Quando sento un allenatore dire: tutti dobbiamo dare di più, oppure si può dare di più, mi viene in mente la vecchia canzone cantata da Umberto Tozzi, Gianni Morandi, Enrico Ruggeri: “Si può dare di più”. Ebbene la strofa principale di questa canzone è la seguente:
Si può dare di più, perché è dentro di noi, Si può dare di più senza essere eroi, Come fare non so, non lo sai neanche tu. Ma di certo si può dare di più”. Esattamente questo mi sembra il messaggio lanciato da Simone Inzaghi: “si può dare di più. come fare non so, non lo sai anche tu”.

Questo mi è sembrato lo stato d’animo di Simone Inzaghi, smarrito, che si appiglia ai trofei vinti, non riuscendo a spiegare il perché e il per come l’Inter è in difficoltà. 
Orbene, secondo il mio punto di vista, questo rappresenta un unico problema: non avere più i giocatori dalla sua parte, che non credono più in lui, e non credono più alle sue ricette calcistiche. La giusta alchimia che si deve creare all’interno di uno spogliatoio tra allenatore, giocatori e staff, sembra smarrita, ed ogni calciatore si sente in dovere ed autorizzato a risolvere la questione in maniera del tutto personale, non ragionando più da gruppo.

Giocatori svuotati mentalmente, che mancano di concentrazione, che vanno in campo pensando di risolvere la partita da soli, e che non riescano ad aiutarsi tra loro “spalla a spalla”.
Ma perché tutto questo? Di chi è la colpa? Quali sono i rimedi? 
Domande difficili da rispondere, ma cerchiamo almeno di analizzarle con spirito critico.
La prima cosa che mi viene in mente è la seguente: i calciatori allenati da Antonio Conte,(vedi ultimo esempio Chelsea), dopo 2 anni, scoppiano mentalmente e fisicamente, sembrano prosciugati di ogni energia, anche se hanno avuto 1 anno definiamolo di “relax “ con Simone Inzaghi, ma che all’inizio hanno sfruttato ancora l’onda lunga di Conte, affievolendosi poi con il trascorrere delle giornate dello scorso campionato, regalando praticamente lo scudetto al Milan. Ed ecco l’errore più grave commesso: un campanello di allarme era già suonato lo scorso anno ed andava analizzato con  più accuratezza e mente fredda dalla dirigenza e dall’allenatore. Vendere qualche giocatore che con Conte è stato sopravvalutato (Bastoni, Skriniar, De Vrij, e lo stesso Chalanoglu, Darmian, Gagliardini) e fare cassa ed allo stesso tempo immettere nuove energie fresche alla squadra, mi sembrava la scelta migliore. Inoltre la campagna acquisti mi è sembrata davvero scellerata. Acquisire Gosenz (proveniente da un grave infortunio e con qualità calcistiche appena sufficienti), Mkhitaryan (lasciato libero dalla Roma perché spesso infortunato e svogliato), fidarsi dei “cavalli di ritorno” (Lukaku) che non sono mai scelte premianti e per di più dispendiose (prestito annuale a 10 milioni e senza stabilire un riscatto se avesse ripetuto una stagione brillante), affidarsi ancora a Dzeko, e non avere un vero sostituto di valore di Barella, mi sono sembrate frutto solo di una cattiva programmazione e non derivante da una mancanza di liquidità da parte della proprietà (i giocatori da me citati , se venduti, avrebbero portato nelle casse della società più di 120 milioni).
Altra causa che molti attribuiscono alle cattive performance dell’Inter è una cattiva preparazione fisica. Ebbene proprio quella mi sento di escluderla e vi dico il perché. Avete visto Dimarco in nazionale? Correva molto più del suo dirimpettaio Di Lorenzo che proviene da una squadra, il Napoli, che tanti dicono sia la squadra più in forma atleticamente. E se Dimarco correva e la preparazione è la medesima per ogni giocatore dell’Inter, deduco che non è quella da mettere sotto accusa.

Ora analizziamo le colpe dell’allenatore. Inzaghi mi è sembrato pavido, confuso, privo di verve da trasmettere alla squadra. Sostituire un giocatore, anche se ammonito, mi sembra una strategia di chi ha solo paura di perdere la partita, paura che poi si trasmette nei calciatori, che iniziano a fare il proprio compitino senza metterci il dovuto agonismo e coraggio. Ad Udine inoltre, sostituire 2 calciatori dopo 30 minuti, mi sembra una decisione da vero novellino del calcio, prima perché si perde uno slot nelle sostituzioni (bastava aspettare la fine del 1° tempo), seconda conseguenza è lo stato confusionale e la perdita di coraggio e concentrazione nei giocatori sostituiti e conseguentemente nello spogliatoio.

Concludendo, come si esce da questa situazione. Ebbene 2 sono gli antidoti, o vincere subito e fare un filotto di vittorie che restituisce coraggio e voglia di combattere a tutto l’ambiente, oppure si andrà verso una logica conclusione: sostituire l’allenatore, usare un traghettatore navigato (Ranieri) capace di trasmettere fiducia a tutto l’ambiente, e a gennaio fare alcune valutazioni serie su alcuni calciatori, cercando anche di fare cessioni eccellenti, almeno le casse della società non piangono.