Mancavano pochi minuti ieri sera a San Siro per assistere ancora una volta, al triplice fischio finale del l'arbitro, a una bordata di fischi dagli spalti che avrebbe accompagnato i giocatori e Spalletti negli spogliatoi dopo un'altra sconfitta casalinga dopo quella di pochi giorni fa con il Parma.

I soliti fantasmi aleggiavano su San Siro, i malumori o brusii la rassegnazione si erano impossessati di tutto il pubblico. Erano già pronti, oltre i fischi, le polemiche gli articoli e gli slogan che volevano cacciare Spalletti. Una squadra senza gioco poca qualità mentalmente debole ecc....

Poi è bastata una magia di Icardi che firma un gol capolavoro, e tutto in un attimo cambia, basta un passaggio in profondità, un mezzo tiro in porta o un calcio d'angolo per far esplodere l'entusiasmo dello stadio, che all'improvviso si ritrova euforico come se non stesse pareggiando in casa la prima partita del girone ma fosse un pareggio che valeva una finale. E come se non bastasse arriva il gol di Vecino a scacciare del tutto ogni fantasma e far gridare San Siro come da anni non succedeva.

Tutto ciò per dire, ancora una volta, quanto sia assolutamente indubbiamente importante un risultato al confronto con tutti i problemi tecnico tattici che può avere una squadra. Se l'Inter avesse giocato benissimo tutta la partita ma l'avesse persa non ci sarebbe stato neanche lontanamente un pizzico di entusiasmo o di gioia che si è respirata ieri sera a San Siro al novantaquattresimo. Tutti i giudizi, l'amore e la passione sono stati stravolti in pochi minuti. Icardi è tornato un fenomeno e Spalletti potrà passare qualche giorno sereno. L'Inter ha vinto, ci ha messo cuore e grinta e alla fine ha vinto e questo è ciò che è contato ieri sera. Tutto il resto lo si discute alla prossima sconfitta, ma di fronte ad una vittoria non c'è discussione che tenga. Ciò che hanno provato gli interisti ieri sera al gol di Vecino non si può spiegare. Il calcio spettacolo può aspettare