In pochi anni si è passati da "viva Suning e Fozza Inda" a "#SuningOut" con un oscillare enorme fra l'uno e l'altro lato della medaglia. Io stesso mi identifico fra i tifosi delusi che fanno inquisizione all'azienda cinese riguardo al suo effettivo attaccamento alla società nerazzura, che ricordiamo, ha un passato storico e glorioso. Insomma, se è vero che i tifosi non hanno il becco di un quattrino e i soldi li deve spendere Suning, mantra su cui i sostenitori dell'azienda colosso cinese si attaccano per mettere a tacere le polemiche, è pur vero che nell'Inter i cinesi sono gli ultimi arrivati e che la tifoseria nerazzurra vanta un primato di partecipazione a livello mondiale che surclassa i restanti club di serie a. Qualche diritto di farsi sentire questo dovrebbe darlo, a parer mio.

Ma vorrei soffermarmi sul valutare i motivi scatenanti di questo evento mediatico e sociale che investe l'Inter e Suning. Partiamo dal tifoso scontento.

Tutti quanti ricordiamo i proclami di Suning, promesse gloriose e enormi in pieno stile pubblicitario: coppe scontate al 90%! Champions con garanzia di tre anni soddisfatti o rimborsati! Calciatori paghi uno prendi tre! Insomma, nonostante il precedente Thohir a insegnare cautela e l'ombra nefasta del Fair Play Finanziario (Di cui ancora non capisco effettivamente quali squadre ne rispettino i vincoli all'atto pratico, visto che anche prendendo atto degli sforzi della Roma, alla fine i paletti li ha rispettati la sola Inter e non ci ha guadagnato niente rispetto alle colleghe più furbe a livello nazionale e internazionale), l'entusiasmo è andato alle stelle e i tifosi hanno tratto le dovute conclusioni: "Questi la Fifa se la comprano, altro che FpF!", "a giugno Messi!"; non è che li butto giù così, tanto per, sono cose sentite sul serio su qualunque social, ai tempi. Poi iniziano le voci di mercato: Nainggolan, Vidal, Pastore, ora l'ultimo trend è Lautaro Martinez, che non ho mai sentito nominare prima ma che stanno già pompando mediaticamente, con soddisfazione del presidente del Racing che è pronto a far lievitare il prezzo. Vorrebbe incassare attorno ai 30 milioni, se la cifra vi ricorda precedenti come Gabriel Barbosa, rasserenatevi, potrebbe andarci peggio: vedi Kondogbia e Joao Mario. Ma per ora tralasciamo questi dettagli, concentriamoci sui nomi in generale. Tanti nomi altisonanti, ma non troppo, costosi ma non troppo e tutti accomunati da un fattore: nomi di risonanza e di difficilissima acquisizione. Guardiamo ai fatti: Nainggolan era noto voler restare alla Roma, che pur non voleva privarsene, situazione simile per Vidal, e Pastore, a cui si aggiungeva la problematica del tetto per il contratto. Inoltre ogni giocatore veniva sollevato poco dopo che un obbiettivo passato sfumava e il malcontento si faceva sentire. Badate bene, gran parte degli acquisti sono sfumati, nonostante i vari problemi, per discrepanze non troppo larghe fra le cifre di domanda e offerta. Ad ogni modo si è creata questa atmosfera surreale di "presa per i fondelli" in cui Suning si copriva le spalle con nomi su nomi, dopo essersi tirata indietro all'ultimo su situazioni alla fine identiche. Più simile ad una manovra di Marketing per preservare l'immagine a fronte di spese deludenti calcolate, così da prendere tempo con la tifoseria, piuttosto che un vero tentativo di mercato. Falsità? Quando più allenatori non riescono a comporre la rosa secondo il loro stile e si lamentano del mercato, bisogna iniziare a drizzare le orecchie. Ma allora, perchè i grandi proclami, in vista di un mercato che loro sapevano sarebbe stato al risparmio? Quest'anno non si è registrato solo uno stadio sempre pieno, nell'inter, ma anche una grande risposta ai progetti commerciali da parte di partnership e raccolta di utili. Dunque la risposta è sotto gli occhi di tutti: Suning ha creato aspettativa e speranze contando di raccogliere i frutti di questa presa di posizione. Si, avete capito bene: siamo stati usati per incrementare la credibilità e il valore del brand Inter. Non della squadra, badate: la squadra con i fallimenti ripetuti si è svalutata, ma il brand ha guadagnato notevole valore. Così noi abbiamo fatto la figura di chi entra nel supermercato leggendo l'offerta in grande solo per poi fare la spesa normalmente rendendosi conto di essere stato fregato dalla scritta in piccolo a bordo pagina. Un mestiere che Suning conosce bene. Molti tifosi forse non lo hanno consciamente compreso, ma se ne stanno rendendo conto, e la rabbia diviene d'obbligo: non verso la squadra sfruttata o verso l'allenatore scontento, ma verso la società beffarda. Ai peccati di Suning si aggiunge una comunicazione pessima, che non va al di la dei proclami. La società non si sbilancia e nemmeno la rappresentanza in italia. I comunicati di rado sono rivolti a spiegare il perchè di scelte e contraddizioni e tendono a dividersi per lo più fra negazioni standard e i soliti proclami vaghi che da rassicuranti sono divenuti una minaccia sinistra. Insomma, fra ripetuti mercati fatti tanto per salvare la faccia, con frustrazione di tifosi e allenatori (Che a questo punto avrebbero magari preferito che quei soldi fossero stati investiti su un solo giocatore ma che fosse realmente utili e di spessore) e promesse beffarde, la pazienza è finita e in molti vogliono la testa di Suning. Li capisco, anche tentando di giustificarli con la logica, lo stomaco e il cuore li vogliono fuori dai piedi, ormai.

 

Ma ci sono anche gli eterni ottimisti, magari gli stessi che fino alla fine hanno difeso Thohir, a torto, oserei dire. tuttavia hanno la loro dose di ragione. Probabilmente per motivi loro, ma Suning ha fatto cose utili, a lungo andare. Effettivamente il bilancio dell'Inter è molto migliorato, accorciando in maniera notevole il gap con la Juventus, ad esempio. Inoltre numerose accademy sono state aperte e la notorietà dell'Inter è stata rilanciata. Tutto ciò può fare comodo a Suning, che sul brand Inter intende capitalizzare il guadagno della propria azienda, ma comunque è un bene anche per la società, che a giugno potrebbe concludere gli obblighi sanatori con il FpF e tornare a condurre una "vita normale". Attualmente ci sono anche da considerare i progetti in corso per il Meazza o San Siro, che dir si voglia e per Piazza D'Armi, che se portati a termine (Un grosso SE, visti i precedenti proclami, la tendenza a scaricare la responsabilità di Suning e la presenza dei cugini del Milan, decisamente non migliori in quanto ad affidabilità), potrebbero rilanciare la squadra in ottica di prestigio europeo. Non è un impegno da poco, specie in pochi anni. Purtroppo i benefici ricevuti al momento sono inesistenti, quindi più che una valorizzazione di Suning questo funge più da "attenuante".

Quindi, qual'è la conclusione a cui il tifoso medio potrebbe arrivare? Personalmente, a conti fatti, direi di guardare con sano scetticismo e con il pugno di ferro pronto, ma con criterio, allo svolgersi di questa stagione e del mercato estivo. Questo perchè se gli obbiettivi venissero centrati, o quantomeno venisse condotto un mercato all'altezza che avvalori le scuse usate in questi anni da Suning per tirarsi indietro, il discorso cambierebbe lievemente e la "presa in giro" potrebbe essere in parte motivata. Il fattore X sarà però il mantra "investimenti bloccati". Perchè, non dimentichiamo, questa è l'ultima scusante aggiunta su cui Suning ha messo una toppa con la politica "austerity" che prevede che la squadra sia autosufficiente. Tuttavia, non bisogna farsi ingannare: quello che conta alla fine sono i risultati e se la società dovesse decidere di non lanciare la squadra, costruendo una base di partenza con un'iniezione economica, questa cominciasse l'ennesima stagione fallimentare e la stretta dalla Cina non si allentasse, altro non vorrebbe dire, se non che la politica di Suning ha fallito e che la sua presenza è deleteria oltre che inutile. Perchè noi non facciamo mercato, ma calcio, e un brand che vale ma non fa risultati resta fallimentare. Dunque a Settembre l'ardua sentenza.