Insieme di persone che hanno comunione di vita sociale, condividono gli stessi comportamenti e interessi. Così vien definita dalla Treccani la comunità. E quella di VivoperLei è una comunità unica, che non ha eguali al momento, una comunità che si evolve, in movimento, una comunità che cresce, una comunità che resiste. C'è chi si esclude, c'è chi vuole essere incluso, c'è chi si assenta per poi ritornare. L'importante è esserci, ed ognuno c'è, a modo suo, con il suo stile.

Dopo anni, accade che le mail, le parole, i testi, le foto, tutto quello che caratterizza la più grande comunità che scrive di calcio nel più importante sito di calcio italiano, prende forma, e si incontra. Pezzo per pezzo. Un puzzle che si comporrà, ancora.
C'era il maestro Pippo Russo, la mitica e attivissima Jea, il galantuomo Massimo, il direttore Agresti. VivoperLei si evolve, una macchina perfettamente funzionante, che fa qualche operazione notevole di restyling, perché la squadra che vince non si cambia. Almeno per ora, poi, certo, nella vita mai dire mai.
Incontrarsi guardandosi negli occhi, sentendo ed ascoltando la voce, osservando gli atteggiamenti, lo spazio che circonda chi fino a ieri era per quanto meravigliosamente concreto, in realtà percepito solo come un interlocutore astratto. Perché non lo sentivi, non lo vedevi. Non lo ascoltavi. Lo potevi solo immaginare.
Centinaia sono gli autori di questa comunità, che dal 2017 ha preso il decollo, con qualche turbolenza superata alla grande, nonostante il tentativo di qualche buontempone di voler rovinare un giocattolo fantastico. Certo, qualcuno ha abbandonato la nave, altri si sono imbarcati in questo viaggio totalmente libero. Altri arriveranno. Veniamo da due anni di situazione pandemica che ha scombussolato letteralmente tutti gli equilibri, il nostro comune vivere. Abbiamo fatto affidamento alle tecnologie, che sono state di grandissimo aiuto per cercare di fare ponti lì dove poteva esserci il vuoto. Dal lavoro agile, alla didattica a distanza, con tutte le problematicità che vi erano, per poi arrivare all'oggi che di lavoro a distanza non vuole sentirne, di didattica a distanza, neanche a parlarne, salvo che non sia il virus a costringerti a ritornare a ciò che ora si respinge come se fosse una sorta di diavolo da esorcizzare. Gli estremi. Riunioni a distanza, tutto a distanza, una distanza che la tecnologia ha contribuito a ridurre. La stessa che viene impiegata nel calcio per cercare di avvicinarlo alla perfezione, alla riduzione degli errori. Ma si continua a sbagliare, perché fino a quando esisterà il libero arbitrio, esisterà l'errore e fino a quando ci sarà l'errore significherà che saremo ancora splendidamente umani.
Però in tutto ciò, per quanto si possa essere miscredenti o nostalgici di un mondo che non esiste più e che molti non hanno neanche vissuto se non attraverso l'immaginazione o la memoria tramandata oralmente, questa distanza, come accaduto nel caso di VivoperLei, con quella taverna casereccia del calcio, in cui ci siam ritrovati sui canali Twicth, si è aperta una nuova via che serve ad accorciare le distanze e a ricordarci che dietro ad una tastiera c'è una persona.
Uno di noi.
E che non siamo solo delle parole "tastierizzate" ma umani, che vogliono socializzare attraverso lo sport più fantastico del mondo, specchio sociale dei tempi che si vivono.