Il capitano divide. Tra haters che lo criticano a prescindere senza costrutto e invece persone oneste intellentualmente che lo criticano con obbiettività e capacità analitiche, le cui opinioni sono quindi degne di rispetto, ci sono anche quelli come me che ne prendono le difese e lo considerano un buon difensore centrale, se non discreto. Il capitano è quello del Milan ed è Alessio Romagnoli di Anzio, paese in cui è nato il 12 gennaio del 1995. Credo che Alessio Romagnoli possa per me essere considerato uno dei migliori difensori in Serie A e  uno dei migliori per la nazionale italiana. Non è Alessandro Nesta, non è Franco Baresi e non è Fabio Cannavaro, Paolo Maldini e così via. Credo che una analisi critica nei confronti di Romagnoli debba essere fatta e contestualizzata al calcio che lui vive e nel calcio in cui gioca ed è cresciuto e si è quindi formato come calciatore.

Se lo paragoniamo ai baluardi citati sopra, Romagnoli non si può nemmeno avvicinare. Ma non può avvicinarsi nessuno dei difensori moderni del calcio attuale a quei fenomeni che sono cresciuti e hanno giocato in un calcio la cui epoca era una epoca d'oro e la cui competitività calcistica internazionale e non solo italiana è stata una delle più elevate di sempre se non la più elevata in assoluto.  Partiamo dal presupposto che il calcio a livello internazionale, quello moderno di oggi, se paragonato al calcio di fine anni 80 inizi 90/ 2000 si è livellato verso il basso in maniera esponenziale. E mi riferisco sia alla competitività e alla forza dei top club, delle squadre migliori, e sia a livello individuale, ovvero la competitività tecnica dei singoli calciatori. Se consideriamo il parco difensori, una volta uscivano difensori bravi a marcare a uomo. Questo modo di marcare ha lasciato il passo alla marcatura a zona, poichè si è valutato più il gioco di squadra, quindi il migliorare a livello collettivo tralasciando l'individualità. 

Si educa per esempio a giocare a due tocchi, e quindi anche gli elementi offensivi in alcuni fondamentali, come per esempio il dribbling, non essendo allenati sulla tecnica individuale e su questo fondamentale, non migliorano sotto questo aspetto. Difficile, perlomeno in Italia trovare elementi bravi nell'uno contro uno, specialmente nello stretto, nel saltare netto l'uomo. Ormai si punta l'uomo sulla fascia e si cerca di saltarlo in velocità. Peggio ancora, molti si fermano, non puntano l'uomo e non cercano un dribbling netto ma ricominciano il giro palla.

Alla fine in Italia si insegna più la tattica che la tecnica. Ribadisco comunque il concetto che non è solo un qualcosa di nazionale ma internazionale perché  in ambito globale il livello calcistico si è abbassato di competitività. Porto l'esempio di Marco Verratti, che è un buon centrocampista di scuola pescarese, anche discreto se vogliamo, non è un top player, ma se avesse giocato nel calcio di fine anni 80- inizi anni 90-2000, oltre una squadra di media classifica di Serie A non sarebbe andato. Quel calcio lì di fine anni 80 inizi 90/2000, è stato dipinto da una generazione incredibile, italiana e internazionale, capace di produrre dei talenti unici e irripetibili, dei poeti del calcio, come Roberto Baggio, Ronaldo il fenomeno, Totti, Del Piero, Gattuso, Pirlo, i sopracitati Nesta, Baresi, Maldini, Cannavaro, per non parlare di Thuram, Stam, Redondo, Kakà, Rui Costa, Sneijder, Van Basten, Rijkaard, Gullit, Diego Armando Maradona, Romario, Bebeto, Beckham e tantissimi altri, citati in ordine sparso. Anche Messi, Cristiano Ronaldo e Ibrahimovic sono di quella generazione e di quella pasta lì.

Il calcio moderno ha tirato fuori elementi interessanti e competitivi per l'attuale realtà. E penso a Mbappé, Neymar, Romelu Lukaku, Lautaro Martinez, Tonali, Bennacer, Kessié, Zaniolo, Manuel Locatelli, Federico Chiesa e tanti altri, ma se paragonati a quei calciatori di fine anni 80 inizio anni 90 e inizi 2000, se consideriamo il livello tecnico e competitivo c'è un abisso.

Segnare oggi è più facile rispetto a quegli anni. Oggi vengono concessi più spazi e le marcature dei difensori sono meno asfissianti rispetto a quel tempo dove si insegnava a marcare a uomo dalle giovanili. Il calcio italiano era il più difficile. Nel 2003 Milan e Juventus si affrontarono in finale di Champions League e quel match vide il Milan trionfare ai rigori. Questo la dice lunga su quanto fosse competitivo il calcio italiano. Molti top player spagnoli che venivano a giocare in Serie A come Mendieta e Farinos che nella liga spagnola facevano faville, in Italia furono dei flop proprio perchè in Italia si faceva un pressing asfissiante e non c'èra possibilità di ragionare con la palla tra i piedi ma bisognava essere lesti nel fare la giocata e non c'erano spazi, cosa che invece in Spagna c'era. Se vogliamo la Serie A è diventata più simile al calcio spagnolo. In italia c'è ancora molto tatticismo ma ci sono più spazi rispetto al calcio degli anni 90 inizio 2000. E si picchia di meno. Ci sono difensori meno irruenti e fallosi, anche se non mancano di certo anche oggi difensori che fanno sentire i tacchetti e non solo ai propri avversari.

Il terzino italiano per esempio non è un terzino che salta l'uomo netto. E' bravo nel crossare, quello sì, l'avversario lo si salta in velocità ed è magari bravo in fase difensiva, diversamente da un terzino brasiliano come può essere stato un Cafu, Dani Alves e Marcelo per esempio, che avevano una tecnica quasi da trequartista. Cafu sapeva anche difendere ma come sono spesso i brasiliani eccelleva nella fase offensiva. In Brasile i terzini sono dei "difensori offensivi" abili nel saltare l'uomo e creare superiorità numerica.

Prima il difensore doveva solo saper difendere, ora, come i vecchi "liberi", si chiede di saper impostare bene, crossare, avere un buon piede, stile Leonardo Bonucci, Boubacar Kamara o Thiago Silva, con quest'ultimo in verità che eccelle anche nel saper difendere e nella marcatura, ed è un difensore vecchio stampo come Sergio Ramos. Negli ultimi tempi sta passando di moda questo tipo di difensore che deve avere piedi da centrocampista per intenderci, e sta tornando di moda il difensore che principalmente deve "sentire l'uomo". Tuttavia essendo educati principalmente a marcare a zona, non escono fuori elementi che sanno "sentire l'uomo" come chi è stato educato alla marcatura a uomo e non a zona.

Alessio Romagnoli è un difensore forte per questo calcio moderno attuale. Nessuno, nemmeno Chiellini o Koulibaly, per chi scrive uno dei più forti nel calcio moderno come difensore, ma escludendo Thiago Silva e Sergio Ramos, che comunque sono "difensori anni 90", sono elementi difensivi forti come quelli dell'epoca d'oro del calcio fine anni 80 inizi anni 90-2000.

Dopo che si è inattivi per molto tempo, può capitare che si sia un po' arrugginiti e si perda quella scaltrezza, quella familiarità, quell'istintività nel saper leggere bene delle situazioni, cosa che poi si riacquisisce giocando con continuità e riacquisendo la giusta forma fisica e mentale. Ci sta dopo un lungo periodo in cui non si è giocato che si perda anche quella brillantezza, lucidità, ma anche furbizia che permette di non commettere ingenuità piuttosto evidenti che poi diventano episodi sfavorevoli e si tramutano in rigori o gol per gli avversari oppure si rimediano cartellini sciocchi.

Romagnoli se paragonato ai difensori top anni 90 inizi 2000 può essere anche definito mediocre o non all'altezza ma per il calcio moderno Romagnoli è un buon difensore. Ha senso della posizione, per il calcio moderno è anche bravo nell'uno contro uno, elegante nell'uscire palla al piede, versatile, è mancino, e non ce ne sono molti di difensori mancini di alto livello come Romagnoli. E' rapido e sa anche calciare bene con il suo piede. Inoltre sa giocare di anticipo e sa intervenire bene in scivolata sapendo spesso leggere bene la situazione e con una ottima tempistica di intervento. Se la sa cavare anche nel gioco aereo.

Viene paragonato a Nesta, ma non è ai suoi livelli perché quei difensori non esistono più. Non è un fenomeno Alessio Romagnoli ma può essere un buon se non discreto difensore per questo calcio. Lo si accusa di non aver fatto un salto di qualità, ma Romagnoli è questo. Il paragone con Nesta può aver tratto in inganno e aver fatto credere di essere di fronte a un difensore vecchio stampo. Quelli che "sentono l'uomo" sono una rarità assoluta, ma considerato il parco difensori attuali del calcio moderno, Romagnoli ci sta tra i migliori difensori centrali. Il calcio moderno non ha tirato fuori fenomeni come difensori centrali se paragonati a quelli del passato citato, nemmeno Van Dijk, uno dei più forti in assoluto a livello internazionale per questo calcio moderno.

I difensori moderni sono questi, e Alessio Romagnoli è un prodotto della sua generazione calcistica. Niente più e niente meno. E per me il Milan se lo deve tenere stretto. Difficile trovare di meglio nel calcio attuale e nella generazione di calciatori moderni, se non spendendo cifre da capogiro. Sicuramente ci sono elementi che sono simili a Romagnoli come livello competitivo, ma reputo giusto che si continui a puntare su Romagnoli, sia in chiave Milan e sia in chiave Italia con la nazionale azzurra.