È un’Inter rinata rispetto a quella di inizio campionato. Le lezioni inflitte da Spalletti, le critiche dei tifosi e la consapevolezza che le altre pretendenti non stanno a guardare hanno fatto crescere non poco i nerazzurri. E proprio la faccia del tecnico di Certaldo dimostra che c’è stata una scossa all’interno del gruppo; niente più leziosismi, corse a vuoto e imprecisioni sotto porta, ma possesso palla e giocate semplici. Un po’ la filosofia di Borja Valero, elemento importante per questa squadra. 

Ma agli occhi di tutti si piazza lui, il nuovo astro nerazzurro, Lautaro Martinez. Adesso i tifosi interisti lo possono urlare ad alta voce perché il Toro è tornato e gli effetti si sono visti subito. Corsa, grinta e perseveranza, quello che serve nel calcio moderno e che tanto piace al pubblico intransigente di San Siro. E lo stadio che urla il suo nome fa riflettere perché a questo punto sorgono dubbi sulla coesione con Icardi. L’Inter vista contro il Cagliari è sembrata una squadra consapevole dei propri mezzi e formalmente “educata”, come devono essere i bambini a scuola con compagni e insegnanti. Spalletti ha proposto ancora una volta il 4-2-3-1 con Nainggolan ad agire alle spalle della prima punta e Borja Valero a impostare. Insomma, un turnover massiccio per affrontare al meglio il Psv Eindhoven di Vam Bommel, ma soprattutto un modo per dare minutaggio a coloro che hanno giocato meno. E proprio le riserve, se si può dire così, hanno aiutato l’Inter a vincere la partita. Ma se nella mente di Spalletti Lautaro Martinez è una riserva, adesso il tecnico toscano dovrà riflettere attentamente perché a differenza di Icardi, il 10 nerazzurro si muove molto e aiuta la squadra anche in fase di non possesso. Un po’ come Griezmann all’Atletico Madrid e il caso vuole che proprio il Cholo Simeone era arrivato vicinissimo ad acquistare il Toro. 

Un anno fa di questi tempi vi era l’hastag “senza tregua”, adesso invece è tempo di cambiare perché la “Lautaromania” è appena iniziata.