Leggere le parole di quello che potrebbe essere l’ultimo articolo, almeno su questa piattaforma, di Massimo Perin sono state fonte di un grandissimo dispiacere. Inutile dire come comprenda benissimo il suo disappunto di fronte ad atteggiamenti che, senza mezzi termini, descrivo come gratuiti, stupidi, irritanti. Per quanto infatti lo sport, e il calcio in particolare, sia territorio di passioni, emozioni, reazioni illogiche il più delle volte, questo non significa che si debba decadere nella bestialità. C’è infatti da ricordarsi, cari lettori, come questa piattaforma messa a disposizione da calciomercato.com è un luogo creato ad uso esclusivo di noi tifosi. E dunque essendo fatti tutti della medesima pasta, sebbene con tinte e colori differenti, dovremmo cercare di mantenere un sacrosanto rispetto reciproco. Avere la possibilità di dire la propria, e addirittura avere uno spazio dove essere ascoltati, non significa avere diritto d’ingiuria e insulto. I colori che ci spingono a scrivere su questo spazio dedicato sono tutti mossi, indistintamente dalla tonalità, da una passione genuina. Una passione stupenda, qualunque sia la squadra per cui si tifi, per cui si scriva, per cui si dedichi parte del proprio tempo, senza che vi sia un chiaro ritorno se non quello stupendo della condivisione. Scrivere di calcio, così come di qualsiasi altro argomento, non obbliga a essere esperti dell’argomento. Penso che sia infatti questo il senso di base su cui Vxl è stata costruita: la possibilità di esprimere un’opinione o anche un’emozione semplice, senza la necessità di essere giornalisti. Detto ciò, vi è una netta differenza tra opinione e “chiacchiera da bar”. C’è un limite invalicabile che divide la discussione dall’insulto. L’insulto non ha fine o scopo né per chi lo riceve, né per chi lo produce. Le angherie, gli sberleffi, le frecciate insensate sono mezzi insulsi fini a se stessi, privi di una qualsiasi motivazione concreta.
Per questo, dopo essermi andato a rileggere diversi commenti maligni ricevuti da Massimo in passato, mi chiedo perché? Che cosa sperano di ottenere lor signori che, invece di apprezzare il contributo di un/una “collega” (non solo Massimo), pur potendo non essere d’accordo con lui/lei, si abbassano a tanto? 

È vero, il calcio a volte tira fuori il peggio di noi. A dirlo è uno che, quando si sofferma a vedere le partite del Milan, va in escandescenza, sbraita, sbotta come se non ci fosse un domani. Se non ve lo siete ancora chiesti, questo è uno dei motivi per cui non scrivo quasi mai subito dopo le partite. Perché sebbene il calcio, purtroppo, sia anche questo, una sorta di valvola di sfogo generale delle nostre vite, esistono momenti e luoghi adatti per far venire fuori questo suo lato oscuro. Quando siamo soli, rinchiusi nella nostra intimità. Quando la bestia dentro di noi può uscire e sfogarsi liberamente. D’altronde, il calcio è bello anche per questo, perché prende le redini del nostro io più profondo. Non mi si fraintenda, con ciò non voglio dire che sia bello o giusto mettersi a vaneggiare come un folle. Semplicemente, il calcio è bello perché emotivo e a volte misuratamente esagerato. Così come è anche vero che, non possiamo negarlo, vi siano state delle brutture nel corso degli anni. Sfregi che hanno fatto male, che sono rimasti lividi nella memoria, come cicatrici indelebili a loro perenne ricordo. Scandali, furti, ingiustizie, assoggettamenti. Staremmo qui ore a elencarli tutti. Ciò che è stato però, è stato. Senza dimenticare, e questo vorrei scolpirlo nella pietra, che a pagare di queste insulsaggini siamo stati tutti: tifosi di coloro che si sentivano defraudati, così come tifosi delle società che furono punite. Il tifoso paga infatti sempre, amici miei. Paga quando la sua squadra perde; quando la sua squadra vince, ma con episodi dubbi; quando la sua squadra viene retrocessa per demeriti sportivi, crack finanziari o frodi sportive.
Sì, il tifoso paga e pagherà sempre. Qualunque siano i suoi colori. Qualunque sia la sua fede. Qualunque sia la sua squadra, il tifoso sarà sempre quello che ci perde molto e ci guadagna molto poco. Eppure, nonostante tutto ciò, è sempre lì a tifare, a gridare il proprio amore, anche se sembra che un senso non ci sia. Per questo il calcio è lo sport più insensato del mondo, ma allo stesso tempo, almeno per qui ’90 minuti alla settimana, la cosa più importante. Perché siamo noi a renderlo tale, a renderlo quasi una questione la cui importanza va oltre i pensieri della vita ordinaria. Siamo noi a renderlo speciale ed è per questo che sia tutti uguali e preziosi allo stesso tempo. Ed è per questo che, forse, non è ruolo delle società dare l’esempio, ma nostro. 

Infine, se me lo permettete, mi permetto di ricordare una cosa. Massimo Perin è stato purtroppo più volte attaccato per la sua semplice fede juventina. “Perché la Juve ruba, perché la Juve ha il favore del palazzo, perché la Juve fu la principale indiziata e condannata di Calciopoli”. Ognuno si scelga il motivo che più gli piace, se proprio deve, ma non mentiamoci signori. Mi rivolgo in particolare a coloro che sono tifosi, come il sottoscritto, delle cosiddette grandi. Purtroppo, a nostro discapito, i nostri club si sono avvantaggiati a loro modo, in occasioni e modalità differenti, sfruttando situazioni esterne al gioco. Chiamatela come volete. Ingiustizia, sudditanza, ladreria. Il concetto è sempre lo stesso. Tutti noi abbiamo avuto un dubbio, in un momento piuttosto che un altro. E se mai quel dubbio fosse motivato o meno, di chi fu la colpa? Di certo non lo fu dei tifosi, in particolare di quelli veri, quelli che amano il calcio giocato. Persone vere che probabilmente, hanno sentito vergogna per simili fatti, sebbene non ne fossero colpevoli o protagoniste. Che sebbene abbiano esultato di fronte a un rigore regalato, dentro hanno  anche sentito che vincere in quel modo non fosse giusto e tantomeno bello. Non facciamo finta di essere tutti immacolati e che i nostri amati club siano stati sempre innocenti. Evitiamo di prendercela tra di noi e abbassiamoci a modi insulsi. Il nostro tifo, la nostra passione, dovrebbe essere motivo di giubilo, di confronto e magari anche di scontro, ma mai di vergogna o repulsione. Perché se invece lo facciamo, se ci abbassiamo a questi livelli luridi, se costringiamo un nostro avversario ad andarsene o addirittura a “vergognarsi” della sua passione, chissà poi per quale ragione, a perderci siamo tutti. E, sebbene non lo comprendiamo subito, il calcio perde di senso e muore. Un delitto di cui tutti diveniamo colpevoli. 


Così come tutti dobbiamo dunque sforzarci di portare avanti la nostra passione con buon senso, caro Massimo ora mi rivolgo a te. E facendolo ti chiedo di fare uno sforzo anche tu. Ti chiedo di rifletterci, magari di ripensarci. Di mandare giù il rospo ancora una volta e non abbandonare questo portale. Di darci una mano a dimostrare che, per quanto possano essere fastidiose, tutte quelle brutture subite da te e da molti altri (compreso il sottoscritto) siano solo com un’aria maleodorante che, per quanto appesti, prima o poi, passa. Nulla di più. Spero di rileggerti a breve. 

“Le lodi mi rendono umile, ma quando mi insultano so di aver toccato le stelle.” - Oscar Wilde

Un abbraccio

Novak