Immaginate di chiudere gli occhi e pensare per un attimo alla vostra infanzia; vi immergete in un universo passato troppo rapidamente, ma nel silenzio della vostra casa percepite nei minimi dettagli questo ritorno al passato.
Nella vostra mente ritornano i ricordi dei momenti magici e gloriosi, quelli passati con i vostri amici il sabato pomeriggio quando le lezioni scolastiche  davano un tregua fino al lunedì mattina. E subito tornano alla luce le canzoni del passato, le corse con il fiato in gola e il gioco del calcio, centrale nella vostra visione del mondo. Ricordate anche i luoghi che vi sembravano magici nel ricordo di quando eravate piccoli e tornate per qualche istante a vedere il mondo con gli occhi di un fanciullo; un mondo perfetto, privo di problemi e caratterizzato da tante emozioni che ruotano infinite volte, come un pallone nei prati verdi inglesi. 

Poi però, il tempo passa e siete costretti ad aprire gli occhi. Subito percepite il rumore delle auto, le news che non lasciano ben sperare e la consapevolezza che nella vita non ci si può fermare neanche per un istante perché la frenesia prende sempre il sopravvento quando si diventa adulti. Ecco, dalla gloria del passato e dalla bellezza del ricordo, siete tornati in pochi minuti alla realtà, e già sentite voglia di immergervi ancora una volta nei tempi trascorsi. 

Tutto questo succede anche nello sport e in particolare all’Inter, che si è trovata a passare una settimana strana, colorata di un colore speranzosa, ma terminata con l’oscurità più profonda. Sì, perché la vera gioia per i sostenitori dell’Inter non è stata la serata di martedì, ma quello che è successo il giorno seguente, quando l’ex tecnico nerazzurro José Mourinho si è esaltato all’Allianz Stadium come sa fare solo lui. Al termine di Juventus-Manchester United, il portoghese non solo ha festeggiato la splendida vittoria in rimonta, ma ha risposto a tutti gli esseri dotati di scarsa intelligenza che lo hanno fischiato, insultato è offeso pesantemente. Quando si tocca la famiglia il leone ruggisce ed è per questo che Mourinho ha fatto la cosa giusta. Ma il significato che è venuto fuori dalla serata di mercoledì si interseca con il passato e appoggia questa equazione letteraria perfetta: Mourinho in Italia uguale vittoria. Sì, perché lo Special One ha dimostrato ancora una volta che quando torna in Italia, sua patria sportiva, comanda sempre e se fosse alla guida di un club di A, Inter su tutti, avrebbe continuato a trionfare, come solo lui sa fare. 

L’Inter, per almeno una serata, è tornata ad assaporare i vecchi ranghi del passato e ha capito che la storia è immortale e con Mourinho non si scherza perché solo lui è capace di riscriverla allo stesso modo, senza un minimo errore. Allegri ne ha fatto le spese e lo spettacolo che è venuto fuori ha deliziato non poco in Corso Vittorio Emanuele.

Ma dalla settimana di gloria, si torna al presente.
E così come le frenesia intacca la bellezza passata, l’Inter è stata ridimensionata non poco da una splendida Atalanta. Un 4-1 che sa di pestaggio brutale, con l’intento di cancellare quanto di buono era stato fatto sino ad ora. Spalletti sbaglia completamente formazione, non gestisce bene i cambi e per di più a deludere è proprio la difesa, l’arma più forte dell’era spallettiana. E dopo poche ore, proprio lo United di Mourinho perde contro la rivale cittadina, il City di Guardiola. Il tempo è passato per entrambi, ma come dice il detto, a volte i vecchi amori ritornano e se davvero Mourinho tornasse all’Inter, cosa accadrebbe nel campionato di Serie A. Per adesso ognuno segue la strada, ma il mondo è tondo e spesso gli amici di una vita si ritrovano proprio dove non ti aspetti.