Domenica scorsa abbiamo assistito al pareggio tra Roma e Inter per 2-2 all'Olimpico. Analizzando la partita possiamo notare come nel corso del match siano emersi i pregi, ma anche tutti i limiti che stanno caratterizzando la stagione nerazzurra. Dopo un primo tempo controllato dai giallorossi (più a livello di gioco che di occasioni create), abbiamo assistito a una reazione della squadra di Milano che ha letteralmente dominato la prima metà del secondo tempo ribaltando il punteggio grazie alle reti di Skriniar e Hakimi. Con una Roma che non sembrava minimamente in grado di reagire l'Inter appariva completamente in controllo, ma dopo l'errore di Vidal la squadra nerrazzurra ha iniziato ad abbassarsi e a lasciare l'iniziativa agli avversari che grazie al gol di Mancini fisserà il punteggio sul 2-2 finale.

Questa situazione creatasi nel finale è stata sicuramente favorita dai cambi di Antonio Conte che non hanno convinto nè gli esperti nè i tifosi. La sostituzioni di Lautaro e Hakimi in favore di Perisic e Kolarov non sono sembrate particolarmente azzeccate, abbassando notevolmente la squadra e privandola di un eccellente arma in contropiede come l'esterno ex Real. Le parole di Conte a fine partita non somo sembrate troppo convincenti apparendo quasi come una frecciatina alla società riguardo il livello della panchina a sua disposizione. 

Se andiamo però ad analizzare la stagione nerrazzura possiamo notare come già in altre occasioni la squadra abbia avuto a che fare in situazioni simili. In moltissime occasioni (Parma, Torino, Cagliari per citarne alcune) la squadra è apparsa in difficoltà nei momenti iniziali subendo spesso il vantaggio e ritrovandosi quindi ad inseguire. Proprio in quei momenti viene fuori tutta la forza della squadra nerazzurra (non a caso la squadra che ha ottenuto più punti da queste situazioni 14), spesso in grado non solo di ribaltare il risultato, ma di dominare il resto del match. Questo limite mentale della squadra non sembra quindi aver troppo influito sui risultati (almeno in campionato), ma è comunque preouccupante per una squadra che alla vigilia appariva come la favorita viste le incognite che accompagnavano l'altra canditata al titolo ovvero la Juventus. L'altro limite che contraddistingue la stagione della squadra di Milano anch'esso apparso nella sfida dell'Olimpico, è la lettura delle partite (e dei big match in particolare) del suo allenatore. Se contro le squadre sulla carta "inferiori" la gestione della partita dopo il vantaggio appare più semplice grazie all'ottimo reparto difensivo e in generale alla grande fisicità della squadra spesso incontrastabile da molti degli avversari incontrati, nelle partite più importanti la gestione della squadra da parte dell'allenatore ha lasciato spesso a desiderare. Roma, Atalanta, Lazio, Real in Champions League, tutte partite in cui l'Inter sembrava in controllo, ma che poi l'hanno vista non vincente. Lo stesso match con il Napoli, nonostante la superiorità numerica ha visto l'avversario più volte vicino al pareggio e solo grazie ad un ottimo Handanovic e al palo colpito da Petagna non ha visto la perdita di altri punti. 
Ciò sembra avvenire perchè nel finale di queste partite la squadra sembra quasi rinunciare a giocare, chiudendosi nella propria area, solo che a differenza dei match con le piccole, la qualità degli avversari fa si che questo sistema si riveli spesso inefficace. Spesso poi le sostituzioni del tecnico di Lecce sembrano favorire questo atteggiamento nonostante le dichiarazioni cerchino di smentire ciò. Accade spesso infatti di vedere Lukaku completamente solo davanti, con Lautaro sostituito da un esterno o da un centrocampista per difendere il risultato, annullando però anche le possibilità di ripartire e affidandosi completamente all'attaccante belga, spesso stanco dopo il lavoro compiuto durante il match, favorendo quindi gli avversari e dando loro possibilità di recuperare il risultato. La rinuncia a certi giocatori anche a partita in corso come Sensi o lo stesso Eriksen che aiuterebbero notevolmente il palleggio della squadra appare inspiegabile, così come la scelta di schierare Perisic in un insolito ruolo di seconda punta al posto di Sanchez. 

Nonostante queste situazioni la squadra è comunque seconda a -3 dal Milan per cui è ancora in piena lotta per il suo obbiettivo. Vedremo se vi sarà un inversione di tendenza o se queste situazioni continueranno a ripetersi anche in futuro.