Non è un mistero che in queste ultime stagioni, più che la squadra dei grandi, siano quelle dei giovani ad esaltare  e a dare soddisfazioni al tifoso interista, e quest'annata non fa eccezione. Dopo il successo della Berretti di due giorni fa, oggi tocca alla Primavera del mister Vecchi sollevare la coppa che indica la vittoria del campionato italiano di categoria, battendo la Fiorentina 2-1 con i gol di Vanheusden e Pinamonti, a cui poi è seguito il gol su rigore di Sottil. Un campionato combattuto, con tante ottime formazioni e giovani promettenti, e che anche nella partita di oggi hanno mostrato tutto il loro potenziale.

Per concedere l'onore delle armi, va detto: la Fiorentina ha giocato davvero una grande partita e un secondo tempo intenso, con la grinta e la tenacia adatta per la finale, quindi non inganni la sconfitta e non porti eccessiva tristezza: il lavoro del mister Guidi è stato impeccabile, la sua squadra non ha mai mollato, e come lo ha dimostrato qualche giorno fa portando la Juventus sino ai rigori, lo ha dimostrato oggi, mettendo in campo ogni minuto voglia di fare e tanta intensità.
Doveva essere la partita di Mlakar, sloveno classe '98 e che invece proprio nella finale di oggi non ha espresso appieno il suo potenziale, lasciando la scena ad altri, come tra i tanti: Michele Cerofolini, autore oggi di parate importanti, come quella, strepitosa nel secondo tempo, su Pinamonti, levando la palla dall'incrocio dei pali; Gaetano Castrovilli, che ha svariato su tutto il versante offensivo mostrando ottimi colpi di classe e anche una grinta agonistica non da poco, come ha dimostrato in occasione della sua ammonizione; Sottil, generoso e che ha anche segnato il rigore che di fatto aveva riaperto la partita, è figlio d'arte dell'ex calciatore Andrea Sottil, che militò, tra le tante squadre, anche nella Fiorentina, dal 1994 al 1996; Diakhate, che da buon capitano ha fatto sentire la sua voce non facendo mai mancare il suo prezioso contributo difensivo; ed anche i due classe '98 Trovato e Perez si sono distinti per impegno.
Davvero tanti, tanti complimenti a questi ragazzi.

E adesso, veniamo ai campioni d'Italia.
Campioni d'Italia che, in un primo tempo tutto sommato non esaltante come il secondo, avevano iniziato alla grande la partita, con il gol di testa di Zinho Vanheusden, lasciato indisturbato al centro dell'area di rigore sul corner battuto da Rivas.
Nel secondo tempo invece, ben più scoppiettante e ricco di emozioni da una parte e dall'altra, come ci si aspetta dal confronto tra la squadra col miglior attacco in regular season contro la migliore difesa, rispettivamente Fiorentina e Inter, all'iniziale predominio viola è seguito il gran gol di Pinamonti, che su cross di Emmers ha infilato il portiere di testa sull'angolo sinistro della porta. Un gol alla Icardi, se così si può dire, per tempismo e rapidità di esecuzione.
A questo punto l'Inter sembrava avere la partita in pugno e invece un intervento di Awua regala il calcio di rigore trasformato da Sottil. Da lì in poi la gara non presenta grosse differenze rispetto a una gara del campionato regolare, per agonismo, voglia di fare ed occasioni, in particolare, oltre a quella già citata della parata del portiere Cerofolini su Pinamonti, due grossissime: la prima quando Bakayoko (subentrato a Rover) lancia il contropiede e serve millimetricamente Danso (subentrato ad Emmers), che però dopo aver dribblato il portiere viola spara la palla a lato; e la seconda quando lo stesso Bakayoko si invola sulla fascia destra, sua di competenza tattica, e calcia mirando all'angolo basso sinistro, con la palla che accarezza il palo ed esce fuori.
E dopo il forcing finale dei toscani, il triplice fischio sancisce la fine della partita, con i giovani neroazzurri in festa che portano in trionfo il coach Vecchi.

Tra i giocatori nerazzurri, oggi tantissimi hanno giocato bene, anzi, benissimo.
Il primo, manco a dirlo, è Andrea Pinamonti. L'arciere di Cles anche oggi ha deliziato i tifosi non solo con giocate che mostrano il fatto che ormai è pronto a confermarsi con la squadra maggiore, ma anche con il suo impegno in fase di copertura, da vero attaccante moderno. Il gol di testa, poi, è di quelli di pregevolissima fattura e gli permette di portare a diciannove il suo bottino di gol stagionale. Non resta che confidare in Spalletti, che sembra aver già fatto capire di voler puntare sul giovane attaccante italiano, fresco di convocazione U21.
Il secondo è Theophilus Awua. Il nigeriano di Makurdi ha regalato novanta minuti di massima intensità, dominando a centrocampo, rubando una quantità impressionante di palloni, sradicandoli dai piedi degli avversari e non perdendosi mai d'animo. Una delle sue poche sbavature è costata il rigore, ma ha tempo per lavorare sulla sua irruenza. E' un classe '98, dopotutto. Il prezzo del suo riscatto dallo Spezia è di due milioni, e l'Inter aveva qualche dubbio su questa operazione. Ne avrà anche dopo questa finale?
Il terzo è Zinho Vanheusden. Ormai non fa neppure più notizia. Un difensore di diciassette anni che guida la difesa con il piglio giusto, con anche una vena realizzativa importante per un centrale di difesa (ben sei, con quello di oggi, i suoi gol in stagione), nazionale U19 belga, cosa deve fare di più per ottenere il debutto in prima squadra, o perlomeno per entrare stabilmente nella rotazione?
Il quarto è Rigoberto Rivas. L'honduregno parte subito fortissimo, con diversi spunti sulla fascia che di fatto lanciano l'Inter sino al gol del momentaneo uno a zero e l'assist da calcio d'angolo è proprio il suo. E non che la tecnica gli manchi, tutt'altro, si toglie anche la soddisfazione di qualche grande giocata. Elemento da tenere decisamente d'occhio.
Il quinto, non certamente per importanza, è Xian Emmers. Il centrocampista belga classe '99 ha mostrato anche oggi di avere un piede educatissimo e considerato che Vecchi aveva dei dubbi sul fatto di schierarlo o meno per via del suo stato di forma, ha giocato una gran gara. Ottantatré minuti di impegno puro, conditi dall'assist per il gol di Pinamonti. L'allenatore lo disse da tempo: a questo ragazzo va data fiducia, e i risultati si vedono. Un altro grande prospetto per il futuro.
Non che gli altri siano stati da meno. Per citarne altri due, Gravillon ha mostrato di essere cresciuto molto dall'anno scorso e Bakayoko è entrato in campo con la sua solita corsa e generosità.

Non va dimenticato però uno degli artefici di questo trionfo, e cioè proprio Vecchi, l'allenatore che quest'anno ha debuttato anche lui in prima squadra, complici gli esoneri di De Boer e Pioli e che ha mostrato di porre una sola cosa alla base del suo pensiero: il lavoro. Solo il lavoro e l'impegno, come dovrebbe essere sempre per dei calciatori e proprio da chi deve formare le giovani leve non ci si aspetta niente di meno.
Questo trionfo, che conferma l'ottimo lavoro portato avanti da Roberto Samaden, se lo merita alla pari dei giocatori che dirige.

Purtroppo, a fare notizia sono stati anche i tifosi che, anche in una partita di giovani ragazzi, hanno mostrato invece la loro grande maturità lanciandosi in insulti contro l'Inter. I ragazzi in campo han dato loro una grande lezione di maturità.
Prendano appunti, partite come questa dovrebbero essere uno spettacolo bipartisan, indipendentemente dal risultato e dalle squadre. Loro "sò ragazzi" per davvero, certi tifosi no.

Insomma, Spalletti ha un bacino di giovani talenti dal sicuro valore da cui attingere in vista della prossima stagione e non resta che vedere le mosse della dirigenza per valorizzare questi ragazzi.
L'Inter ne ha bisogno.