La querelle Inter – Icardi e Wanda Nara, è ben lontana dal placarsi; anzi ormai si può parlare apertamente di guerra. Le dichiarazioni e i tweet si susseguono a ritmo quasi frenetico, e ora l’una e ora l’altra parte sembrano sul punto di capitolare. Non solo, ma intanto sono pure nati due partiti – come al solito in Italia – che si sono schierati  uno a favore dell’Inter e l’altro a difesa di Icardi e Wanda Nara.
E giù discussioni a non finire; ora Icardi deve chiedere scusa allo spogliatoio – se non mi ridanno la fascia non gioco più (fuori onda pausa Tiki Taka). Insomma è guerra aperta. A dire il vero c’è stato un momento che sembrava che entrambe le parti avessero imboccato la via della riconciliazione; le lacrime di Wanda Nara, l’Inter è la nostra famiglia, la promessa di Marotta che nel giro di qualche settimana avrebbe fatto pervenire una proposta adeguata di rinnovo contrattuale.

Ma è stato un falso allarme, come a riprendere fiato prima di sferrare l’attacco decisivo – perché non è più una guerra aperta ma si è trasformata in “continua” e rischia di durare a lungo: fino a giugno.
Il motivo forse è più semplice di quanto crediamo; la guerra in atto è solo mediatica, serve a sviare l’attenzione pubblica perché sotto sotto c’è un accordo ben preciso, non voluto ma necessario e tacito: l’Inter vuole vendere Icardi e Maurito se ne vuole andare da Milano, questo è l’accordo.
Ormai la situazione non si recupera più, perché la volontà di entrambe le parti va nella stessa direzione; ed è la soluzione al momento più conveniente. Per cui non ci sarà né un vincitore né un vinto, ma solo due abili ed inamovibili contendenti; perché l’Inter non può vendere mezzo spogliatoio – quello contrario a  Icardi – per cui meglio vendere un solo giocatore, e visto che è il migliore: cercare di fare cassa.

L’argentino dal canto suo,  per levarsi dall’impaccio di doversi ripresentare in uno spogliatoio che non lo vuole più, leverà volentieri le tende verso altri lidi – forse bianconeri di Torino o solo blancos di Madrid - dove sarà facile concludere contratti per somme superiori agli attuali 4 milioni l’anno.

Quindi, per dirla col linguaggio pugilistico, si concluderà con un: No Contest; ma mentre nella nobile arte questo tipo di verdetto spesso lascia insoddisfatti i due contendenti, nel nostro caso è probabile che possano sorridere entrambi.