Dal minuto '92 del derby di Milano è scoppiato il putiferio: l’Inter è fortunata, sa  vincere solo all’ultimo minuto e se si trova terza in classifica gran parte del merito va anche all’appoggio astrale, quello del destino che non sorride a tutti. Così il web si popola di commenti che fanno riferimento alle ultime prestazioni dei nerazzurri; i commenti vanno dalla vittoria in rimonta contro il Tottenham al secondo gol di Mauro Icardi contro lo Spal nella penultima giornata. Il tutto però porta sempre alla rete del bomber argentino nel derby, visto non come ricompensa per il massimo sforzo nell’arco dei 90 minuti bensì come semplice fortuna. 

In tutta onestà mi dissocio apertamente da chi crede che l’Inter si trovi in quella posizione per puro aiuto divino perché i 12 punti conquistati nel recupero (compresa la sfida con gli Spurs) dimostrano che l’Inter dopo tanto tempo è tornata squadra. Luciano Spalletti ha trovato un gruppo sportivamente depresso, privo di ogni convinzione e grinta agonistica. La stagione disastrosa iniziata con De Boer aveva fatto scoppiare la contestazione più dura e all’arrivo del tecnico toscano la Curva Nord e più in generale l’intera tifoseria sono tornati a risplendere sotto il blasone della squadra. Spalletti ha dimostrato di essere l’uomo giusto per la rinascita e ha insegnato ai suoi ragazzi che anche quando non va vale sempre la pena riprovarci. Una frase che insegna anche nella vita, ma nel calcio trova libera espressione con il DNA dell’Inter, da sempre tignoso e difficile da arginare. L’Inter di quest’anno, dopo le vittorie sofferte dello scorso campionato ha dimostrato di essere presente in ogni match, partendo dal muro difensivo e arrivando all’attacco guidato da capitan Icardi. Una macchina che si muove in modo particolare, quasi a folate; tanti tocchi a centrocampo, aperture sulle fasce e cross indirizzati alla prima punta. Ma  soprattutto capacità di non mollare mai. Anziché stare a considerare l’Inter come baciata dalla fortuna, sarebbe opportuno dare i meriti in base a come sono arrivate le vittorie nel recupero.

INTER-TOTTENHAM, LUCE NELL’OSCURITÀ.

Inter Tottenham, prima gara europea per Spalletti. L’Inter parte bene, ma viene beffata ad inizio secondo tempo da una deviazione di Miranda che trasforma un tiro di Eriksen in una parabola con vertice alle spalle di Handanovic. San Siro mugugna perché se l’Inter perde rischia di abbandonare già le chance di qualificazione, ma la perseveranza, i cambi di Luciano e la grinta di un gruppo di ragazzi esemplari hanno la meglio. Icardi indirizza la palla in rete con precisione chirurgica e Vecino dimostra che a San Siro le sfide non finiscono mai.

SAMP INTER, MAI DIRE MAI.

Partita stregata per i nerazzurri. Il pallone non vuole entrare e il Var annulla due gol ( il primo molto dubbio). L’Inter insiste e in un campo arcigno come quello di Genoa sblocca finalmente il risultato nei minuti di recupero. Fortuna?

SPAL INTER, IL CAMPO CHE NON TI ASPETTI.

Arriviamo allo stadio Mazza di Ferrara. L’Inter va in vantaggio in modo fortunoso con il suo capitano salvo poi essere messa in netta difficoltà dagli uomini di Semplici. I padroni di casa dopo aver sbagliato un rigore trovano nella ripresa il pari con Paloschi, ma poco dopo Icardi buca Gomis con un tiro preciso all’angolino. Gara sofferta, ma quando la Juventus vince così si parla sempre di grande squadra. Perché non farlo con l’Inter?

IL DERBY DEL POPOLO.

E concludiamo con il derby di 2 giorni fa. L’Inter in un  San Siro gremito disputa una grande partita, non facile dopo la  resa di Nainggolan. Ma i ragazzi di Spalletti ingabbiano il Milan nella sua metà campo e alla fine, dopo tante occasioni tra cui un palo di De Vrij trova il vantaggio con Icardi. È l’ultimo minuto, ma la partita non si è ancora conclusa.

Fortuna? Non penso proprio. Semmai voglia di fare e onore alla maglia, è diverso.