Vi chiedo preventivamente venia. Ho provato a iniziare un pezzo senza preambolo e ammetto che sarebbe stato più snello, ma non posso non citare Milano. Quando tratto della grandezza dell’Inter o dei cugini rossoneri, penso alla maestosità del luogo che rappresentano. Il calcio ha un’imprescindibile connotazione sociale. Senza l’ambiente esterno non avrebbe senso ed è proprio per questo che mi auguro di rivedere al più presto i tifosi sugli spalti. Le mille presenze attuali donano già un significato diverso rispetto alla desolazione degli impianti vuoti che abbiamo forzatamente dovuto vivere immediatamente dopo il lockdown. Sarebbe fantastico poter ammirare nuovamente il cuore palpitante intorno al campo. E’ chiaro che tale passaggio deve svolgersi gradualmente e in sicurezza, ma mi auguro che si possa imminentemente riprendere il cammino. Tornando al Capoluogo Lombardo, penso al Duomo con il suo solenne stile gotico. La mente viaggia verso il Castello Sforzesco, la Pinacoteca di Brera e miriadi di altri luoghi artistici. Immagino, però, anche il commercio e il fulcro economico di un mondo assolutamente vivo. Quando si rappresentano quei posti non si può non considerare il senso di vivacità che emanano da ogni poro. Come non trattare dei Navigli e della loro mondanità o della moda? E’ chiaro che, ultimamente, tutto questo è forzatamente rallentato da una terribile emergenza che sta distruggendo la beltà di un’esistenza movimentata sostituendola con la morte della stasi. Lentamente, però, si sta provando ad allentare la morsa tornando, in sicurezza, alle attività e Milano non può che risentirne piacevolmente. Lo stesso sentimento le sarà provocato da un recrudescenza di grandeur che le sue compagini stanno vivendo. La città meneghina merita tali palcoscenici.

Ricordo un magnifico film di Aldo, Giovanni e Giacomo in cui il primo pronunciava queste parole: “E’ il ritorno della grande Inter. Se non sbaglio il riferimento è al capolavoro della commedia chiamato Tre uomini e una gamba. D’altronde il magico terzetto ambrosiano ha elaborato sempre opere superbe perché riescono a trattare tematiche complesse con una fine ironia mai eccessiva o pesante. Li adoro. Tornando a noi, ogni volta che penso alla Beneamata mi sovviene la frase del comico siciliano. Mi pare che sia perfetta per questo momento. Dopo 10 anni i nerazzurri si giocano uno Scudetto partendo con il 50percento di chance di vittoria. La vedo proprio così.

Qui un’ipotesi di 3-5-2: Handanovic; Bastoni, De Vrij, Kolarov; Hakimi, Barella, Brozovic, Vidal, Perisic; Lutaro, Lukaku. Signori, che bomba! Ma che squadra è?! Fantascientifica. Penso sia inutile nascondere che il calcio segua dei cicli. Molto sovente somigliano a mode. Dall’Olanda con i terzini sovrapponibili si è passati al Milan di Sacchi. Abbiamo assistito al tiki-taka guardiolano che ha sfidato, battuto e perso contro il “catenaccio” di Mourinho. Oggi è il turno della difesa a 3 con un esterno spostato nella retroguardia. Tale sistema è stato ideato dal City del citato Mago Pep. E’ sempre lo spagnolo che reinventa il gioco del pallone. Il pensiero corre subito a Cancelo. Nella Juve di Allegri, il portoghese era un terzino con licenza di spingere. Praticamente un’ala. In Inghilterra è stato schierato pure nel cuore della difesa. Pazzesco. Tale strategia, che non ha coinvolto solo il lusitano, è traslata in Italia. Guardate Pirlo! Danilo è ormai titolare del trio arretrato. Esperimento con frutti? Beh, vedendo le ultime uscite direi proprio di sì. Meglio in quella posizione che da terzino con Sarri. Non ne faccio sicuramente una colpa al toscano, ma il carioca pare essersi adattato bene alle richieste del suo nuovo mister. Sia contro la Samp che a Roma è risultato tra i migliori in campo. Pure Alex Sandro è stato provato in quelle zone. E l’Inter? A nessuno sarà sfuggita la nuova vita di Kolarov. E ci sta. Mamma mia se ci sta. Soprattutto l’età dona all’esterno un’esperienza e una consapevolezza che gli consentono di agire da quelle parti. D’altronde tali mansioni sono certamente più vicine ai compiti dei terzini rispetto ai dettami dei centrali a due. Bastoni e De Vrji rappresentano certezze. E le alternative? Parole sue, D’Ambrosio è pronto a mettere in difficoltà Conte. Skriniar non è ancora stato ceduto e Ranocchia è parte della rosa. Forse lo slovacco non ama le teorie del mister salentino e Andrea non è una garanzia assoluta, ma sono comunque giocatori di spessore.

Se si tratta degli esterni, la situazione è ancora più rosea. Hakimi è devastante. E’ nato nel 1998. Si adatterà al nostro calcio perché è fresco ed è come una tela ancora da dipingere. Sono certo. Perisic può giocare in quella posizione. Mancano i titolari? Senza scomodare Kolarov e D’Ambrosio che rappresentano sicuramente la soluzione principale, ecco Asamoah e soprattutto Young. Pure Dalbert è di nuovo disponibile. Per dirla con Cassano: “Bene, bene!”. Se immagino la mediana, da juventino, “sbarello”. Scusate il gioco di parole non voluto con Barella. Proprio l’italiano è l’orgoglio della nostra Nazionale. E’ un calciatore con prospettive straordinarie. Mi ricorda il giovane Vidal appena sbarcato a Torino. Forza fisica associata a una tecnica sublime e capacità tattiche micidiali. Potenza e aerobica. Inserimento e gol. Super. Le sue doti si sposano magnificamente con quelle di Brozovic, regista puro. Il croato detta i tempi e sa imporsi in fase di non possesso grazie alla velocità di pensiero. Queste sono pure le prerogative di Sensi. Ottima alternativa e potenziale titolare. L’altra mezz’ala è proprio il citato cileno. Si tratta di quel Guerriero tanto stimato da Conte e di cui è inutile parlare. Il valore del giocatore è arcinoto. Manca Arturo? C’è Radja. Nainggolan è la copia del sudamericano. Non si può dimenticare neppure Gagliardini. “Mister Conte, ma cosa vuole di più?” . Ed Eriksen? Basta optare per una lieve modifica tattica varando il 3-4-1-2 che ha sfidato la Fiorentina. E’ chiaro che, in questo caso, alla mediana, esterni compresi, è richiesto un sacrificio ulteriore in fase di non possesso perché viene a mancare densità nel cuore del campo. In attacco la LuLa non si tocca. Il riferimento è alla coppia formata da Lukaku e Lautaro che, nella passata stagione, ha fatto impazzire molte difese. Sanchez è stato relegato al ruolo di alternativa. Al momento Pinamonti è la quarta punta. Attenzione perché si parla di un ragazzo del 1999 molto forte. E’ un’ipotesi da non sottovalutare. Ha già avuto importanti esperienze.

Questa squadre può vincere lo Scudetto? Certo che sì, anche se avevo indicato la Juve come leggermente favorita pure per questioni di cuore e non modifico il mio parere. Per il dizionario Treccani, la provocazione è “la sfida a un combattimento o a un ‘duello’ o anche “l’appello a un giudice superiore”. E’ chiaro che questo mio pezzo potrebbe essere considerato una voluta iperbole e così è ma, se Conte rinunciasse alla difesa a 3 scegliendo un reparto a 4 e un rombo di centrocampo, avrebbe persino la forza di centrare il bersaglio grosso europeo. Mi spiego.

Handanovic; Hakimi, De Vrij, Bastoni, Kolarov; Nainggolan, Brozovic, Barella; Vidal; Lautaro, Lukuaku. Beh, che ne dite? Non rimanete a bocca aperta? Da juventino tremo. Tanta roba. Il tecnico leccese sostiene che il marocchino, nuovo arrivato, abbia propensioni da esterno in un centrocampo a 5. Ribadisco che ha 22 anni e penso possa apprendere ancora tanto. Ha il fisico e la corsa per occupare tutta la fascia. A quell’età si impara in fretta. Il medesimo discorso vale per l’italiano ormai abituato a un reparto a 3 uomini. L’olandese e il serbo, invece, non avrebbero alcun problema. Anzi, quest’ultimo, più bloccato, potrebbe consentire ad Hakimi di spingere maggiormente sul gas. Soluzioni diverse: D’Ambrosio, Dalbert, Young e Asamoah sui terzini. Skriniar e Ranocchia come centrali. Il Ninja, invece, potrebbe trovare lo spazio che può faticare a recuperare altrimenti. Credo che la “garra” e la voglia di dimostrare il suo elevato valore lo condurranno a una buona stagione. Se Conte deciderà, come pare, di trattenerlo avrà notato in lui fame e sentimenti che un anno fa non percepiva. Da questo punto di vista, il pugliese è una certezza. Riuscirebbe a recuperare la verve anche in calciatori che hanno già appeso le scarpette al chiodo da tempo. “Ma non convive con Vidal!Uno: è tutto da dimostrare. Due: sono calciatori esperti, dai trascorsi gloriosi e che hanno calcato palcoscenici importanti. Come possono non riuscire a evitare di pestarsi i piedi se sono schierati in due reparti diversi?! Arturo ha già occupato brillantemente il ruolo di trequartista nella Juventus. In quella posizione raggiunse persino una finale di Champions sfiorando il triplete e riusciva a gestirsi con Pogba, pure lui centrocampista d’assalto anche se con caratteristiche diverse dal belga. I compiti di Brozovic e Barella non subirebbero modifiche di rilievo rispetto a quelli tipici del 3-5-2. Le alternative, poi, non mancherebbero con i nomi di Sensi, Gagliardini ed Eriksen. Per quanto concerne l’attacco, invece, vedasi sopra. E Perisic? Beh, il campione d’Europa è quello che rischierebbe di subire il maggior svantaggio da un simile modulo, ma lo vede ottimamente adattabile al ruolo di seconda punta. Sì, credo che abbia la propensione per affiancare un calciatore come Lukaku. Il croato dispone di grande velocità e buon tiro. Potrebbe raccogliere le sponde del compagno per lanciarsi a rete. Non è detto che debba partire da esterno. Alla luce di tutto ciò, un modulo simile mi pare quasi perfetto.

In sostanza, c’è poco da fare. Da juventino, comunque la giro, vedo una stagione molto più complessa del solito. D’altronde è giusto che sia così perché iniziavamo ad annoiarci. Ora qualche tifoso bianconero capirà bene che vincere non è mai semplice nemmeno in Italia e sono 9 anni che la Vecchia Signora ci regala lo Scudetto...