La guerra fa schifo! A nessuno è mai venuto in mente, forse solo a qualche dittatore o troll da tastiera, l'idea che la guerra sia qualcosa di positivo o per cui esultare come per un gol allo scadere. Ma allora cos'è questo teatrino paramilitare inscenato dai giovani - e mi permetto di dire ingenui ma non troppo - giocatori turchi? Perchè tanto affiatamento nell'affermare che un Capo politico come Erdogan stia agendo nel bene e perchè usare una vetrina internazionale come le qualificazioni agli europei? 

Cercherò di essere il più chiaro possibile in questo mio primo - e spero non ultimo - articolo e siate buoni perché giornalista non sono e di certo questo non è un articolo clickbait, iniziamo.

Magari molti di voi non sapevano nemmeno dove si trovasse il Kurdistan fino a qualche giorno e tranquilli perchè è legittimo quel giorno a scuola non eravate distratti, semplicemente il  Kurdistan non esiste almeno come Stato indipendente. Ad onor del vero esso è un altopiano a cavallo tra Turchia, Siria, Iran ed Iran che gode(va) di un'autonomia conquistata e pagata con il proprio sangue combattendo, tra i vari, Saddam Hussein, Talebani e ISIS, insomma un popolo resiliente che sa come suonarle ad alcuni dei mostri peggiori della storia dell'umanità.

Forse vi starete chiedendo come mai il Kurdistan, che di mostri ne ha fatti fuori parecchi e di ricchezze ne avrebbe per comprarci tutti, non sia ancora un Paese riconosciuto dalle Nazioni Unite e nemmeno dalla FIFA. La risposta è ovvia e la conoscete già: perché interessi politici vengono prima di ogni altri considerazione e ci sono forze in grado di toglierti tutto: è il caso del Kurdistan ed è il caso della nazionale turca di calcio.
Così come ad una Nazione è stata tolta l'indipendenza da chi detiene poteri economici e politici - ricordatevi che se venisse riconosciuto il Kurdistan diverrebbe di colpo il paese più ricco del medio-oriente - ad una nazionale (quella turca) è stato tolto il diritto d'opinione.

Mi spiego meglio: a me la guerra fa schifo e non esiste che ci sia un motivo valido che la giustifichi, ma magari in Turchia qualcuno la pensa diversamente, può darsi e potrebbe essere legittimo il punto però è un altro ed è il nodo centrale di questa vicenda... ovvero la pubblica manifestazione - con tanto di saluto militare - delle mie intenzioni politiche. Lì allora, io che vedo queste scene dal caldo e sicuro salone di casa mia, mi vien da pensare: ma non è che questa difesa della Nazione sia solo difesa del proprio status-quo?
Anche qui mi spiego meglio, se fossi Erdogan e avessi tutta l'opinione pubblica mondiale contro - la stessa che piange i Curdi ma non li aiuta a farsi riconoscere - chiederei/obbligherei le personalità di spicco del mio paese a prendere una posizione pubblica e non privata sulla questione. E così arriviamo a quela scena di teatro con giocatori turchi a fare saluto militare ai propri tifosi, aumentare l'impatto mediatico su un evento sportivo e sull'opinione discutibile e infantile di 20 persone distogliendola dal reale problema... che la gente sta morendo.

I giocatori difendono il proprio status-quo, non perdono privilegi e non fanno gli eroi - perchè in fondo non lo sono - intanto l'attenzione si distoglie e mentre cerchiamo di capire dove si trova il Kurdistan elenchiamo a memoria tutta la formazione della Turchia, dal numero 1 al numero 99, tutto a memoria.

C'è poco da difendere in gesti simili, che vanno condannati e PUNITI con fermezza, ma non fermatevi alla messa in scena provate sempre a leggere il copione che c'è dietro il palcoscenico e in questo copione gli attori sono moltissimi e i colpevoli ancora di più e tra questi ci sono l'UEFA, la FIFA, l'ONU, che adesso urlano la propria indignazione, ma lo fanno al sicuro dal loro salotto, mentre in campo, ma a fare la guerra, ci sono altri di cui nessuno si ricorda.

 

S.B.