Anno nuovo, allenatore nuovo. In casa Inter ciò si verifica frequentemente negli ultimi anni. Però questo potrebbe essere quello della svolta. Luciano Spalletti, dopo aver rifiutato il rinnovo offertogli dalla Roma, è approdato all'Inter. 

Il tecnico toscano non vanta grandi trionfi nella sua carriera da allenatore. Anzi, ad essere onesti, se accostato ad uno dei suoi predecessori come Roberto Mancini, il bilancio è tutt'altro che a favore del nuovo tecnico. Tuttavia Spalletti è l'uomo giusto al momento giusto.

Da anni ormai la società di Suning, oltre a non vantare vittorie in termini di titoli, è scomparsa dalle competizioni internazionali, frutto di un rendimento altalenante in Serie A. Spesso abbiamo visto l'Inter, nelle ultime stagioni, dominare partite dal primo al novantesimo minuto, ottenendo anche vittorie non previste. Il tutto si andava esaurendo poi in sconfitte rimediate con squadre di bassa classifica. Insomma, ricordiamo più bassi che alti.

Eppure guardando alla rosa attuale dell'Inter (al netto di entrate e uscite derivanti dal mercato e dall'attività di Ausilio) si può affermare senza timore che la squadra possa competere per assicurarsi un posto in Champions League. Allora che cos'è che è andato storto in questi anni?

In primis le colpe vanno alla società (mi riferisco ad Erick Thohir & Co.), quasi sempre assente, mai lì a sostenere la squadra, a scuoterla nei momenti di difficoltà, a trasmettere il DNA interista (e grazie, cosa vuoi che ne sappia un indonesiano carico di grana). L'unica figura societaria a metterci la faccia, sempre e comunque, è stata Javier Zanetti.

Non meno responsabilità possono essere addossate alla guida tecnica della squadra. Vari allenatori si sono susseguiti. Benitez, Gasperini, Ranieri, Stramaccioni, Mazzarri, Mancini, De Boer, Vecchi, Pioli, Vecchi (no non stiamo giocando a tombola)... Tra i nomi sopra citati, gli unici in grado di guidare una squadra come l'Inter risultano i connazionali Ranieri e Mancini, senza offesa per gli altri. Se il primo meritava più conferma e più tempo, il secondo non ha gradito il tempo e la conferma concessigli e si è dileguato in estate. 

Ora finalmente arriva Spalletti.
La particolarità delle squadre allenate da Luciano risulta il bel gioco, un calcio offensivo ed entusiasmante, ovvero quello di cui ha bisogno l'Inter per risollevarsi e dare entusiasmo ai suoi tifosi. Il mister dovrà prima di tutto concentrarsi sui giocatori, dovrà creare da zero un gruppo fatto da tanti che pensano ognuno a se stessi: ciò che serve è soprattutto la coesione all'interno dello spogliatoio.
Tale coesione è mancata eccome negli ultimi anni. Ma mister Spalletti sarà in grado di creare l'atmosfera giusta e riportare l'Inter ad essere prima di ogni altra cosa, una squadra che gioca coesa.
In campo andranno solo chi farà il bene del collettivo, tutti gli altri in panca o in tribuna. Inoltre il tecnico si è creato una certa reputazione grazie alla sua capacità di non farsi influenzare da fuori: se non ci credete, chiedete a Totti.

Non serviranno spese pazze e rinforzi. Servirà lavoro, tanto lavoro e sacrificio. Forse è presto per dirlo, ma io, da antagonista, sono felice di poter dire: BENTORNATA INTER.