E' duro e appare arido parlare per un momento di una persona che fa parte di noi e che riaffiora alla nostra memoria  in questa triste occasione: ma è la legge dello show business, al netto della quale rimane il cordoglio dei familiari, che ci onoriamo di condividere.

Giampiero è stato il simbolo di un'epoca che, al pari di figure come Maradona, ci sta abbandonando lentamente nel silenzio di qualcosa che, forse, fa sempre meno notizi
a. E' la sensazione di chi ha fatto seguito al sessantotto e alla sua promessa di eterna gioventù, anzi di gioventù come unico e supremo valore. Per cui gli eroi che sulla sua scia temporale si sono formati, nella vocazione all'informalità e alla genesi delle icone sportive, del pari di queste non possono turlupinarci o dare ad intendere di essere scomparsi. Galeazzi è uno di questi. Al pari di Venditti, evoca una Roma poco incline agli estremismi quando gli estremismi si fanno più radicali, perché figlia del boom economico e rispettosa del presente proprio per l'umiltà e la visione fiduciosa tipica del ceto di provenienza. Una Roma né "fascia" né stalinista: forse, la migliore degli stessi anni e la meno nota e celebrata.
1976: Newcombe contende a Panatta al Foro Italico la semifinale di Coppa Davis e il Nostro è lì, semisconosciuto, ad intervistare i "mostri" internazionali. Sta cominciando una carriera strepitosa, di un "artista" in procinto di diventare popolare e imprescindibile per le nostre domeniche tv. Le domeniche del "cittadino medio", della compagnia familiare dopo una settimana di lavoro perché il lavoro c'è ancora e duro, e Roma non è ancora presidiata dai guardiani degli interessi turistici: è la città eterna di tutti. E' un'immagine di democrazia. Seguono la sua esperienza come commentatore olimpico e le sue celebri telecronache, in particolare quella rimasta più famosa, quando descrive l'arrivo dei fratelli Abbagnale. Ed è sorprendente come Galeazzi, sulla scia di giornalisti come Gianni Minà, attraverso uno stile estremamente informale diventi un'icona di stile.
Con la sua dipartita scende il sipario su qualcosa che non può tornare come prima e di cui dobbiamo porgere un sincero ringraziamento