Nessun tifoso milanista, arrivati a questo punto terribile della storia rossonera, vede piu' Yonghong Li' come una risorsa o come un'ancora di salvezza.

Transitato da Milano in incognito, non si sa bene a far cosa, il proprietario del Milan ha fatto sicuramente tutto, fuorche' l'unica cosa da fare: incontrarsi con la dirigenza per fornire non solo concreti chiarimenti sulla situazione patrimoniale che l'UEFA sta mettendo in grosso dubbio, ma per concordare una strategia di difesa credibile.
Invece ha mollato Fassone da solo, a combattere contro i mulini a vento nei prossimi giorni in Svizzera.
Colui che fino allo scorso anno veniva accolto come salvatore della patria, oggi e' visto come LA minaccia.

L'indizio, non da poco, di non essersi mai esposto in prima persona anche durante le roboanti dichiarazioni di "spezzeremo le reni alla Grecia" dello scorso luglio, doveva essere letto attentamente come qualcosa di poco chiaro. Oggi non solo tace, ma sparisce anche quando sarebbe indispensabile la sua presenza! E' distante anni luce da un giocattolo che ha pagato una cifra da molti certificata fuori mercato, che oggi non e' in grado di mantenere e che, probabilmente, non gli e' mai piaciuto.

La scadenza del suo debito con Elliott non e' a giugno, ma ad ottobre, pertanto prevedo un'estate di fuoco tra la proprietà che non vorrà mollare e il creditore. Questo a meno di un sospirato ravvedimento del broker cinese.

Verranno immessi in zona Cesarini i prossimi 30 milioni, come al solito, e si finira' in tribunale, Elliott prendera' le macerie di questa guerra in autunno e, a quel punto, si salvi chi puo'. Non si sara' fatto mercato seriamente, l'UEFA ci sara' andata giu' durissima per le ragioni di cui sopra, Fassone, Gattuso e Mirabelli saranno travolti dall'imbarazzo.

Continuare a fregarsene della comunicazione, oltre che, a quanto pare, della sostanza, e' cio' che determinera' la scure dell'UEFA, gia' non poco irritata dall'evanescenza del personaggio : giusto o sbagliato che sia, a Nyon ragioneranno in questo modo ed e' un ragionamento che riguarda anche il tifo, la cui pazienza e' andata fuori tempo massimo.
Operare nella direzione di una trasparenza comunicativa, comunque sempre affidata a Fassone e Mirabelli, e' molto semplice quando la gran festa e' in pieno svolgimento ; molto piu' difficile e' metterci la faccia quando e' vitale, come in queste ore davvero drammatiche per le sorti del club.
Era ORA che ai tifosi sarebbe servita ogni sorta di rassicurazione, e non a parole, sulla solidità economica del club, nonchè sul bilancio dopo un anno tecnicamente travagliato; ora servivano le dichiarazioni, supportate dai fatti, sulla prossima campagna di rafforzamento e sugli obiettivi sportivi del Milan per la stagione 2018-2019!

Il fatto che non venga spesa mezza parola da parte della proprieta' ne' sul primo ne' sul secondo aspetto, lascia presagire che non c'e' un programma. Punto!
Ed e' esattamente la motivazione che spingera' la gendarmeria svizzera ad intervenire.