L'estate, caldissima e carica di gloria per il tricolore italiano, esplode i suoi ultimi bollenti fuochi. In un afoso fine settimana di agosto riparte la Serie A. Inizia la caccia allo scudetto detenuto dall'Inter. 
La Juventus si presenta al via della nuova stagione dopo un mercato piuttosto blando che ha visto la rosa bianconera rinforzata dagli acquisti di Kaio Jorge, di cui siamo curiosi di scoprire qualità e potenziale, e di Manuel Locatelli, arrivato dopo una trattativa lunghissima ed estenuante che ha accompagnato l’intera estate dei tifosi juventini. Il principale motivo di interesse in casa bianconera è rappresentato dal ritorno in panchina di Allegri, richiamato a Torino per rimettere sul giusto binario una squadra uscita frastornata dall’esperienza liquida del maestro Pirlo. Nelle poche amichevoli disputate in preparazione della stagione, il mister livornese ha presentato un’idea di calcio molto più semplice, molto più diretta e soprattutto decisamente più attuabile rispetto al suo predecessore. 

Il campionato della Juventus si apre alla Dacia Arena di Udine. I canali social del club, come al solito, annunciano la formazione mezz'ora prima del fischio di inizio. Per la prima gara ufficiale della stagione, Allegri propone decisioni forti, per certi versi sorprendenti. Partono dalla panchina Ronaldo e Chiesa. Lo schieramento bianconero, declinato in un classico 442, vede Szczesny tra i pali, protetto da una linea difensiva formata da Danilo, Bonucci, De Ligt e Alex Sandro. A centrocampo scelte obbligate. Fuori per infortunio Arthur, che ne avrà ancora per un paio di mesi, e Rabiot, assente per squalifica McKennie, tocca a Ramsey e Bentancur governare la zona centrale. Sulle due fasce, Cuadrado a destra e Bernardeschi a sinistra avranno il compito di sostenere gli attacchi portati dalla coppia offensiva composta da Dybala e Morata.
I padroni di casa, guidati da Gotti, rispondono con quello che si presenta come un 352 molto prudente. Davanti alla porta difesa da Silvestri, il mister friulano schiera una linea a tre formata da Becao, Nuytinck e Samir. In mezzo al campo, Wallace sarà il riferimento centrale della squadra, supportato da Arslan e Makengo. Le fasce sono affidate a Molina e Udogie. Pereyra agirà in posizione di trequartista con il compito di supportare il rapido Pussetto, unica punta. Le intenzioni dell’Udinese sembrano chiare: difendersi con ordine e aspettare il momento più opportuno per ripartire e colpire.

Il super spot dello sponsor del campionato, persino più brutto di quelli delle stagioni precedenti, apre il collegamento. Nel rispetto del protocollo anti covid, in uno stadio che torna finalmente ad accogliere, anche se parzialmente, il pubblico, la Juventus, guidata dal capitano Dybala, fa per prima il suo ingresso sul terreno di gioco vestita con la nuova terza maglia giallo pallido, arricchita da segni blu e bianchi tracciati letteralmente a caso all'altezza del petto. Scelta discutibile da parte di adidas ma ormai siamo abituati. E’ andata bene con la maglia bianconera, inutile pretendere troppo. Ronaldo prende posto in panchina accanto a Pinsoglio che appare decisamente sollevato dal ritorno dei tifosi negli stadi. Non sarà più solo nel sostenere la squadra in campo.

Terminate le formalità iniziali che, stagione dopo stagione, appaiono sempre più lunghe e meno sopportabili, l’arbitro Pezzuto fischia l’inizio della partita e del campionato delle due squadre. Nemmeno il tempo di iniziare e i piani dell’Udinese e di Gotti, vengono subito spazzati via. Bentancur apre il gioco sulla destra per Cuadrado e si lancia all’interno dell’area per ricevere il passaggio di ritorno dell’ala colombiana. Dal fondo, il centrocampista uruguaiano tocca all’indietro per l’accorrente Dybala che, con un tocco prezioso di esterno sinistro, spedisce la palla nell’angolo basso alla destra di Silvestri. La Juventus va subito in gol con un’azione bella per velocità e precisione di esecuzione. La maggior parte dei presenti allo stadio esulta per il gol del numero 10 argentino.
In vantaggio di una rete, la Juventus controlla abbastanza agevolmente la partita, mostrando buone trame verticali esaltate dal tocco di qualità di Dybala. Poco dopo il ventesimo arriva il raddoppio, in quattro passaggi. Bernardeschi lavora con freddezza un pallone all’interno della propria area e serve Bentancur. L’uruguaiano di prima intenzione verticalizza su Dybala che, senza controllare, senza guardare, taglia il campo da sinistra verso destra con un lancio luminoso che trova smarcato Cuadrado sulla fascia. Il resto lo fa il colombiano. Entra in area, punta e salta secco Nuytinck e con il destro trova l’angolo più lontano della porta di Silvestri. Dopo poco più di venti minuti la Juventus è avanti due a zero. La prima gara di campionato appare in comoda discesa.  
Il caldo impone una pausa a metà tempo. Il clima sulla panchina juventina è disteso. Allegri si confronta con Bonucci. Ronaldo da indicazioni a Morata e Bernardeschi. Pinsoglio fa merenda con una barretta. Il controllo della Juventus sulla gara è pressoché totale. Dybala continua a verticalizzare, cercando di mandare in porta anche Bentancur, autore di un primo tempo molto buono, fermato nel suo tentativo di inserimento dalla chiusura di Becao. Gli unici momenti di lieve apprensione in un primo tempo ben controllato arrivano soltanto da alcuni calci d’angolo e punizioni battuti, senza esiti apprezzabili, dall’Udinese. La sensazione è che soltanto un episodio potrebbe riaprire la partita.
Un tiro di Morata sull’esterno della rete, arrivato a conclusione di un’azione offensiva avviata dall’ennesimo lancio verticale di Dybala, questa volta di destro, chiude il primo tempo.

Durante l’intervallo, i soliti gruppi di whatsapp che tengono compagnia al tifoso bianconero nei quindici minuti di pausa, rilanciano una moderata soddisfazione per quanto mostrato in campo dalla nuova Juventus di Allegri. La conversazione si concentra presto sul servizio offerto da Dazn, giudicato praticamente all’unanimità accettabile nonostante la qualità video ricordi molto da vicino le trasmissioni di Italia 90. Lo streaming però non si blocca ed è già motivo di conforto per chi attendeva con una punta di ansia l’inizio della nuova era del calcio in tv. Certo, rimane il dubbio sull’utilità di spendere migliaia di euro per televisori sempre più grandi e capaci di ultra risoluzioni, per poi trovare sullo schermo la stessa qualità d’immagine offerta dall’antico tubo catodico.

La ripresa parte con gli stessi undici iniziali che hanno aperto l’incontro. L’episodio tanto temuto arriva subito. Arslan triangola con Pereyra, tagliando fuori De Ligt e Ramsey. Libero al limite dell’area, il centrocampista turco - tedesco calcia verso la porta. Il tiro è più che altro una telefonata per Szczesny che però riesce nell’impresa di non trattenere il pallone. E’ lo stesso Arslan il primo ad avventarsi sulla palla vagante. Il centrocampista dell’Udinese viene abbattuto dal pachidermico tentativo del portiere bianconero di rientrare in possesso della sfera sfuggita. L’arbitro Pezzuto è a due passi e concede il calcio di rigore. Il replay non lascia alcun margine per sperare in un intervento del Var. Dal dischetto, Pereyra spiazza Szczesny. L’Udinese accorcia le distanze e riapre un incontro che sembrava non avesse più molto da dire. La Juventus tenta una reazione immediata. Bernardeschi allarga per Alex Sandro sulla sinistra. Il brasiliano lascia partire un cross perfetto che spiove al centro dell’area dove Morata salta più in alto di tutti. La schiacciata di testa del centravanti spagnolo si infrange contro la base del palo con Silvestri immobile. Sinistri presagi si addensano tra i pensieri del tifoso davanti alla tv, infastidito anche dalla serie infinita di primi piani che il regista di Dazn dedica praticamente a tutte le persone presenti allo stadio.
L’azione della Juventus, nonostante l’occasione avuta con Morata, è meno brillante e più appesantita. L’Udinese si mostra con più continuità dalle parti di Szczesny pur senza produrre particolari situazioni di pericolo. Arrivano i primi cambi. Gotti vede la possibilità di recuperare la partita e inserisce Deulofeu e Stryger Larsen al posto di Makengo e Udogie. Allegri sceglie di effettuare addirittura tre sostituzioni contemporaneamente, stravolgendo l’assetto della squadra. Entrano Chiellini, Kulusevski e Ronaldo al posto di Ramsey, Bernardeschi e Morata. La Juventus si sistema con un 352 nel quale Danilo diventa il perno del centrocampo. L'impressione è che, con oltre mezz’ora ancora da giocare, la scelta di Allegri di inserire Chiellini per passare alla difesa a 3 e gestire il risultato sia arrivata troppo presto. 
La Juventus si abbassa qualche metro di troppo, lasciando con più frequenza l’iniziativa agli avversari. Non rischia praticamente niente ma la sensazione è che la partita sia appesa ad un filo. Le occasioni migliori sono ancora juventine, prima con un colpo di testa di poco a lato di Ronaldo su calcio di punizione di Dybala e poi con un contropiede innescato da Kulusevski e concluso da Bentancur con un destro dal limite dell’area che si infrange sul palo interno, negando al centrocampista uruguaiano un gol che avrebbe meritato e alla Juventus la rete della tranquillità. Il secondo palo colpito nel giro di pochi minuti, mina ulteriormente la serenità dei tifosi davanti alla tv. Troppe partite sono passate per non sapere che si sta preparando una beffa. Certo, l’Udinese, pur provando ad attaccare, non riesce in alcun modo ad essere pericolosa. Qualche calcio d’angolo, qualche cross innocuo che attraversa l’area, un altro tiro centrale e telefonato che sfugge a Szczesny, stavolta senza conseguenze. 
Allegri interviene ancora. Entra Chiesa al posto di Cuadrado. Anche questa scelta lascia qualche perplessità. Da qualche minuto Dybala, evidentemente affaticato, sta scivolando ai margini della partita. Ad un quarto d’ora dal termine, con un assetto ormai improntato alla conservazione del vantaggio, forse Chiesa sarebbe stato più utile schierato in avanti, pronto a far valere in contropiede la sua bruciante accelerazione, piuttosto che lungo tutta la fascia, ruolo che non rispetta le sue caratteristiche. Gotti manda dentro Okaka per Pussetto nel tentativo di far pesare nel finale la maggiore fisicità dei friulani. Ma l’uomo in più dell’Udinese si rivela ancora una volta Szczesny.
Il lento giro palla bianconero trova sempre in Chiellini il suo sfogo naturale. Il capitano maltratta un pallone all'indietro, Bonucci allunga la traiettoria del passaggio verso Szczesny. Il portiere ha il tempo di controllare e guardarsi attorno. Si distrae. Indugia un attimo di troppo. Deulofeu e Okaka gli piombano addosso. Szczesny si avventura in un dribbling sullo spagnolo ma poi rinvia addosso ad Okaka. Il rimpallo porta il pallone nella disponibilità di Deulofeu che appoggia in rete quasi incredulo per il regalo del portiere polacco. Il guardalinee segnala un fuorigioco che vede solo lui. Fin dal primo replay risulta chiaro che la chiamata non ha alcuna possibilità di superare la revisione var. La Juventus così, dopo aver segnato due gol e colpito due pali praticamente senza subire tiri in porta, si ritrova sul 2-2 grazie ai regali del suo portiere, ormai diventato un buco nero.
La Juventus accusa il colpo, manca di brillantezza, le gambe sono pesanti e la testa è appannata. Fatica a costruire trame efficaci, affidandosi in più occasioni al lancio da dietro. Nel primo dei sei minuti di recupero, Chiellini trova Dybala al limite dell’area. L’argentino controlla e tenta un  tiro a giro sul quale Silvestri è pronto alla deviazione in angolo. Allegri manda in campo anche il nuovo acquisto Locatelli che rileva Bentancur. L’ultima emozione è in coda al recupero. Chiesa dalla destra lavora il pallone verso l’interno del campo e con il sinistro pennella un cross perfetto sul quale irrompe Ronaldo che di testa mette in rete. La Juventus torna in vantaggio. Almeno per qualche secondo. Infatti l’esultanza del portoghese, della panchina guidata in campo da Pinsoglio e del tifoso davanti alla tv (più un sospiro di sollievo in verità), viene soffocata da una revisione var che si protrae più del normale. Qualcosa non va. Subentra lo scoramento, sappiamo cosa sta per succedere. Dopo circa un minuto il gol viene annullato per fuorigioco. Il replay, nel momento in cui viene fermata l'immagine, mostra la spalla del portoghese appena più avanti rispetto al suo marcatore. Questione di centimetri. Un’amara riflessione su una partita in cui ogni episodio è andato storto accompagna gli ultimi secondi di gioco. Non accade più nulla.  

La Juventus lascia sul prato della Dacia Arena una vittoria che nell'intervallo sembrava in cassaforte. Diventa complicato fare un'analisi tattica seria su una partita del genere. Si può dire sicuramente che la Juventus non sia stata brillante per tutti i novanta minuti, che troppo spesso abbia lasciato il pallone agli avversari abbassandosi troppo a ridosso della propria area, come da antica e temo immutabile abitudine. Si può anche discutere sulle sostituzioni effettuate da Allegri, sulla scelta di cambiare tre giocatori in un unico momento e soprattutto sul passaggio alla difesa a tre quando ancora mancava più di mezz’ora da giocare. Non ha convinto l’ingresso di Chiesa per Cuadrado quando Dybala, autore di una bellissima partita, era arrivato privo di energie al quarto d’ora conclusivo. Possiamo prendercela con la sfortuna per i pali di Morata e Bentancur, che molto probabilmente avrebbero sigillato la partita, oppure per il centimetro in fuorigioco della spalla di Ronaldo che ha negato alla Juventus una vittoria nel recupero che probabilmente avrebbe meritato. Si possono dire tante cose, ma diventa difficile non considerare i gravissimi errori di Szczesny come la causa principale (forse unica) della vittoria sfumata. Il portiere polacco ha ripreso esattamente nel modo in cui aveva concluso la scorsa stagione, trascinando la sua forma negativa anche agli Europei. Prendere due gol in una partita in cui si subiscono tre tiri telefonati e centrali rimane un capo di imputazione pesantissimo. Chiamato ad una partita di ordinaria amministrazione, il polacco ha messo in mostra un repertorio tecnico approssimativo e un evidente stato confusionale di cui i sorrisi che regala dopo ogni errore sono evidente testimonianza. Senza scomodare Donnarumma, i cui costi probabilmente erano inaccessibili, è difficile credere che con un qualsiasi altro portiere, sia esso Perin oppure addirittura il buon Pinsoglio, la Juventus non sarebbe uscita vittoriosa dalla Dacia Arena.
Il problema portiere, diventato serio ed urgente nella seconda parte della scorsa stagione, della quale si ricordano errori grossolani ad esempio nel derby contro il Torino e negli ottavi di Champions contro il Porto, non è stato risolto.

Manca poco più di una settimana alla conclusione del mercato, vediamo quali saranno le decisioni della società. Insistere nel dare fiducia a Szczesny in questo momento appare complicato. E’ la squadra in campo a trasmettere la sensazione di non credere più nel suo portiere.