Il pareggio ottenuto a San Siro contro il Psv Eindhoven ha lasciato strascichi pesanti in casa nerazzurra.
Tumulti, nervosismi e tanto rammarico popolano lo spogliatoio interista, incapace di coronare un traguardo con forza e mentalità vincente; un gruppo di ragazzi, quello di Spalletti, che non è in grado di mordere l’avversario nel momento giusto e che al minimo intoppo entra in una sorta di baratro sportivo che ricopre di oscurità la squadra per un periodo troppo lungo. Ormai sembra essere diventata un’abitudine: a dicembre si stacca la spina, per poi riattaccarla in primavera quando ormai conta solo il prestigio, perché lo scudetto è lontano anni luce e i tifosi capiscono che nella penuria totale, è impossibile osare di più.  

Un film già visto che ogni volta presenta qualcosa di nuovo. Ma il punto è un altro: l’eliminazione dalla massima coppa europea e la conseguente retrocessione in Europa League avrà effetti anche sul piano economico, non proprio libero da pressioni in questi ultimi anni. Nelle tasche dell’Inter, grazie alla qualificazione in Champions ottenuta lo scorso 20 maggio in casa della Lazio, sono arrivati 42,7 milioni, senza considerare la seconda parte del market pool che dipenderà anche dal percorso di Juventus e Roma, uniche due italiane ancora presenti in corsa. Una cifra corposa sfruttata in pieno grazie alla nuova distribuzione dei premi portata avanti dalla Uefa. Ma qui viene il bello; un’eventuale passaggio agli ottavi di finale avrebbe permesso alla proprietà cinese di incassare dodici milioni di euro in più tralasciando sempre la seconda parte di market pool che oscillava tra un minimo di 5,0 milioni ad un massimo di 6,7. 

L’unico modo possibile per poter mettere una pezza almeno alla questione economica sarebbe quello di andare avanti il più possibile in Europa League, rischiando di alzare il titolo. Sì, perché la seconda competizione europea, se disputata fino in fondo, garantirebbe alla società vincitrice una cifra pari a circa 13,5 milioni di euro, senza considerare questa volta la quota di market pool riferita alla coppa cadetta. Insomma, per conquistare la ricompensa di una sola partita, servirà aggrapparsi alle classiche scalate del giovedì sera, ostili e spesso controproducenti in riferimento alle fatiche del campionato di A.

L’Inter però si è cercata tutto questo perché bastava osare un po’ di più a Wembley e giocare di astuzia contro l’esercito di Van Bommel. Adesso non c’è da rammaricarsi perché per ritrovare la fiducia dei tifosi ci sarà da correre contro il tempo e da smettere di parlare senza interlocutore. Testa bassa e pedalare, perché chi scherza con il fuoco alla fine si brucia. E l’Inter si è bruciata la magia della Champions.