Giochi nella Lazio. Crei occasioni su occasioni, illumini con le tue giocate il popolo biancoceleste dell’Olimpico, ma soprattutto fai emozionare i bambini, che appena tocchi la palla si illuminano d’immenso, sulle orme dei loro miti, anche se in questo caso l’eroe sei tu. Poi il mercato che non lascia campo neanche ai più folli ti trasferisce nel principato di Monaco. Arrivi in un campionato diverso e qualcosa si inceppa, perche quella è la terra del PSG e tutto il resto conta relativamente. Ti chiudi in un angolo e pensi anche ai tuoi errori, ti domandi perché non riesci ad essere più decisivo e trovi la risposta in un’ombra. Rifletti attentamente, decidi di porre la mano nuovamente all’Italia e il segnale che ti arriva porta con se il nome di uno dei club più affascinanti al mondo: l’Inter. Non hai un minimo di esitazione e accetti immediatamente perché a Milano trovi Spalletti, tuo grandissimo ammiratore. Parti e arrivi sotto il Duomo, senti che l’aria si fa più pesa, ma se hai resistito alla pressione di Roma e all’intransigenza di una tifoseria, quella della Lazio, che pretende cuore e orgoglio, credi di essere all’altezza.

Parte il campionato. Giochi da punta, ma non segni, ti mettono in posizione defilata e non rendi al meglio, ma soprattutto, tra i tanti giocatori che con te sono arrivati a Milano, sei quello che viene pizzicato di più dal pubblico interista. Torni allora nel solito angolino di riflessione, ma a differenza della nostalgia che pativi in Francia, trovi la risposta alle tue difficoltà, perché hai l’anticorpo che annulla ogni virus, San Siro. Arriva il Frosinone, parti a giocare dall’inizio, le gambe vanno e segni 2 gol. Qui ritrovi la tua identità.

La storia di Keita Baldè sembra essere proprio questa, un racconto fiabesco che potrebbe concludersi in un lieto fine di altissimo valore. L’Inter ha dominato contro un Frosinone coraggioso, che ha affrontato una delle squadre più forti del campionato con dignità e voglia di fare. I nerazzurri però si sono imposti con un secco 3-0, che glissa ogni sospetto piombato sulle prestazioni precedenti del club di Spalletti. E oltre al solito gol di Lautaro, che si è ancora messo in luce davanti al suo popolo, questa volta si è sbloccato il misterioso Keità, unico tra i nuovi acquisti che non aveva ancora mostrato quelle qualità ammirate ai tempi della Lazio. Questa sera però il senegalese è riuscito ad approcciare il match con un piglio più aggressivo e la conclusione che ha trafitto Sportiello sul suo palo ha dimostrato una tentazione da gol difficile da evitare, e il pallone, per la prima volta da quando Keità veste il nerazzurro è finito in rete. E poi la precisione chirurgica nello sfruttare l’assist perfetto di Politano, che lo ha messo davanti al portiere con una palla con scritto “spingimi”.

Insomma, sembra essere iniziata la fase successiva della crescita interista. Si chiama completezza, ma per essere riempita al 100% serve una continuità particolare, che è quella in grado di far fare il definitivo salto di qualità in chiave italiana, ma soprattutto europea. E questo passo ulteriore potrebbe riguardare anche Perisic, perché le ultime prestazioni del croato non sono state all’altezza e Spalletti, posizionandolo in panchina, ha capito che con un Keità versione Lazio, può provare ogni modulo, e nessuno è intoccabile. 

L’Inter vola sulle ali dell’entusiasmo e dopo il tracollo di Bergamo si avvicina alla notte stellata di Wembley con una spinta in più, che sa di gioco, ma soprattutto di Keità. Quel Baldè perduto che adesso si è ritrovato e che vuole prendersi l’Inter.