Esiste una teoria nella scienza politica, mutuata dalla filosofia, che ritiene che un Grande Uomo possa cambiare da solo le sorti di una guerra o del proprio paese partendo da una situazione iniziale di largo svantaggio. Si chiama, in gergo, LA TEORIA DEL GENIO.

In questa accezione Alessandro Magno era un genio, Annibale era un genio, Napoleone era un genio, Federico il Grande era un genio, uomini dalle capacità fuori dal comune che con mezzi relativamente scarsi sono stati capaci di ergere imperi smisurati. Ma secondo alcuni autorevoli studiosi, la suddetta teoria si applicherebbe anche ai cosiddetti 'geni del male' che hanno terrorizzato il loro tempo come Hitler, Stalin, Pol Pot, Attila e via discorrendo.

Vi è infine un terzo filone imparentato più con la psicologia individuale che non con la scienza politica, il quale ritiene che i 'grandi' uomini a capo di nazioni ed eserciti che non possono incidere positivamente su una situazione, pur di passare alla storia e venire ricordati decidono deliberatamente di andare incontro al massacro.

Stando a quest'ultimo significato, Nerone era un genio avendo raso al suolo Roma praticamente da solo. Il tenente colonnello Custer che si lancia contro gli indiani Sioux e Cheyenne con un'inferiorità numerica di 10 a 1 al Little Bighorn era sicuramente un genio militare. La cavalleria francese che si fa decimare a Crecy dagli arcieri inglesi era agli ordini del geniale Filippo VI. E come dimenticare la genialata di Napoleone di invadere la Russia che gli costò mezzo milione di soldati, la corona e la guerra?

Per farla breve, questa nazionale non se la ricorderà nessuno. A meno che non si vada incontro ad una catastrofe di tali proporzioni da entrare nell'immaginario collettivo e restarci.

E' la teoria del genio, baby. E se hai un 'genio' a comandarti, devi iniziare a preoccuparti. Seriamente.