L’Inter vince ancora, e adesso si mette davvero le ali, grazie alla vittoria conquistata contro il Cagliari, in un match che a dispetto dell’enorme differenza di punti in classifica, si è rivelato più complicato del previsto. La formazione di Antonio Conte, senza perdersi in inutili convenevoli, sceglie di badare al sodo: infila così l’undicesima vittoria consecutiva in campionato, macinando i record delle annate passate, ed imponendosi come attuale regina della Serie A.

Eppure, la partita disputata domenica scorsa contro i sardi, ospitati in un San Siro, che Covid permettendo, sarebbe stato gremito di spettatori, ha dato l’impressione che ai nerazzurri manchi ancora qualcosa. Non si tratta certo di compattezza, visto che la squadra allenata dall’ex CT della nazionale, si presenta come una delle più solide dell’intero campionato, con la ritrovata affidabilità di tutto il pacchetto arretrato, portiere compreso. Piuttosto, ciò che balza immediatamente all’occhio, osservando le dinamiche della squadra milanese, è rappresentato dalla difficoltà di saltare l’uomo nell’uno contro uno, in modo da creare superiorità numerica nella metà campo avversaria.
Infatti, se i ragazzi di Conte possono considerarsi dei veri maestri nello sfruttare gli spazi lasciati dietro la linea difensiva nemica, quando si tratta di affrontare una formazione con il baricentro molto basso, la loro pericolosità si abbassa visibilmente. A testimoniare tale evidenza sono i numeri della partita contro il Cagliari, che si aggiunge ad altre due situazioni in cui sono venuti a galla tali limiti tecnici, quali le due trasferte contro Udinese e Torino. Non me ne vogliano i tifosi, però è chiaro a tutti che l’Inter abbia faticato più del dovuto di fronte a queste 3 formazioni, le quali nonostante abbiano attuato un approccio estremamente difensivista, rappresentano un rango di gran lunga inferiore rispetto ai nerazzurri.

Nel primo caso, cronologicamente parlando, la squadra di Lukaku e compagni si infranse contro lo stabile muro bianconero erto dai friulani, senza quasi mai impensierire l’estremo difensore argentino Juan Musso. Invece, nelle due occasioni successive, il risultato ha dato ragione ad Antonio Conte, ma in entrambi i casi, la formazione nerazzurra ha conquistato il vantaggio soltanto nella fase finale della gara. E se da una parte, riguardo all'incontro di domenica scorsa si può discutere di un po’ di sfortuna, viste le occasioni create e non capitalizzate, al contrario di fronte all’organizzazione arretrata dei granata, l’Inter ha dovuto appellarsi agli episodi.
Prima, il rigore conquistato, “grazie” alla clamorosa ingenuità di Armando Izzo, e poi il colpo di testa di Lautaro Martinez, il quale riuscì a trovare uno splendido goal in avvitamento, in un quello che si stava profilando un pomeriggio piuttosto “grigio”.
A questo punto non resta che analizzare il reparto offensivo nerazzurro, quello che a questo punto della stagione rappresenta per certi versi il vero paradosso di questa Inter, che sembrerebbe voler tornare in alto.
La garanzia rappresentata dalla formidabile coppia d’attacco titolare, la cosiddetta “lula”, non appare assolutamente in discussione: i due centravanti hanno realizzato la bellezza di 36 centri in campionato, cui si aggiungono 5 reti in Champions League e 3 in Coppa Italia, per un superbo totale di 44 goal stagionali.
Quello che invece rappresenta al momento un quesito è rappresentato dal ruolo di Alexis Sanchez, all’interno delle dinamiche offensive della squadra diretta dal tecnico salentino. Soltanto 5 reti in campionato per lui, uno score esiguo per un calciatore che guadagna la bellezza di 9,17 milioni netti a stagione: il suo contributo alla causa, rapportato allo sforzo finanziario necessario per trattenerlo, sembra non essere ancora all’altezza.
Come se seguisse un flusso di corrente alternata, l’attaccante cileno ha dimostrato di poter spostare gli equilibri in certe situazioni, ma allo stesso tempo, di essersi anche piuttosto arrugginito. Per tale ragione, la sua avventura all’Inter potrebbe già iniziare ad avviarsi ad un congedo anticipato rispetto alla naturale conclusione del contratto, che lo vedrebbe legato ai nerazzurri fino a giugno 2023.
E così, immaginando che la società lombarda decida dunque di separarsi dall’ex Udinese quest’estate, mi sono divertito ad immaginare 5 possibili nomi, che potrebbero sostituirlo in caso di partenza.

Il primo profilo analizzato è un calciatore giovanissimo, dalle devastanti potenzialità, un attaccante che conosce già la Serie A, ed è stato protagonista di un’annata piuttosto positiva con la maglia blucerchiata sulle spalle: si tratta proprio di Mikkel Damsgaard. Secondo alcuni rumors di mercato, sembra che l’Inter sia realmente interessata ad acquisire il cartellino del giovane talento danese, il quale secondo il noto sito transfermarkt.it, presenta già una valutazione pari a 10 milioni di euro. Prelevato dal Nordsjaelland lo scorso settembre per una cifra intorno ai 6,5 milioni di euro, alla corte di Claudio Ranieri, il numero dieci nordico ha fin da subito dimostrato di possedere un enorme potenziale. Abilissimo nel dribbling, dotato di uno scatto prorompente e di una personalità fuori dal comune, si è ben presto guadagnato le attenzioni dei club più prestigiosi del nostro massimo campionato. Per il momento è stato impiegato principalmente come esterno, poiché ama giocare vicino alla linea laterale, ma essendo un classe 2000 non credo che sia opportuno affibbiargli un ruolo fisso in campo. Infatti, potrebbe essere utilizzato anche come seconda punta in un 3-5-2, permettendogli di spaziare in lungo e in largo per tutto il reparto offensivo. Quest’anno, nonostante fosse la sua prima esperienza lontano dalla scandinavia, ha già disputato 28 partite in Serie A, condite da 2 reti e 4 assist; un bottino niente male per un profilo così giovane, che stupisce per la naturalezza assunta sul terreno di gioco, quasi fosse un veterano del nostro campionato.

Un altro nome, che allo stesso modo potrebbe verosimilmente arricchire le soluzioni offensive dei nerazzurri è quello dell’attaccante francese Allan Saint-Maximin in forza al Newcastle. Cercato anche dal Milan nel corso delle precedenti sessioni di calciomercato, il talento ex Nizza rappresenta un profilo più esperto rispetto al danese blucerchiato: classe 1996, ha già disputato diverse stagioni in Francia, Germania e Inghilterra, in cui ha impressionato, seppur a tratti, grazie alle sue straordinarie qualità. Dotato di una velocità formidabile, che riesce a raggiungere con il pallone letteralmente incollato al piede, il fuoriclasse dei magpies rappresenta un vero e proprio incubo per le difese avversarie. Abile nel saltare l’uomo e non solo, l’estro e la creatività del ragazzo francese potrebbero essere la chiave per scardinare difese organizzate e ben piazzate: unico neo, la mancanza di continuità, che lo rende ancora acerbo di fronte ai palcoscenici più prestigiosi. Non a caso, non ha segnato moltissimo quest’anno, complice anche la positività al Covid-19 che lo ha tenuto lontano dal campo per diverse partite: 3 reti a dispetto delle 18 partite disputate in Premier League fino a questo momento per lui, con l’ultima davvero stupenda realizzata contro il Burnley nel match salvezza di sabato scorso. In quell’occasione, quello che Carlo Pellegatti avrebbe soprannominato “il Santo”, nell’eventualità fosse passato dalla parte dei rossoneri, ha dato prova di un talento impressionante, ubriacando fila di avversari fino al momento della conclusione, perfetta nell’angolo. La sua valutazione economica rappresenta un rischio da non sottovalutare, dato che si avvicina ai 30 milioni di euro, ma considerata anche la giovane età, il costo del suo cartellino potrebbe essere spalmato su più annate e quindi di conseguenza assottigliato. Purtroppo però, nemmeno l’ingaggio è particolarmente basso, visto che la società britannica ha scelto di pagargli uno stipendio da vero top player, pari a 6 milioni di euro netti a stagione.

Un’altra alternativa sicuramente valida rispetto ai due già citati, potrebbe essere un altro giovane talento, che sta impressionando la Bundesliga nell’arco di quest’ultima stagione: si tratta di un attaccante congolese classe 1999 dello Stoccarda, ed il suo nome è Silas Wamangituka. Acquistato dalla modesta formazione del Paris Fc nell’agosto del 2019 per una cifra pari a 3,5 milioni di euro, questo ragazzo è letteralmente esploso al suo approdo nel massimo campionato tedesco, in cui ha già segnato ben 11 reti in sole 25 presenze. La sua arma preferita è lo scatto in velocità, che lo rende un cliente scomodissimo per le difese avversarie, spesso in apprensione di fronte alle sue accelerazioni palla al piede: inoltre, è dotato anche di un ottimi tempi di inserimento, ma può sicuramente migliorare certi aspetti della sua scheda tecnica. Nonostante sia alto 189 cm, la sua propensione allo stacco aereo è piuttosto bassa, così come può e deve migliorare nella difesa del pallone, ma queste caratteristiche sono proprio i punti di forza degli attaccanti nerazzurri, che potrebbero completarsi grazie al contributo di questo ragazzo. Anche in questo caso, la sua valutazione economica rappresenta un ostacolo piuttosto importante, poiché non credo che lo Stoccarda lo lasci partire per una cifra inferiore a 30 milioni di euro. Essendo però giovanissimo, la sua carriera deve ancora sbocciare del tutto, e quindi il rischio legato alla sua acquisizione, potrebbe abbondantemente essere compensato dai benefici, che l’Inter potrebbe trarre non solo nell’immediato, ma soprattutto in futuro.

Archiviata tale disamina, sposterei l’attenzione su un altro calciatore, molto più esperto dei suddetti precedenti, ma che rappresenterebbe un’opzione totalmente diversa, anche in relazione alle sue doti tecniche: si tratta di Dusan Tadic. Il centravanti serbo, in forza all’Ajax dalla stagione 2018/19, nelle ultime stagioni si è imposto come una delle stelle più lucenti della scena europea, anche grazie allo straordinario cammino tracciato in Champions League, nel suo primo anno con i lancieri. L’ex attaccante del Southampton non è un velocista, né tanto meno lo si può considerare giovanissimo, dato che ha già superato la trentina, essendo un classe 1988, ma la sua straordinaria intelligenza calcistica lo rende unico nel suo genere. Infatti, egli riesce a leggere il gioco offensivo in modo quasi sublime, realizzando e concludendo trame vincenti con la semplicità tipica dei grandi campioni: con la maglia della formazione di Amsterdam è diventato un’istituzione vivente, e quest’anno conta uno score di 43 presenze in tutte le competizioni, impreziosite da 22 reti e 21 assist. Davvero difficile strapparlo dalle cura dell’Ajax, che lo coccola ormai da tempo come uno dei pilastri assoluti del proprio palco calciatori, anche poiché le sue qualità si sposano alla perfezione con lo stile di gioco del club, in cui l’eredità di Johan Cruijff ha lasciato un’impronta indelebile. In scadenza nel 2023, la sua valutazione di 20 milioni di euro (fonte: transfermarkt) si presenta come uno scoglio quasi insormontabile per i nerazzurri, che dovrebbero cercare di strappare un compromesso più conveniente economicamente, data l’età avanzata del talento serbo. Quest’ultimo, potrebbe infatti rappresentare un rinforzo notevole, non soltanto in ottica prossimo campionato, ma anche e soprattutto in previsione della Champions League, competizione in cui l’Inter non recita ancora un ruolo di prim’ordine.

Come ultimo della lista, ma non meno importante, ecco spuntare un altro profilo molto simile al cileno, al quale si avvicina per caratteristiche sia fisiche che tecniche: si tratta del fantasista portoghese del Wolverhampton, Daniel Podence. Il classe 1995, ex Sporting Lisbona e Olympiacos, si presenta come il classico brevilineo, abile nel dribbling e nella conclusione dalla distanza, le qualità perfette per affrontare formazioni chiuse difensivamente. Il suo approdo in Premier League è di data piuttosto recente, ma il suo rendimento nel campionato inglese sta cominciando ad accrescersi, se confrontato a quello della passata stagione.  Il suo ruolo nella formazione guidata da Nuno Espirito Santo è infatti passato dall’essere quasi del tutto marginale, al divenire centrale nel giro di poco tempo, ma causa alcuni infortuni ha dovuto saltare una buona fetta di stagione. Per tale ragione, vanta soltanto 20 presenze in campionato, accompagnate da 3 reti e 1 assist, bottino che con buone probabilità si sarebbe presentato molto più sostanzioso in mancanza di quei guai muscolari. Non a caso, la sua valutazione economica si apprezza intorno ai 25 milioni di euro (fonte:transfermarkt), ma le potenzialità latenti di questo ragazzo, lo rendono un profilo appetibile per chiunque: il suo ingaggio supera i 3,5 milioni di euro netti a stagione, eppure esistono ancora concreti margini per un’operazione finanziariamente conveniente. Infatti, se si riuscisse a trasmettergli fiducia e continuità, potrebbe diventare quel “terzo” titolare offensivo da aggiungere all’arco del tecnico salentino, che si ritroverebbe a disposizione, più che una semplice freccia da scagliare al momento opportuno.

A questo punto, non resta che aspettare e valutare quale sarà il reale avvenire in casa nerazzurra, soprattutto alla luce dei poco confortanti fatti recenti, legati all’ambito societario: allo stesso modo, anche il futuro di Alexis Sanchez è più che mai incerto, ma le alternative da ricercare nell’imprevedibile universo del calciomercato, non mancano assolutamente.