Perdere il derby fa male, sempre, a Roma di più. Questo si sa, ma la sconfitta per 3 a 2 nella stracittadina contro la Lazio, ha ricordato il KO di Verona di appena una settimana fa e quelli innumerevoli con in panchina Fonseca.

Da dove partire? Innanzitutto da un dato di fatto che è sotto gli occhi di tutti: il modulo di gioco. Schierata sempre con un 4231, anche con Fonseca, la Roma denuncia i soliti limiti in fase di impostazione e filtro a centrocampo. L'arrivo di Mourinho, ovviamente, non poteva trasformarsi in un miracolo sportivo se il reparto difensivo e quello nevralgico del campo ha gli stessi uomini da due stagioni ormai. Le stesse stagioni che si sono concluse con oltre 100 gol subiti nel complesso, un dato allarmante che non credo sia sfuggito allo Special One, che però insiste con un assetto tattico, viste le caratteristiche dei calciatori, a dir poco suicida (rimanendo nell'ambito prettamente sportivo). Tolti Rui Patricio e Vina, quest'ultimo arrivato per il grave infortunio di Spinazzola, i giallorossi sono praticamente uguali in quei due reparti dall'era Fonseca, e francamente ci si aspettava almeno una rivoluzione tattica, a mio avviso, necessaria per non andare sempre a sbattere contro squadre che ormai leggono i difetti con largo anticipo e giocano su quelli, facendo male, molto male, alla Roma.

Su Cristante piovono sempre critiche, ma francamente una volta arrivato a Roma non ha mai giocato né come incursore né come interno, fuori ruolo in ogni gara, eppure uno dei pochi sempre, nonostante il disagio tattico nelle vesti di mediano, a lasciare tutto in campo. Veretout non può girare sempre a mille, ma non ha sostituti. O almeno, Mourinho non li vede.
E qui nasce la seconda domanda: Diawara, Villar e Mayoral meritano questo trattamento?
Il primo probabilmente non sarà un big, ma se messo in condizioni di dettare sulla fisicità, potrebbe far rifiatare Cristante. Villar, esploso con Fonseca, prima di un normalissimo calo fisico (non abituato a giocare 40 partitte) sempre tra i migliori in campo. Mayoral quando chiamato in causa ha sempre risposto presente, media gol anche più alta di Dzeko, ma praticamente eclissato dall'allenatore portoghese. Senza dimenticare Darboe, ma forse qui le spiegazioni le possiamo trovare nelle amichevoli estive, dove il ragazzo sembrava abbastanza spaesato.

La Roma come si affronta? Da due stagioni, con questa la terza, tutte le avversarie (tranne Salernitana e Cska Sofia per evidenti limiti tecnici), portano pressing a tutto campo e giocano sulla profondità, non avendo la Roma quel filtro necessario ad arginare tale manovra. Ieri il trio Anderson, Immobile e Pedro ha avuto ampie praterie, e alla Lazio, son bastati 25 minuti di grande calcio per assicurarsi il derby. Al Verona di Tudor addirittura 15 minuti per rifilare tre gol alla Roma. Il Sassuolo invece si trovò davanti un Rui Patricio versione Batman.
Il mercato non è stato soddisfacente, nonostante i milioni spesi. In questa rosa mancano, nell'ordine: un difensore centrale visti i vari problemi di Smalling e un Mancini che a 4 dietro è più bravo ad offendere che a difendere. Un terzino destro che possa giocarsi il posto con Karsdorp, un regista ed un trequartista dai piedi buoni che possa innescare gli esterni ed Abraham, che vaga e si sbatte per il campo, ma senza possibilità di segnare.

Per ora, almeno fino a gennaio, la strada sarebbe un cambio modulo ed un ampliamento nelle scelte degli 11 titolari. Altrimenti, si rischia, come quasi sempre, di finire la stagione già a gennaio. E non sarebbe proprio una cosa Special.