Vaneggiamenti in attesa del campionato.

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È nero, azzurro e volteggia...

 

Il palloncino, quasi completamente sgonfio, a suggerire una lampadina o una pera, volteggia giocando con un respiro di vento, forse avanzato da quello che ieri sera buttava all’aria tutto, rumorosamente, quasi rabbiosamente. Volteggia grazioso quasi danzando una felicità, cosciente o no che finirà in un cassonetto, un po’ come tutto, come tutti. Si gode il momento. È del tipo che trovi attaccato ad un bastoncino e il bastoncino attaccato alla mano di un bambino. Felice o incosciente, leggero o innocente, volteggia grazioso. Però innocente è aggettivo da usare con cura, con parsimonia, anzi prudenza: diciamo incolpevole! E poi, che ti ha da danzare vicino a questo discount che oramai è chiuso da qualche settimana e il solo pensiero delle persone che hanno perso il lavoro dovrebbe intristire di brutto?

Che strano. Mi rendo conto adesso che è azzurro e volteggia. Ha un nastrino nero, a chiudere all’interno l’aria. È nero, azzurro e volteggia felice. Felice? È mezzo sgonfio. Non potrà più aspirare a volare, a meno che…

 

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La grande famiglia nerazzurra e... il figliol prodigo?

 

A meno che questa squadra non si faccia gruppo e famiglia. Famiglia nel senso di appartenenza, ma anche di conoscenza e complicità. Di “se hai bisogno ci sono”, “se hai voglia di parlarne sono qui”, “ci andiamo insieme, vedrai che non è niente”, insomma di tutte quelle cose che sono un intreccio di legami, affetti e che prevedono anche problemi e antipatie, ma hanno anche un codice consolidato per superarli. Poi, io 'sta storia di Caino e Abele mica l'ho proprio così chiara. Sarà che sono un parente di Caino ma quell'Abele tutto santarellino non me la contava tutta giusta. Vabbè, sono di parte: quando mai l'ho nascosto!?

Certo, lo so, in questi giorni si parla tanto di famiglia. Di difesa della “vera” famiglia dai tanti attacchi sociali dovuti a questi tempi moderni. Di queste componenti “secondarie” che vogliono essere tanto indipendenti da decidere, anziché stare al loro posto a fare figli e preparare la cena. Decidere magari di essere indipendenti economicamente e non come ai bei vecchi tempi in cui un buon matrimonio, magari combinato, ti dava una schiava per tutta una vita e guai a pensare che ci fosse altro al mondo.

Non capisco chi li critica: si ritrovano lì persone che vanno a parlare del loro tipo di famiglia ideale! Qualche politico che si è fatto una seconda e poi una terza famiglia, magari anche qualche amante, avrà pure il diritto di dire la sua dall'alto della sua variegata esperienza. Certo, va a parlare di un vincolo unico e indissolubile e lui che ne ha dissolto più di uno ha di che dire e sa di cosa parla. Un esperto, insomma. È quel che ci vuole. Un toccasana. Come nel calcio.

Cosa ci sarebbe di meglio che tornare ai bei tempi in cui l'uomo era cacciatore e non pagava dazio e le donne o accettavano questo predatore o rischiavano di essere “malefemmene”? (O erano “maleffemene” anche le “prede”?) Bei tempi! Tutto più semplice! Maledetti radicali di un tempo, con le loro battaglie scassapalle! Adesso ci sono pure le famiglie arcobaleno! Per non parlare delle tante mammane disoccupate di colpo che nel tempo sono diventate quasi una figura mitologica.

È colpa anche del rock che è la musica del diavolo. Qualche illuminato lo sapeva. Colpa di Ligabue che è interista e fa rock e siamo sempre lì e bisogna fare un convegno anche su quello. O sul rock o su Ligabue o sull'Inter che non è una vera famiglia per colpa del rock e mettici anche Vasco che pure lui è interista e questa è un'aggravante, non per Vasco, per l'Inter intendo che fa fatica a essere famiglia con tutto questo rock e non se ne esce se non si fa...

Ops, scusate, ogni tanto mi lascio prendere la mano e divago. Torniamo alla nostra famiglia bicolore. Nerazzurra, per la precisione.

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Leggevo sulla gazzetta o su altro, mi pare, del ritorno di Icardi in gruppo. Non so, qualcosa tipo “...e Spalletti disse ai magazzinieri: "Presto, portate qui la maglietta più bella e rivestitelo, mettetegli un anello al dito e degli scarpini ai piedi, portate fuori il vitello ingrassato...” Ok, forse le parole non sono proprio queste, anche se mi ricordano qualcosa, magari non proprio un articolo di oggi. Anche 'sta storia di tarallucci, vino e asado mi sembra esagerata. Io, vegetariano, e il vitello ingrassato (proprio ora che cominciava ad ottenere i primi risultati con questa nuova dieta che arriva dritta dritta dagli states) non è che siamo completamente d'accordo sulla parte che riguarda “ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa “... Eppoi: festa di che? Che mancano ancora 10 partite e tante insidie alla fine del campionato! (Non ho ancora capito se anche il vitello sovrappeso è interista o se mi appoggia per convenienza).

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Marotta

 

“Ci vuole un fisico bestiale…” per imporre abbastanza tranquillità da chiudere il campionato al meglio, ragionando già sui pro e sui contro per programmare al meglio la prossima stagione?

Ci vuole una grande capacità di mediazione per inoculare abbastanza buon senso e arrivare ad un risultato utile, fosse anche una tregua armata, per traghettare questa squadra verso l’estate e l’abbassamento naturale dei toni, l’allontanamento della ruvidezza della convivenza forzata e l’esigenza di tranquillità fra riposo e famiglia.

Confido in Marotta, per questo. Uomo di fermo buonsenso, con i piedi per terra e un background ricco di esperienze da cui attingere, per affrontare al meglio ciò che si trova di fronte, che potrebbe essere non solo deleterio, se mancasse il giusto equilibrio, quanto disastroso, con la riproposizione di tutti gli scenari negativi che tutti, dai giornalisti ai più diretti addetti ai lavori, avevano paventato o auspicato nella settimana che ha preceduto il derby, e quel maledetto tornare sempre al punto di partenza e ricominciare.

Le squadre vincenti hanno sempre avuto una buona gestione e idee chiare, se non illuminanti. La grande Inter, per restare a casa mia, aveva Italo Allodi (poi alla Juventus, alla Fiorentina e al Napoli).

 

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Il campo...

 

Il derby è stata partita di orgoglio o partita di svolta?

Il campo riuscirà a rimettere insieme gli interessi di una squadra con un sistema nervoso provato?

Questo riposo per nazionali impegnate a definire un futuro, servirà anche al club? Sarà servito a annacquare un po’ il veleno che ha intossicato ultimamente la squadra? L’allenatore userà ancora il pungiglione dello scorpione o un ago da medicina cinese per stimolare una reazione che faciliti la guarigione?

Credo che alla fine sia il campo la medicina. Le vittorie danno vigore e permettono a legami sfilacciati di rinsaldarsi o di resistere fino all’ultimo impegno previsto.

 

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Spalletti

 

Chi è Spalletti? Deve restare o deve andare?

Anche se credo che sia stato lui, non immaginando il “terremoto” che avrebbe provocato, a voler a tutti i costi punire il marito della colpevole dei mugugni di alcuni suoi giocatori. Anche se non si trova un giocatore che dica che ha problemi con Icardi (cosa misteriosa questa, quasi fosse stata inventata di sana pianta).

A cose fatte lo rifarebbe? Non so.

A cose fatte glielo farebbero fare? Non so.

Spero comunque che riescano a curare questa situazione e che possa restare, non per onorare il contratto (ma non mi sembra uno che abbia paura di lasciare un posto che non lo entusiasma più) ma perché crede nel progetto. Non so cosa deciderà la società e cosa pensi del suo lavoro, è semplicemente quello che penso io, forse per non ricominciare un ennesimo progetto, con tutte gli alibi che questo si porterebbe dietro.

Io penso che sia persona complessa, nel senso che, cosa che vale quasi tutti, ad animarlo siano sentimenti di vario tipo, che a volte possono perfino sembrare contrastanti ma se messi sotto esame mostrano un senso.

Lo stesso che ti fa da fratello maggiore nei momenti difficili, quando tu potresti scivolare nello scoramento o nell’isolamento, può darti qualche stilettata con cattiveria, forse perché si sente tradito nella sua generosità.

Se davvero vi sia stato scontro fra Maurito (ancora capitano) e Spalletti allenatore, dopo una partita vinta ma che aveva inferocito l’allenatore per l’atteggiamento della squadra, o se sono state le parole di Wanda Nara, e le conseguenze nello spogliatoio, o se l’uno è maschera dell’altro, non è dato sapere.

Lo ritengo ottimo allenatore. Darebbe il massimo se la società lo dotasse di un David Pizarro a illuminare il centrocampo vicino a Brozo.

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Maurito Icardi

 

La penso come Gigi Simoni in un’intervista pubblicata giorni fa dal Corriere della Sera: “Prima di vendere uno come Icardi, che reputo il miglior attaccante del campionato, ci penserei non una ma tante volte.”

Certo, come lui, credo che un atteggiamento professionale (dato che ne è anche agente) di Wanda Nara sarebbe stato corretto. Di certe cose si parla in sede e non in tv. Ma, se invece il problema fosse scoppiato per altri motivi, forse sarebbe scoppiato lo stesso.

A Milano, proprio perché l’atteggiamento di Wanda Nara è inviso a molti, è stato facile togliere la fascia al capitano senza far scoppiare una rivolta come sarebbe avvenuto a Roma. Forse, bastava tenerlo in panchina per qualche partita ma, se davvero vi è stata lite e poi ognuno si è rintanato nel proprio angolo, forse era inevitabile uno scossone che purtroppo, soprattutto agendo in modo maldestro, si è rivelato un boomerang schivato all'ultimo momento con il derby... forse.

Come ho detto, e al contrario di tanti tifosi interisti come me, spero vivamente che rimanga. Magari, se torna a decidere le partite con i suoi goal che sbucano quasi dal nulla...

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Aspettiamo la Lazio che è un compito non facile e se prendiamo un bel voto possiamo tornare a casa felici a studiare per il prossimo, con un po' più di fiducia. Altrimenti...