Il mercato di gennaio è da sempre quello delle idee e delle occasioni tra giocatori vogliosi di riscattare altrove una prima parte di stagione poco positiva e altri che vicini alla scadenza di contratto vengono velocemente allontanati in nome di una minima entrata economica. Insomma, un mercato definito di riparazione per appunto riparare i danni commessi nella lunga sessione estiva tra squadre costruite per grandi obiettivi e ritrovatesi nei fatti a lottare per altri (vedi squadre come Torino,Parma e Cagliari) e compagini che cercano di puntellare la rosa con innesti capaci di aiutare nelle turnazioni (come il Milan).

In casa Inter il mercato di gennaio doveva proprio servire per puntellare la rosa che necessitava di un'alternativa fisica a Lukaku e in un nuovo innesto sulla corsia mancina viste le prestazioni di Young (meno performanti rispetto alla scorsa stagione) e l'incompatibilità di Perisic con il ruolo. Invece la crisi mondiale economica e la decisione di Suning di andare al risparmio avevano chiuso sul nascere qualsiasi idea di mercato con l'Inter pronta a confermare la squadra attuale e che anzi era al lavoro per sfoltirla dal punto di vista degli ingaggi (Eriksen primo della lista dei cedibili) e dal punto di vista numerico (vista anche l'eliminazione dall'Europa).
Come detto, però, gennaio è il mese delle occasioni ed ecco che a pochi giorni dalla chiusura della porta del calciomercato una grande occasione sta bussando alla porta di Marotta e Ausilio: Dzeko.

Era l'estate del 2019 e Conte, appena insediatosi sulla panchina nerazzurra, aveva indicato in Lukaku e Dzeko il duo offensivo sul quale costruire la sua Inter. Se il centravanti belga è alla fine approdato alla corte del tecnico salentino (dopo una trattativa lunga ed estenuante che aveva portato Conte al primo alterco pubblico con Marotta), diverso fu il destino del bosniaco, che prima viene sedotto da Marotta e poi abbandonato per via della forte incongruenza tra l'offerta nerazzurra (che teneva conto comunque del contratto in scadenza a giugno 2020) e la richiesta della Roma.
A far tramontare definitivamente la trattativa ci pensò lo stesso attaccante che decise, con stupore di molti, di prolungare il contratto con la Roma visto anche il forte legame creatosi con la città. Legame, però, messo in crisi durante la stagione per via del rapporto non proprio idilliaco con Fonseca e con la società.
Proprio il legame con Fonseca subisce un duro strappo al termine della partita di Europa League contro il Siviglia, dove l'attaccante e capitano giallorosso punta il dito contro le teorie del tecnico portoghese che viene così indicato come il primo responsabile dell'eliminazione dalla coppa. Inizia così un'altra estate di trattative dove però ad essere al centro dei pensieri di Dzeko non è più l'Inter ma la Juventus. Alla ricerca di una punta importante per lo scacchiere tattico di Pirlo, Paratici vede Dzeko come l'uomo giusto per esperienza e carisma da immettere nella rosa. Lo stesso Pirlo sarebbe ben contento della scelta e inizia così una trattativa tra le parti che sembra procedere anche ad una discreta velocità. A rovinare i piani di Roma e Juventus ci pensa però Milik, che rifiuta a più riprese le offerte della Roma, che aveva individuato solo nel polacco il sostituto di Dzeko. Anche qui il tempo passa e alla fine la Juve vira su Morata, mentre Dzeko resta ancora a Roma nonostante i suoi dubbi sulla convivenza con Fonseca.

Si arriva così all'ultimo atto che vede Dzeko litigare pesantemente con l'allenatore dopo le pesanti sconfitte con Lazio e Spezia e la società costretta a prendere una decisione che questa volta sia definitiva e chiuda una volta per tutte la questione.
Nonostante si parli insistentemente di un approdo di Allegri sulla panchina giallorossa, la società decide di confermare Fonseca (soprattutto alla luce della reazione in campionato contro lo Spezia) e di mettere sul mercato Dzeko nel frattempo finito fuori rosa per ordine dell'allenatore. 

In un mercato senza soldi e fatto solo di idee, il nuovo dirigente giallorosso Pinto capisce che l'unica soluzione possibile diventa lo scambio, visto che una volta ceduto Dzeko bisognerebbe trovare il suo sostituto. Ecco, quindi, che l'attaccante prima viene offerto al Psg in cambio di uno tra Icardi e Kean (ottenendo risposte negative su entrambi), poi all'Inter in uno scambio con Sanchez che ha subito solleticato i dirigenti nerazzurri. Economicamente parlando, i due club starebbero discutendo del problema ingaggi visto che sul contratto di Sanchez pesa il decreto crescita e che l'Inter non può al momento aumentare il proprio monte ingaggi. La soluzione potrebbe essere l'inserimento di un altro calciatore (oltre al cileno) che potrebbe essere uno tra Pinamonti (sarebbe ancora più chiuso dall'arrivo del bosniaco),Vecino (reduce da un lungo infortunio e forse alla fine della sua esperienza a Milano) e Radu (vice Handanovic che al momento non trova spazio). Tecnicamente parlando, invece, il bosniaco sarebbe l'uomo giusto per le idee di Conte, visto che oltre al ruolo di vice Lukaku potrebbe benissimo svolgere il ruolo di partner del belga viste le caratteristiche simili, ma complementari dei due.

Saranno quindi ore febbrili, con l'Inter che potrebbe diventare la vera protagonista degli ultimi giorni di mercato con l'acquisto del centravanti bosniaco, al quale potrebbe aggiungersi Eder, che potrebbe tornare a vestire il nerazzurro in caso di addio a Pinamonti (oltre alla Roma ci sono Bologna, Udinese e Parma sul giocatore).