Ho letto su Facebook che Mourinho ha dichiarato: "I tifosi dell'Inter sono fantastici, non mi lasciano mai solo. Ovunque vada, ci sono tifosi nerazzurri che mi dimostrano affetto". Non so se questa dichiarazione è vera o una boutade giornalistica, ma è una dichiarazione che risponde alla realtà: gli interisti non dimenticheranno mai Mourinho e gli manifesteranno sempre il loro affetto.

Partiamo da una personale considerazione: oggi se Josè Mourinho dovesse venire ad allenare l'Inter non so se sarei così contento. Proprio ieri ho rivisto la finale Champions del 2010... bella, emozionante, ma il calcio in questi pochi anni è cambiato e la filosofia Mourinho oggi non so se si adatta più al calcio moderno (per lo meno lo obbligherebbe ad arrancare anche lui). Poi ho proprio difficoltà a pensare ai "ritorni di fiamma" come a qualcosa di positivo... di utile. Ogni tempo ha i suoi eroi e l'eroe di ieri non è detto che possa essere l'eroe di oggi.

Detto questo dobbiamo considerare i fatti con gli occhi del 2010. Mourinho è arrivato in un Inter mediamente forte, comunque già vincente grazie ad un altro grande: Roberto Mancini. Quell'Inter se la giocava con la Juventus, il Milan, ma, soprattutto, con la Roma più bella dai tempi di Falcao. Vinceva, ma, lasciatemelo dire, non entusiasmava. Era veramente la "pazza Inter" che abbiamo osannato e pianto per tanti e tanti anni.

In questo periodo storico arriva Josè, un allenatore considerato vincente, in un Inter che già vinceva... cosa poteva dare di più?

Ebbene è proprio questo il senso dell'affetto che i tifosi interisti hanno per Mou. Ha preso una buona squadra e, con metodo e lavoro serio, l'ha messa sul tetto del mondo. In quegli anni siamo stati fieri di essere interisti, così fieri che viviamo ancora un'eco di quella fierezza. Il rumore degli avversari, tanto sbadierato dal portoghese, non sta in quella parola "triplete", ma nelle sensazioni che noi abbiamo provato e che gli altri non hanno mai provato. Perchè non è un trofeo in più o in meno, ma la consapevolezza che, ad un certo punto, l'Inter avrebbe potuto battere anche i marziani, grazie ad una guida fantastica alla quale i calciatori si sono affidati pienamente.

La prova del nove sono proprio i giocatori: tutti con lui ora come allora. Ho ascoltato l'intervista dopo l'annuncio dell'addio al calcio di Eto'... ancora oggi ha parole di affetto e stima sincera nei confronti di questo allenatore... e gli altri giocatori non sono da meno.

La forza di Mourinho è stata quella di dedicarsi completamente alla squadra e per la squadra. Non permetteva che i giornalisti mettessero in dubbio anche il più insignificante dei panchinari e, con la sua forza specifica, attirava su di se ogni critica (e ogni antipatia) lasciando i giocatori liberi di pensare solamente al bello del loro lavoro (prendere a calci una palla).

Questa tenacia, questa energia è arrivata a tutti e ha creato i due diversi stati d'animo che può creare uno come Mourinho: l'amore da parte dei tifosi dell'Inter che vedevano un vero condottiero che, in prima linea, sapeva guidare la squadra con la forza di un bufalo; e l'odio da parte dei tifosi avversari che, inconsciamente gelosi, sottolineavano l'antipatia di chi non aveva paura di sottolineare gli zeru tituli delle altre squadre.

Non Mourinho ma Mourinho dell'Inter è per me l'archetipo dell'allenatore capace di dare carattere e forza sovraumana ad una squadra che, per tutti gli altri, sarebbe stata normale.

Questo è il motivo per cui Josè, nel cuore dei tifosi interisti, restera sempre il Number One.