Inutile negarlo, questo inizio di campionato ha diviso e non poco i tifosi nerazzurri, divisi tra un pessimismo che ha ragioni storiche ben precise e un insolito ottimismo. Chi ha ragione e chi ha torto? Ma soprattutto, c'è chi ha torto e chi ha ragione?

 

Chi vede il bicchiere mezzo vuoto, lo fa per una ragione molto semplice, ovvero che il gioco latita e subiamo troppo gli avversari. Gli scorsi anni era palese che il problema di questa Inter risiedeva nel centrocampo, troppo poco tecnico, troppo poco grintoso, troppo poco di qualità. E lo svantaggio che questo comportava era di avere un minore numero di occasioni, e un gioco eccessivamente spezzettato, perfino superare il centrocampo era un'impresa ardua a dir poco. Il fatto che il Benevento sia riuscito a segnare contro di noi, il pareggio col Bologna e la gara sofferta contro la Spal testimoniano che la testa è ancora quella dell'anno scorso, che la psiche dei giocatori non è cambiata affatto: sinchè le cose vanno bene allora tutto va bene, al primo gol subito si va in bambola e si inzia a sbagliare di tutto. E se neppure Spalletti è riuscito a porvi rimedio, allora la cosa è davvero grave. Le ragioni storiche di questo pessimismo sono il ricordo del periodo manciniano recente, dove l'Inter riusciva a vincere senza avere chissà che gioco spumeggiante, ed al primo momento di crisi è affondata senza riuscire a riemergere. Insomma, continuando a scendere in campo come sta scendendo ultimamente, questa Inter farà la stessa fine, e addio quarto posto.

Chi vede il bicchiere mezzo pieno invece, lo fa analizzando il periodo e le partite. Siamo agli inizi di ottobre, con un allenatore nuovo che deve conoscere i giocatori e le loro caratteristiche, e che deve di fatto costruire un centrocampo da zero, visti gli arrivi di Borja Valero e Vecino, Joao Mario e Gagliardini che debbano giocare visti gli investimenti fatti su di loro, e un Brozovic ancora in crisi di identità, sperando finalmente che la doppietta contro il Benevento possa farlo tornare sulla retta via. In difesa commettiamo qualche errore di troppo, ma abbiamo subito soli tre gol in questo campionato, segno che la solidità e la voglia di impegnarsi e giocare di squadra la si ha. Sono ben otto i gol segnati nel quarto d'ora finale, segno di una squadra non più arrendevole come quella dell'anno passato, ma anzi combattiva, tenace e decisa a portare sempre a casa la vittoria. Certo, i meccanismi devono essere oliati bene, ma se arriverà anche non tanto il bel gioco, quanto la coscienza dei propri mezzi, allora saremo a cavallo davvero.

Per me, entrambe le fazioni hanno ragione. E' vero che difensivamente subiamo tanto e andiamo in affanno facilmente, ma abbiamo subito davvero pochi gol, una rarità considerando gli anni passati. E' vero anche che i centrocampisti fanno molta fatica, e che una reale quadra deve ancora essere trovata, ma c'è ancora tempo, i giocatori devono conoscersi bene e sviluppare quegli automatismi che si ottengono solo dopo tempo , come si può vedere col Napoli. Forse uno dei problemi è la mancanza di un vero trequartista di ruolo, visto che abbiamo molti centrocampisti ma che spostati più in avanti perdono in efficacia e soluzioni. Un altro problema sono i terzini, con Dalbert che forse era meno pronto di quanto si pensasse, ma è un ragazzo giovane e gli va dato tempo.

Dopo la sosta nazionali, si riprenderà contro Milan e Napoli. Un vero battesimo del fuoco, ma le squadre che vogliono essere grandi passano anche per queste prove.