La 34° edizione della Supercoppa italiana va all’Inter, che grazie ad un gol all’ultimo istante di Sanchez regola per 2-1 la Juventus, mettendo così un altro mattoncino prezioso nel percorso di crescita ed un altro trofeo nella bacheca nerazzurra della famiglia Zhang.
Era una finale attesissima quella tra nerazzurri e bianconeri, dove oltre alla coppa e alla storica rivalità c’era in gioco molto di più: per l’Inter la possibilità di continuare a vincere dopo lo Scudetto (e farlo senza Conte sembrava quasi impossibile la scorsa estate), mentre per la Juve rappresentava la possibilità di definire ancora vincente un ciclo apparso ai più ormai finito (da tempo).

Formazione tipo per Simone Inzaghi che ha potuto contare sui rientri di Calhanoglu (sostituito da Gagliardini contro la Lazio perché squalificato) e di Dzeko che torna dal primo minuto in coppia con Lautaro. 4-4-1-1 con delle novità invece per Allegri che tra squalifiche e infortuni deve rivedere il suo undici: tra i pali spazio quindi a Perin con la coppia Rugani-Chiellini al centro e De Sciglio e Alex Sandro sugli esterni. Davanti invece parte dalla panchina Dybala con Kulusevski dal primo minuto al fianco di Morata. L’inizio partita è di marca nerazzurra con gli uomini di Inzaghi che aggrediscono fin da subito il match. Il buon inizio, però, non si tramuta nel gol del vantaggio con Lautaro che spreca più di un’occasione, mentre il contatto in area tra Barella e Chiellini non viene valutato falloso dall’arbitro.
La Juve, dopo un’iniziale idea di pressing alto (durata pochi secondi), cerca di limitare i danni formando un vero e proprio fortino davanti a Perin per cercare di bloccare le iniziative avversarie e l’idea di Allegri sembra pagare quando al 25’ i bianconeri si portano (incredibilmente per quanto visto fin lì) in vantaggio: Kulusevski (che gioca a uomo su Brozovic) recupera palla e lancia il contropiede che porta al cross di Morata che sporcato da Skriniar finisce per disorientare De Vrij che lascia libero di colpire da pochi passi McKennie che di testa insacca il gol del vantaggio. Il gol sembra aver colpito l’Inter che anziché reagire sembra accusare il colpo e che rischia anche di subire il secondo gol (tiro da fuori di Kulusevski ben controllato da Handanovic). La reazione arriva però dieci minuti dopo quando De Sciglio frana su Dzeko regalando ai nerazzurri un calcio di rigore ben trasformato da Lautaro che oltre a segnare il gol del pareggio ne approfitta per affrontare i fantasmi del passato (ben due i rigori sbagliati quest’anno).
La prima frazione termina così in pareggio con l’Inter padrona del gioco e la Juventus furba nell’approfittare dei pochi errori altrui.

La ripresa vede una Juventus più propositiva soprattutto grazie a Bernardeschi, che prima strozza troppo il tiro su cross di Rabiot poi ci prova con un’azione personale chiusa da un tiro che finisce di poco sopra la traversa.
Poi tocca all’Inter prendere le redini del gioco ed è Dumfries a sfiorare il gol del vantaggio con un colpo di testa parato da Perin con la complicità dei legni. A farla da padrone più che le occasioni diventano poi i cambi con Allegri che punta prima su Dybala (al posto di un Kulusevski più utile in marcatura che in fase di possesso), poi su Arthur inserito al posto di Bernardeschi per aiutare la squadra in impostazione. Dal canto suo, Inzaghi sostituisce tutta la coppia offensiva con Sanchez e Correa e poi cambia in mezzo al campo con Vidal e Darmian che prendono il posto di Barella e Dumfries.
Senza farsi male le due squadre arrivano quindi ai tempi supplementari dove ad andare più vicino al gol è l’Inter con un colpo di testa di Sanchez che sfiora il palo.
All’ultimo minuto dei supplementari accade però l’incredibile: mentre tutte e due le panchine pensano ai rigoristi (con Allegri che chiede a gran voce il fallo tattico per far entrare Bonucci), Dimarco mette in mezzo un pallone sul quale si avventa Alex Sandro che anziché spazzare la sfera, decide di andare per un stop improbabile di petto, la palla rimane quindi in area e nell’azione piomba Darmian che serve Sanchez, che davanti al portiere non può sbagliare. 2-1 e grande festa per i nerazzurri con tutta la panchina (compreso Inzaghi) che piomba in campo per la vittoria della Supercoppa.

Alla fine quella dei nerazzurri è una vittoria meritata certificata anche dai numeri con ben 23 tiri totali a 8 e il 63% di possesso palla che mostra la netta superiorità nel gioco della squadra di Inzaghi. Certo, rispetto alle ultime uscite del 2021 sembra esserci stato un piccolo passo indietro sia nello sfruttare le occasioni create sia nel possesso che in alcuni casi è sembrato troppo sterile ma bisogna anche ricordare lo stop per le vacanze che ha rallentato l’Inter nel miglior momento di forma. La marcatura personalizzata su Brozovic ha poi rallentato ulteriormente la manovra dimostrando così quanto sia importate il croato per il gioco dei nerazzurri (di conseguenza il rinnovo deve essere siglato il prima possibile).
In casa Juve, invece, continuano a perdurare gli stessi problemi: dal centrocampo che non fa gioco (non basta Locatelli in rosa) all’attacco asfittico (Morata, Dybala, Kulusevski, Kean tutti sotto la sufficienza), oltre alla permanenza in squadra di giocatori ormai a fine ciclo come Alex Sandro, De Sciglio e Rugani (tra l’altro gli ultimi due tornati dopo i prestiti della passata stagione). Uniche note positive sono McKennie (che potrebbe avere numeri offensivi ancora più alti) e Bernardeschi che dopo l’Europeo sembra essere tornato sui livelli di qualche anno fa.

Vince quindi l’Inter che continua a confermare di essere sulla strada giusta per aprire un ciclo vincente (chissà se lungo come quello dei rivali bianconeri) e vince anche Inzaghi, che oltre ad essere sempre più nei cuori dei tifosi porta a casa la terza supercoppa in tre finali giocate, entrando così nella lista degli allenatori italiani più vincenti.