Ci sono due modi per fare una rivoluzione – metaforicamente parlando – si può affrontare “il nemico” in modo spavaldo, alla luce del sole, oppure la si  può attuare in maniera silenziosa, sottotraccia, senza darlo a vedere; nell’Inter, Marotta ha scelto la prima strada.

E bisogna dire che se da un lato, da parte di Marotta, ci si aspettava un certa incidenza operativa in seno alla Società nerazzurra, visto il lavoro svolto in precedenza soprattutto nella Juve, mai e poi mai ci si sarebbe aspettato di assistere ad un modus operandi così scoperto, fuori da ogni diplomazia e anche da certi canoni tradizionali.
Prima Antonio Conte che viene sorpreso a passeggio quasi sotto la sede dell’Inter;
poi la cena con Mourinho in un hotel Milanese. E nelle ultime ore, la ricerca di un nuovo Direttore Sportivo al posto di Piero Ausilio. E tutto questo in barba a Spalletti, alla squadra e al terzo posto in classifica.

Sinceramente si fa fatica a capire questo Marotta, versione nerazzurra; il perché abbia deciso di agire in modo così palese, davanti all’occhio mediatico e senza aver ponderato prima le conseguenze che un simile comportamento poteva avere sulla squadra e sull’attuale allenatore.
Mi chiedo come si può sentire Spalletti, in questo momento, dentro lo spogliatoio quando guarda negli occhi i suoi giocatori. Lo stesso discorso vale per Ausilio, che di punto e in bianco viene in pratica esautorato dalle sue mansioni.
Ma il problema, meglio dire la conseguenza più grossa di quanto sta avvenendo, non colpisce tanto il tecnico, squadra e DS, ma si riversa soprattutto sulla società, perché il rischio vero che si sta correndo è quello che la zona Champions in questo modo venga messa fortemente a rischio. E qui si tratta di milioni di euro (almeno una trentina) che possono entrare nelle casse nerazzurre oppure volare via.

Certo Marotta, come Amministratore Delegato, ha il dovere e il diritto di fare le sue scelte e di prendere decisioni sul personale e la struttura della Società, ma la tempistica e il modo di fare appaiono quanto meno singolari.
Come al solito sarà il tempo e soprattutto il popolo nerazzurro -  al momento in forte fermento -  a giudicare e ad emettere il verdetto finale.