Ci fosse stato Massimo Moratti, con grande probabilità, Icardi e Nainggolan sarebbero ancora in rosa, probabilmente il primo senza fascia di capitano ma con l'obiettivo di riconquistare la credibilità, soprattutto nei confronti della maggior parte dei tifosi che sono stanchi del suo ego pompato da un'agente poco professionale e intenta a postare il suo corpo sui social. Moratti avrebbe chiesto cortesemente a Wanda di non mischiare affari con il tempo libero e probabilmente oggi Icardi avrebbe ancora spazio nello spogliatoio e una maglia da indossare; probabilmente avrebbe anche continuato ad essere separato in casa con il resto dei suoi compagni. 

Zhang, a differenza del patron tifoso del triplete, segue una linea rigida. Marotta, Ausilio e il nuovo tecnico Conte, pur con un indelicato modo di comunicare al calciatore la posizione della società, hanno preso le loro decisioni e puntano ad una semi rivoluzione. Perso (?) Lukaku e con il difficile obiettivo Cavani, stanno cercando di cambiare il reparto avanzato, ma tutto sembra un pantano di teorie di giornalisti e opinionisti e illusioni per i tifosi che stanno seriamente iniziando a scocciarsi. Effettivamente, a distanza di 24 giorni (l'equivalente di 3 settimane e mezzo), l'attacco dell'Inter è un disegno fatto a matita con continui segni di gomma da cancellare e all'orizzonte non si intravede alcuna certezza. L'affare Dzeko, l'unico che sembra procedere anche se a passo di lumaca è una flebile fiammella in un tunnel oscuro: sì perché seppure il bosniaco arrivasse entro il weekend, siamo tutti d'accordo che l'attacco non è assolutamente completato; fra l'altro un Dzeko a 33 anni non può (e non deve) essere considerato il "futuro", ciò concerne che nella parentesi invernale la squadra di Conte dovrà già avere certezze per il mercato estivo 2020 - in soldoni servono minacce potenti lì davanti; Lautaro Martinez dovrà dimostrare più dello scorso anno la grinta che lo ha visto più volte protagonista nelle gare dell'ultima stagione e meritarsi quella maglia (la 10); il discorso Edin Dzeko vale anche per l'eventualità Cavani, 33 anni il prossimo febbraio, una punta fortissima ma che ha il timer qualitativo - la mia idea è che lui, più del bosniaco, ha almeno un altro anno sulle gambe ma è tutto da vedere.

Se Conte avrà a disposizione Cavani e Dzeko più Lautaro Martinez, sarà sicuramente un buonissimo reparto d'attacco ma la squadra nerazzurra ha il dovere di non interrompere i contatti con le varie big d'Europa per procurarsi dei sostituti di classe A per i prossimi anni. In fin dei conti, l'allenatore ex-Juve ha giustamente comunicato che per tirare su una squadra competitiva bisogna avere pazienza: io sono d'accordo. Non è possibile pensare di fare la campagna Morattiana, soprattutto dopo il purgatorio del FFP, e pretendere di dare testa alla Juventus, squadra dalla rosa irraggiungibile ad oggi. Impensabile.

Tuttavia, se la squadra di Conte dovesse iniziare un percorso di vittorie, di gioco spietato e di schemi veloci, l'Inter ha serie possibilità di infastidire la creatura di Sarri e, con la complicità di Napoli e Roma (squadra con mercato troppo sottovalutato fino ad ora) di compromettere l'obiettivo obbligatorio della Juventus, vincere il nono scudetto consecutivo. Ma attenzione: il continuo sbuffare del tifoso nerazzurro è conseguenza di un altro timore. L'Inter deve affrontare anche la Champions League e, sebbene l'anno scorso abbia sfiorato il pass per gli ottavi, quest'anno dovrà puntare a qualcosa di meglio - andando in Europa League, la squadra di Conte avrebbe il dovere di arrivare fino in fondo e non di fermarsi agli ottavi di finale contro l'Eintracht con una prestazione scialba. Con il palco europeo più prestigioso, la squadra nerazzurra dovrà avere una rosa competitiva, cercando di avere i ricambi giusti in tutti i ruoli, ricambi di qualità. 

I tifosi, sull'orlo di una crisi di nervi, devono avere pazienza. Penso che se si dovesse arrivare ai nastri di partenza con una squadra senza un attacco completo e i restanti acquisti, sarebbe un disastro più in termini di comunicazione e di blasone che in termini economici (comunque enormi). Dubito fortemente che la dirigenza possa avere il coraggio di arrivare al 23 agosto (o 2 settembre, chiusura ufficiale del mercato) senza nomi nuovi. 

Serve calma e gesso: la squadra sarà pronta per l'inizio di stagione.