, De Vrij, Bastoni, Kolarov, D’Ambrosio e il ritrovato Ranocchia all'occorrenza sono una difesa di tutto rispetto, ma ancora si riesce a trovare il giusto equilibrio. Sulle fasce Hakimi, Young, Perisic sono troppo offensivi, solo Darmian riesce a fare le due fasi di spinta e ripiegamento, apparso tra l'altro ieri sera fortemente in ombra. Così in fase di non possesso rimane troppo scoperta sulle corsie e quando capitano uomini in serata e dalla velocità esorbitante come accaduto con l'ivoriano si va in netta difficoltà. Anche se Conte ci ha messo del suo, lo spostamento dell'olandese De Vrij nel ruolo di centrale di destra nella linea a tre, ha fatto solo la felicità di Gervinho sfuggito in entrambi le reti. Per giocare a tre dietro ci vogliono due terzini: uno che spinga e l'altro più difensivo per una legge di compensazione che vale anche negli schemi calcistici.

Centrocampo

In più manca uno scudo che la protegga. In poche parole non c'è un regista in grado di lottare e contrastare l'avversario e far ripartire la manovra. Brozovic è adatto solo in parte non ha quelle caratteristiche richieste. In primis manca di cattiveria, quella foga agonistica che serve in fase di interdizione. Spesso e volentieri dovrebbe prendere per mano la squadra e invece quasi si nasconde, per poi tornare improvvisamente. Non dà continuità al suo rendimento nel arco dei novanta minuti. Barella e Vidal sono due mezze ali di qualità bravi in entrambe le trame di gioco, con gli inserimenti nelle corde e si integrano alla perfezione tra di loro, con il primo più di rottura rispetto al cileno. Perfetti per un centrocampo a cinque, ma la mancanza di un playmaker ha spinto il mister ad inserire un trequartista per accendere quella luce pronta ad illuminare la manovra, che dal mercato non è arrivata. Eriksen sulla carta sarebbe perfetto per sopperire a questo difetto della mediana, ma il danese sembra ormai soltanto un lontano ricordo di quello visto con la maglia degli Spurs.

Attacco

Di queste carenze soffre anche la zona avanzata. Lukaku-Lautaro è una coppia d'attacco ben assortita, che spesso però viene lasciata troppo sola in area avversaria, perché non assistita per vie centrali. In più qui il reparto sembra essere un po’ a corto di uomini. Sánchez è ormai da anni alle prese con problemi muscolari ed un attaccante di peso bisognava prenderlo. Non si può decidere di puntare su un Pinamonti ancora troppo acerbo per determinati palcoscenici e poi schierare Perisic fuori ruolo inguardabile contro gli emiliani, per fortuna salvatosi dal goal realizzato sullo scadere. In avanti c'è da fare un mea culpa un po' per tutti.

Siamo solo alle prime schermaglie ma i punti che si cominciano a perdere per strada, sopratutto in Europa, già pesano. Il mercato di gennaio, sempre se si deciderà di intervenire, è ancora troppo lontano. Ad oggi si stanno facendo solo troppe polemiche e schermaglie a partire dalla società fino all'allenatore, passando per alcuni giocatori. La stagione è ancora lunga, la rosa a disposizione nonostante le sue falle è comunque di primissimo livello, occorre andare tutti nella stessa direzione per dare al popolo nerazzurro il giusto tributo che merita. La sfida con il Real è il primo banco di prova da non fallire, tre punti per mettersi tutto alle spalle!