Jesús Joaquín Fernández Sáenz de la Torre, venuto al mondo a Cadice in un giorno di Dicembre del non lontano 1993, era un predestinato. A Cadice, la gente del posto lo ricorda con affetto.
Un bambino imbronciato, di poche parole, schivo ma gentile. 
Nel calcio, cominciato a praticare in tenera età, denota una grande rapidità di pensiero, dribbling nello stretto e senso della posizione. Il ragazzo, seppur con qualche lacuna nei ripiegamenti difensivi, svolge un discreto lavoro senza palla. Un solo problema limita il giovane fantasista: schierato inizialmente sulla sinistra per sfruttare il suo piede mancino, quando riceve la palla dapprima la addomestica, a volte salta persino qualche avversario, ma poi, inesorabilmente, interrompe la corsa. Finge di guardarsi intorno, come se non sapesse cosa fare. Ma è una trappola: con una sterzata che ricorda il miglior Johann Cruyff, Jesus si fionda repentinamente a sinistra, spiazzando i difensori che invano cercano di fermarlo. Ma il campo finisce subito. Rimessa laterale per la squadra avversaria.

Invano gli allenatori cercano di inculcare nel virgulto andaluso il concetto secondo il quale un esterno di sinistra mancino non può convergere sulla sinistra, in quanto il campo di gioco si estende escusivamente alla sua destra. Ma quel ragazzo ombroso e testardo sembra non voler capire. La sua carriera nelle giovanili  prosegue tra alti e bassi fino a quando un oscuro mister ha l'intuizione vincente: sposta Jesus sulla destra. Il ragazzo continua imperterrito il suo movimento, ma ora gli si apre davanti un mondo di possibilità e sviluppa un ampio ventaglio di giocate.

1) tirare di sinistro a giro

2) crossare di sinistro a giro

3) tiro-cross di sinistro a giro

4) passaggio all'indietro alla mezzala, di sinistro. Leggermente a giro.   

Da qui in poi la sua carriera è in discesa, e non staremo a soffermarci sui tanti bei momenti che separano il Suso delle origini al Suso del presente rossonero.
Da cosa deriva la crisi attuale? Possiamo indagarne in qualche modo le cause? Molti allenatori, preparatori e giornalisti sportivi concordano nella seguente analisi: i difensori avversari, negli anni di permanenza del Nostro in serie A, si sono duramente allenati per memorizzare le 4 giocate dell'andaluso, alcuni con maggiori successi, altri, come lo spostatore d'equilibri viterbese, hanno lasciato ai più perspicaci compagni l'arduo compito mnemonico. E ora Suso non ha più segreti.

Che fare? Bisogna dunque bollarlo definitivamente come un indegno bidone  e svenderlo per qualche caldarrosta al primo dirigente che abbia il vizio di "passare alle cose formali" con eccessiva disinvoltura? O è forse Suso un genio incompreso del calcio?

Noi, nella restante parte di questo scritto, addurremo le nostre ragioni a favore della seconda ipotesi, mettendo in totale discredito la prima.

Suso può diventare, noi crediamo, uno dei massimi esponenti del calcio moderno, il cardine di un nuovo sistema di gioco, purché si estenda a tutto il campo l'intuizione che lo spostò nella parte destra dell'attacco.
Spieghiamoci meglio. Supponiamo che Suso venga schierato in una certa zona del campo. Una volta ricevuta la palla, il Nostro, con una sterzata improvvisa, si porterà nell'area di gioco a sinistra di quella in cui è stato schierato. 

Dunque, se oggi Suso parte da attacante sinistro per poi accentrarsi e fare una sorta di trequartista defilato, egli può ugualmente partire mezz'ala destra per andare a fare il mediano, terzino destro per andare a fare il centrale, regista per andare a fare l'ala sinistra a tutto campo, portiere per andare a fare il terzino sinistro. 

Ma non finisce qui: se idealmente si potesse disporre di 11 calciatori identici a Suso, si potrebbe implementare un sistema di gioco che battezzeremo col nome di Susismo Totale: ogni giocatore, in ciascuno degli undici ruoli portiere incluso,  una volta presa la palla sterza e va a posizionarsi sulla sua sinistra, per poi fare una delle Quattro Giocate. Il lettore attento potrebbe obiettare: "ma allora, nei ruoli sulla fascia sinistra, i giocatori ricevendo la palla finirebbero tutti immediatamente fuori campo" - un po' come il precursore Kevin Constant già faceva prima che questo sistema di gioco fosse formalizzato.
Fandonie! Basterebbe posizionare tutti i giocatori sull'out di sinistra con le spalle rivolte verso la porta avversaria, facendoli correre verso la propria porta: sterzando alla loro sinistra, andrebbero allora verso quella che convenzionalmente è la destra,  accentrandosi invece di finire fuori dal campo. Inoltre, se ad esempio si schierasse un centrale di centrocampo con la fronte rivolta a una delle tribune, si otterrebbe un centrocampista che avanza o arretra in difesa quando prende palla, a seconda della tribuna che gli si fa guardare.

Per tutte queste ragioni, è opportuno trattenere l'asso spagnolo. Anzi, bisogna acquistare altri giocatori il più possibile simili a lui e costruire il nuovo sistema di gioco. Basta scopiazzare i vari Guardiola, Klopp, Conte, Sarri: nel calcio vince chi impone la novità.