Solo qualche giorno fa, avevamo visto in tv i volti sorridenti e (apparentemente) spensierati dei giocatori dell’Inter che, insieme all’allenatore e il resto dello staff nerazzurro, si imbarcavano per la Cina. Tanto per aggiungerne una, saltò all’occhio anche il curioso zainetto di Nainggolan, giocatore ormai fuori progetto ma che, a differenza del suo compagno di squadra Icardi, è stato convocato comunque per la tournèe e farà di tutto per far cambiare idea al suo allenatore. Il tempo di mettere piede nel territorio straniero che già sono emersi i primi malumori. Peraltro non tanto inaspettati.

CONTE COME MOU: Nella conferenza stampa pre-amichevole contro il Manchester United, Antonio Conte non ha avuto alcun timore di affermare che tutto non sta procedendo secondo i piani. L’organico attualmente a sua disposizione non gli convince del tutto, non ha tutti i torti, visto che i soli due attaccanti sulla quale può contare (prima del rientro di Lautaro) sono il giovanissimo Esposito, classe 2002, e Longo. Agli appassionati di calcio, a chi ha una buona memoria e soprattutto ai tifosi interisti, la mente non può non tornare a esattamente 10 anni fa: Luglio 2009, l’allora mister Josè Mourinho sosteneva (sempre in conferenza) di non essere Harry Potter e la necessità di avere un difensore centrale e un centrocampista. Erano già arrivati Milito e Thiago Motta, una settimana dopo arrivò Lucio, mentre a fine mercato Sneijder.  Certo, era un’altra Inter, un’altra società, altri obiettivi. Dopo Godìn, preso già diversi mesi fa, società nerazzurra ha di recente arricchito la rosa con altri giocatori, alcuni di prospettiva (come Sensi, Agoumé, e Lazaro), altri già affermati (Barella, pagato ad un prezzo forse eccessivo). C’è però quell’ attaccante che il mister si aspettava di avere già da diverso tempo, e il cui arrivo sembra complicarsi. No, non parliamo di Dzeko, quello prima o poi arriverà

LUKAKU, FORSE NO: L’interesse per Romelu Lukaku, (che peraltro non è sceso in campo per tutti i 90 minuti dell’ultima amichevole, vinta 1-0 proprio contro i nerazzurri) è noto ormai da mesi. Dopo la netta esclusione di Icardi (scelta fatta mica a caso), Conte sperava di avere il belga classe ‘93 a disposizione il prima possibile. Un’offerta concreta è stata fatta: ben 54 milioni di sterline, ovvero 60 milioni di euro per convincere il Manchester United a lasciar partire il suo attaccante. Offerta che però, secondo fonti, è stata nettamente rifiutata. Non è di certo una sorpresa, visto che top player come questi poche volte vengono acquistati in pochi giorni. L’Inter sicuramente virerà su altri profili (si fanno i nomi di Duvan Zapata, Rebic dell’Eintracht Francoforte, e addirittura Cavani), ciò che però è certo è che non bisogna avere fretta (siamo solo a poco più della metà di Luglio) e queste acque agitate possono non fare bene ad un ambiente che già è stato parecchio tormentato dalle vicende-Icardi degli ultimi 7-8 mesi. O forse degli ultimi anni.

UNA SCONFITTA CHE NON FA MALE, MA...: L’amichevole di Singapore (valida per l’International Champions Cup) persa proprio contro lo United, non ha contribuito a gettare un po’ di acqua sul fuocherello che si è appena innescato. Anche in campo si sono intravisti segnali di nervosismo, per la precisione da Barella, che ha disputato solo una ventina di minuti, ma è stato comunque protagonista di alcune reazioni di nervosismo dopo alcuni falli subiti. Normalissimo, il ragazzo è in un ambiente totalmente nuovo e deve ancora familiarizzare. Non è tutto da buttare quello che si è visto in questo match, ma è ovvio che contro Juventus servirà ben altro: si tratta pur sempre di amichevoli estive, ma sconfitte contro rivali storiche (e contro passati recenti) non sono mai  belle. Decisamente più altisonanti (ma che novità) sono state le dichiarazioni post-partita di Conte, in cui ha ribadito l’attuale posizione di Perisic (uno degli elementi più importanti della rosa) e il fatto che non è adatto a svolgere il ruolo che l’allenatore gli chiede: altro segnale che qualcosa sta davvero cambiando in casa nerazzurra.

Attenzione però a non rendere il sopracitato fuocherello un incendio: in vista di una stagione in cui i cambiamenti sembrano essere tanti, scaldare l’ambiente in questo modo potrebbe non rappresentare una mossa saggia. E questo lo sa anche Conte stesso: anche qui dobbiamo fare un salto al passato, in particolare nel Luglio 2014, quando l’allora allenatore della Juventus rassegnò le sue dimissioni dopo un anno da record non solo per i punti in Campionato, ma anche per i messaggi e le punzecchiate alla società bianconera (i famosi 10 euro). E lo sa bene anche l’Inter che, pur consapevole della severità, delle ambizioni e del carattere a volte difficile dell’ex Juventus, Nazionale e Chelsea, ha comunque deciso di investire tanto su di lui.