L’urna – non proprio benevola – di Nyon ha regalato l'Eintracht Francoforte per l’Inter di Luciano Spalletti approdata agli ottavi di Europa League dopo essersi sbarazzata abbastanza agevolmente degli austriaci del Rapid Vienna. Poteva certamente andare molto peggio, nei bussolotti c’erano formazioni come Napoli, Chelsea, Arsenal e Siviglia, ma i tedeschi sono comunque un avversario insidioso da come si è visto nel cammino fin qui in Europa. D’altronde le sfide “Italia-Germania” sono sempre spigolose a prescindere dai club in gioco.  Gli uomini di Adolf Hütter non stanno andando benissimo nella Bundesliga, attualmente al settimo posto, ma in coppa hanno invece avuto un cammino eccellente, sono passati insieme alla Lazio (perdente in entrambi i match) del girone eliminatorio facendo en plein di vittorie, ed hanno strapazzato ai sedicesimi lo Shakthar Donetsk.  L’Inter ha il vantaggio di giocare il ritorno (il 14 marzo) a San Siro, però potrebbe avere già la testa al derby di tre giorni dopo, ma bisognerà fare attenzione a non compromettere tutto nella gara di andata il 7 marzo alla Commerzbank Arena di Francoforte.

Eintracht: squadra giovane e super attacco. L'Eintracht Francoforte non si può certo considerare una big del calcio tedesco, ma le prestazioni fornite sul palcoscenico continentale quest'anno ci dicono che l’Inter dovrà fare molta attenzione a questa squadra e non dovrà prendere sotto gamba la sfida se non vuole correre brutte sorprese.  Ai nastri di partenza della stagione, dopo gli addii del tecnico Niko Kovac e di giocatori come Kevin-Prince Boateng e Marius Wolf, si pensava che avrebbe avuto molte difficoltà, invece sotto la guida dell’austriaco Adi Hutter ha trovato presto una sua fisionomia e per di più si è assistito all’esplosione di Luka Jovic. Anche in coppa era sfavorita dietro Lazio e Marsiglia, eppure si è qualificata brillantemente al turno successivo vincendo tutte le partite. La vittoria al Vélodrome contro il Marsiglia, finalista dello scorso anno, ha fatto capire che l'Eintracht avrebbe reso complicata la qualificazioni a squadre ben più blasonate. Anche il 4-1 contro la Lazio ha confermato la sensazione che questa squadra possa essere la vera sorpresa del torneo. L’unico stop finora è il pari in Ucraina contro lo Shakthar Donetsk, una squadra che da anni partecipa costantemente alla Champions, con il pareggio della gara di andata dello scontro diretto dei sedicesimi, poi travolti nel ritorno a Francoforte.

La stella della squadra è Luka Jovic, 21 anni, ex promessa della Stella Rossa con la quale detiene il record del più giovane marcatore della squadra strappando il primato ad un certo Dejan Stankovic che i tifosi interisti ricorderanno benissimo. All'Eintracht è arrivato in prestito dal Benfica e subito si è messo in luce anche in Germania diventando anche qui recordman: il più giovane giocatore a segnare 5 reti in una sola partita di Bundesliga. Ai vertici della classifica marcatori sia in Germania (20 reti) che in Europa League (6 gol) sarà il pericolo maggiore per l’Inter. Da tenere d’occhio anche l’altro compagno di reparto del serbo, ovvero Sebastian Haller, anche lui cecchino infallibile in campionato con 16 gol ed in coppa con 5. I due formano un attacco esplosivo, i terminali perfetti di una squadra offensiva e veloce. Hutter ha varato la squadra con il 3-4-1-2, una novità per il calcio tedesco, imprevedibile e aggressiva con difensori veloci e centrocampisti che sanno fare tutto. L’austriaco imposta il suo gioco sfruttando molto le fasce,  Danny Da Costa e Filip Kostic più che terzini si possono definire delle ali aggiunte in fase offensive. Per equilibrare una squadra che spesso si sbilancia in avanti ci sono i difensori molto veloci per ripiegare subito in difesa ove necessario. Il fantasista dietro le punte è il croato Ante Rebic, vice campione del mondo insieme a Brozovic e Perisic, che è passato anche in Italia senza molta fortuna giocando nella Fiorentina. Però in Europa il titolare solitamente è Gacinovic (2 gol in coppa) molto temibile per le sue stoccate fuori area.  Altro punto di forza è il portiere tedesco Kevin Trapp che ha lasciato il PSG per trovare più spazio e finora non ha deluso le aspettative. In definitiva l'Eintracht è una squadra molto offensiva, il migliore attacco di tutta l'Europa League con 23 reti, ma l’Inter ha tutte le carte in regola con De Vrij e Skriniar su tutti per disinnescare questo attacco atomico. Come detto bisognerà stare accorti alla partita di andata in Germania, la Commerzbank Arena contiene oltre 50 mila spettatori molto calorosi e rumorosi. I tedeschi però a volte soffrono di cali di attenzione e si fanno spesso sorprendere in contropiede dagli avversari. Ed è proprio questa una delle chiavi che dovrà sfruttare l’Inter.

L’inter dovrà fare una scelta: Coppa o Campionato. La passata stagione l'Eintracht ha ottenuto il pass diretto ai gironi di Europa League grazie al successo in DFB-Pokal (la Coppa di Germania). In finale unica ha battuto la corazzata Bayern per 3-1 con la doppietta di Rebic – che si è poi confermato ad alto livello anche al Mondiale di Russia – e il gol nel finale del jolly Gacinovic. Quindi è una squadra che non va minimamente sottovaluta e l’Inter per superarli dovrà impegnarsi al massimo delle proprie possibilità. Visto il calendario fitto di impegni e con Milan e Roma alle sue spalle ed in corsa che un piazzamento in Champions penso che la pratica Europa sarà abbastanza ostica. Spalletti dovrà sapere gestire al meglio dosando le energie dei suoi uomini. Presupponendo che la qualificazione si giocherà al ritorno a San Siro il 14 marzo, a soli tre giorni da un cruciale derby di vitale importanza per non finire risucchiati in una serrata e accesa lotta per il terzo e quarto posto, non sarà semplicissimo decidere chi mandare in campo. Soprattutto in avanti l’Inter infatti ha gli uomini contati. Oltre al noto caso Icardi – non si sa quando e se rientrerà in squadra – c’è anche l’assenza di Keita che sarà più lunga del previsto e non potrà essere ancora a disposizione.  In avanti restano Martinez come prima punta di ruolo ed eventualmente l’adattato Politano. È vero che la squadra senza Maurito sembra essersi ricompatta ed aver trovato nuovi sbocchi equilibri, ma è altrettanto vero che i gol dell’argentino sono sempre stati fondamentali per la squadra di Spalletti. A lungo andare inoltre l’Europa League è una competizione logorante, poiché ci sono molte partite (più della Champions) che ti impongono di giocare ogni tre giorni, impedendo recupero e giusto allenamento. Penso quindi, anche se nessuno lo ammetterà mai, che il tecnico di Certaldo dovrà fin da subito fare delle scelte. Cercare la gloria nell’avventura europea e rivivere antiche emozioni, oppure puntare tutto sul campionato snobbando la coppa? Penso che la strada che si intraprenderà, che non condivido affatto, sarà la seconda. È un peccato perché la Beneamata è una squadra forte, che se la sarebbe potuta giocare anche con le rimanenti inglesi e spagnole. Il doppio confronto contro il modestissimo Rapid Vienna ci ha lasciati una squadra brillante e vogliosa che è in grado di arrivare fino alla finale di Baku a giugno.

L’Europa League ha perso il fascino di una volta, soprattutto per la preponderanza della Champions League, diventata oramai quasi più importante di un mondiale, ma con l’avanzamento del torneo e con il pathos dell'eliminazione diretta l’Inter ha il dovere di cercare di arrivare fino in fondo e rivivere le emozioni delle grandi serate di coppa. Andare in Champions attraverso il giusto piazzamento in campionato, o provare a dare l’assalto alla coppa (al vincitore del torneo è garantito un posto in Champions al di là del piazzamento in campionato) passando su prestigiosi campi internazionali?