La prima finalista di Coppa Italia è l’Inter che dopo l’uno a uno di Torino, vince per uno a zero a San Siro contro la Juventus regalandosi così la seconda finale consecutiva dopo quella della passata stagione vinta proprio ai danni dei bianconeri. Una vittoria importante per l’Inter che in un colpo solo batte gli avversari storici (tra l’altro per la prima volta in una semifinale di Coppa) e si regala la possibilità di alzare al cielo un altro trofeo dopo la Supercoppa di gennaio vinta contro il Milan. In più la vittoria rinsalda la posizione di Inzaghi oltre a confermare una certa attitudine del tecnico piacentino con le competizioni da dentro o fuori (vedi anche il cammino in Champions). Tanta, invece, la delusione per la Juventus alla quale rimane ora solo l’Europa League per poter dare un senso diverso ad una stagione piuttosto complicata sia dentro che fuori dal campo.

Come detto il passaggio del turno dell’Inter è piuttosto meritato soprattutto dopo la prova di San Siro che ha visto gli uomini di Inzaghi dominare la squadra di Allegri apparsa soprattutto nella prima frazione abbastanza spaesata in campo. Niente pretattica per Inzaghi che ha confermato i rumors della vigilia schierando la sua squadra con Calhanoglu in cabina di regia (fuori Brozovic) e Dzeko al fianco di Lautaro con il graziato Lukaku che parte dalla panchina. Diversa invece l’idea di Allegri che decide di sparigliare le carte schierando la sua Juve con un 4-3-3 (che in fase offensiva diventa 3-5-libertà) con De Sciglio e Alex Sandro terzini e la coppia Bremer-Bonucci al centro lasciando a sorpresa in panchina Danilo (il migliore in questa travagliata stagione dei bianconeri insieme a Rabiot). In mezzo al campo occasione per Miretti (preferito a Fagioli),mentre davanti spazio al trio Di Maria-Chiesa-Kostic scelta,questa,piuttosto particolare per Allegri che decide quindi di puntare sull’imprevedibilità per colpire la difesa avversaria. Fin dai primi minuti però si capisce che sono i nerazzurri ad avere più voglia di passare il turno visto che la squadra di Inzaghi inizia fin da subito a creare gioco e occasioni soprattutto grazie alla ritrovata verve di Barella che dopo un periodo di stanca è finalmente tornato ad offrire prestazioni degne delle sue qualità. Dopo pochi, istanti,infatti, Lautaro sfiora il gol proprio grazie ad un preciso assist del centrocampista che al quarto d’ora si ripete per il gol del vantaggio: azione avvolgente dei nerazzurri con la palla che viaggia veloce tra i piedi dei centrocampisti fino ad arrivare a Barella che al limite dell’area imbuca per Dimarco che di esterno sinistro spiazza Perin per il gol del vantaggio. il gol dà ancora più sicurezze ai nerazzurri che ci provano più volte,soprattutto con Lautaro,senza però riuscire a spaventare più di tanto un attento Perin. Latita,invece,la reazione di bianconeri che nella prima frazione non vanno oltre un colpo di testa di De Sciglio che finisce largo e un tiro da fuori di Kostic deviato in angolo da un ottimo Onana. Il primo tempo termina quindi 1-0 con l’Inter padrona del gioco e la Juve praticamente arresa ad una sconfitta che appare inevitabile.

Per smuovere le acque Allegri decide di pescare subito dalla panchina inserendo ad inizio ripresa Milik al posto di Kostic (non al meglio della condizione). Il cambio sembra dare più spinta agli ospiti anche se non riescono a creare occasioni pericolose e si affidano a tiri dalla distanza poco efficaci. L’Inter da parte sua sembra controllare la partita senza però lesinare l’arma del contropiede come dimostra il gol di Dzeko annullato però per fuorigioco. La palla passa poi agli allenatori con Allegri che inserisce prima Paredes per Locatelli (netto passo indietro rispetto alle ultime uscite) e poi Danilo per Bonucci (al rientro dopo l’infortunio) mentre Inzaghi sceglie Lukaku e Brozovic per Dzeko (solita partita generosa) e Barella (uscita precauzionale). Nemmeno i cambi cambiano però lo spartito del match e anzi è l’Inter a sfiorare il raddoppio con Mkhitaryan che deve però arrendersi ad un super Perin. La partita si dirige verso la fine senza altri sussulti se non quelli creati dagli allenatori con Inzaghi che inserisce Correa,Gosens e Gagliardini per Lautaro,Dimarco e Calhanoglu e Allegri che ridà minuti a Pogba inserito al posto di Miretti. Termina così 1-0 con l’Inter che vola verso la finale di Roma e la Juventus che spreca una buona occasione per dare un senso diverso alla stagione.

Una vittoria netta e meritata da parte dell’Inter condita da una prestazione di livello a da una ritrovata fase difensiva che se ben orchestrata diventa difficile da perforare. A livello di singoli ottima la prova di Barella,(che come detto si è ritrovato nel momento più opportuno della stagione) di Dimarco che segna un gol pesante sia per lui che per la squadra e di Acerbi sempre più leader e sempre più insostituibile per Inzaghi. Più difficoltosa,invece,la prova di Dumfries che sé dal punto di vista dell’impegno offre comunque una prestazione accettabile da punto di vista delle scelte (soprattutto palla al piede) lascia piuttosto a desiderare come dimostra il mancato triangolo con Lukaku nella ripresa che se ben effettuato avrebbe messo il belga solo davanti a Perin.

Sulla prova abbastanza nebulosa della Juventus molte delle colpe sono di Allegri che cambia disegno tattico ancora una volta (mettendo in difficoltà Bremer più utile da centrale a tre piuttosto che nella linea a quattro) e che decide di puntare su di un attacco senza punte per giocare di contropiede mossa questa che però avviene anche in presenza di una punta di peso come Milik o Vlahovic visto che difficilmente quest’anno la Juve ha comandato il gioco. Dal punto di vista dei singoli stupisce il passo indietro del centrocampo con Locatelli e Rabiot mai in partita, oltre alle prove piuttosto sottotono di Di Maria e Chiesa dai quali ci si aspetta molto di più (al di là poi degli alibi sulla condizione fisica).