Chiuso il girone di andata il verdetto è che forse quest'anno la corsa al titolo non è solo un discorso tra Juventus e Inter, ma c'è la Lazio di Simone Inzaghi come terza incomodo. Se i biancocelesti terranno questo ritmo dipende molto dal loro goleador Ciro Immobile che nelle prime 18 giornate (manca il recupero tra Lazio e Verona) ha messo la firma sul tabellino dei marcatori per ben venti volte. Una media realizzativa da scarpa d'oro per il napoletano che ad oggi è l'indiscusso favorito a vincere il titolo di capocannoniere della serie A. Alle sue spalle troviamo Lukaku e un Cristiano Ronaldo in netta crescita. Vediamo i calciatori in lizza per questo personale ambito trofeo. 

Immobile, il record del Pepita rischia

Dopo un’annata così così Ciruzzo sembra tornato ai suoi standard ed attualmente è in testa con 20 gol in 18 partite. Per intenderci, 5 squadre di Serie A hanno segnato meno (Milan compreso). Pauroso è anche il ritmo tenuto dall’ex attaccante di Juve, Pescara, Borussia Dortmund, Torino e Siviglia. Il record di Gonzalo Higuain, di questo passo, sembra davvero a rischio. Nell’anno dei 36 gol, alla fine del girone di andata il Pipita aveva segnato 18 reti in 19 partite, dunque peggio del laziale e senza considerare che a Ciro manca sempre la gara con il Verona. Dunque è ufficiale: Ciro Immobile è il primo giocatore ad arrivare a 20 gol nel solo girone di andata. Nel dettaglio, Immobile ha scoccato 58 tiri, ben 41 dei quali finiti nello specchio della porta (il 70.6%). E anche il rapporto tra gol e tiri in porta è straordinario: Immobile ne segna uno ogni 2 tiri in porta! Anche altri dati la dicono lunga, sull’arsenale a disposizione di “Don Ciro”. Il numero 17 della Lazio si conferma eccellente rapace d’area, con 20 gol su 20 scoccati da dentro l’area di rigore. Prevalenza al piede destro con 14 segnature, contro 4 di sinistro e 2 di testa. Tutto questo fa di Ciro un chiaro favorito e un nuovo titolo da capocannoniere Serie A di Immobile (sarebbe il terzo, dopo quello 2013/14 e quello 2017/18 in coabitazione con Icardi). Non solo, perché un passo del genere gli garantirebbe a mani basse anche la scarpa d’oro, titolo spettante al miglior cannoniere di tutti i campionati d’Europa.

Lukaku prima alternativa

La più importante new entry del campionato è senza dubbio quella di Romelu Lukaku, nuovo ariete dell’Inter di Conte ed autore fin qui di 14 gol in 19 partite. Il belga ha già superato lo svedese Istvan Nyers come miglior debuttante di sempre in Serie A, in maglia nerazzurra. Per la cronaca era il campionato 1948-49, quello della tragedia di Superga e che vide infine l’Inter terminare al secondo posto. Big Rom ha anche un ottimo coefficiente tra tiri in porta (34) e tiri totali (47), il 72.3%, così come i tiri in porta necessari per segnare un gol (2.42). Lukaku predilige l’area di rigore (13 gol su 14), mentre la distribuzione tra sinistro e destro è molto equilibrata, con 8 gol con il piede naturale e 4 di destro (2 di testa). Il distacco dal laziale è di 6 gol, mentre la corsa con Cristiano Ronaldo è attualmente alla pari. Certo per vincere la classifica cannonieri servirà il miglior Lukaku e un’Inter sempre sul pezzo. E su entrambi i fronti, finora, possiamo dire che ci siamo.

Cristiano Ronaldo cresce: attenzione!

Cristiano Ronaldo cerca invece di riprendersi ciò che tutti gli accreditavano l’anno scorso ma poi non è stato capace di raggiungere. Le quote capocannoniere lo hanno sempre rispettato, anche quando la forma era davvero scadente. Con 9 gol nelle ultime 6 giornate CR7 si è rilanciato alla grande. La tripletta segnata al Cagliari la scorsa settimana è la prima del fuoriclasse lusitano in Serie A, mentre il rigore segnato contro la Roma dà ulteriore continuità oltre a significare il ritorno in vetta della Juventus, in solitaria. Il bottino di CR7 in campionato è ora di 14 gol in 16 partite, così distribuiti: 9 di destro, 3 di sinistro e 2 di testa. 62 i tiri scoccati, 42 dei quali finiti in porta (67.7%). Da rivedere il cinismo, anche se Cristiano è sempre stato giocatore che si cerca molte occasioni per tirare in porta, a scapito delle percentuali: ad oggi gli servono 3 tiri in porta, mediamente, per segnare un gol.

Lautaro Martinez 

La grande utilità dell’acquisto di Romelu Lukaku si palesa anche nella impetuosa crescita di rendimento del suo partner, Lautaro Martinez. “El Toro” sembrava poco più che un pesce fuor d’acqua l’anno scorso, ma quest’anno sta confermando quanto di buono si diceva di lui prima del suo arrivo dall’Argentina. Martinez ha segnato a grappoli ultimamente ed è a quota 10 in 18 partite, il che significa che la coppia ribattezzata Lu-La ha finora reso per 24 reti globali. Forse non se lo aspettavano in tantissimi, ma nella corsa al titolo di capocannoniere di Serie A c’è anche l’argentino. 

Joao Pedro, un brasiliano a Cagliari

Arrivato in Italia come trequartista-mezzala, il brasiliano ha sposato la causa rossoblù del Cagliari, seguendo i sardi in Serie B e poi trascinandoli nella risalita in A. Nel tempo si è dimostrato molto duttile e oggi, complice il grave infortunio a Pavoletti, è impiegato in pianta stabile da attaccante puro. Non a caso ha già stracciato il proprio record di gol in A (7 lo scorso anno) ed è diventato il secondo calciatore nella storia del Cagliari ad andare in doppia cifra di gol in sole 15 partite. L’altro? Un certo Gigi Riva… Le statistiche del brasiliano raccontano di un giocatore che non tira moltissimo: con 30 tiri scoccati è solo il terzo giocatore del Cagliari, dietro a Simeone e Nainggolan. Rivedibile il rapporto tra tiri in porta  tiri totali (il 56.6%), ma dall’altra parte, dalle 17 occasioni in cui ha centrato la porta sono scaturiti ben 11 gol. Praticamente Joao Pedro segna una rete ogni 1,54 tiri in porta!

Belotti: il Gallo continua a cantare 

Dopo un’annata così così, Andrea Belotti si propone con una nuova candidatura al titolo di capocannoniere. Il bomber granata è in corsa con 9 gol in 17 partite, ma la cifra dei match giocati è bugiarda perché contro l’Inter la sua partita è durata appena 10 minuti, a causa di un infortunio che lo ha poi costretto a saltare il Genoa e la Fiorentina. E anche nel rientro col Verona il Gallo ha giocato solo un quarto d’ora abbondante. All’asciutto anche contro la SPAL, il Gallo si è rifatto con una bella doppietta siglata in casa della Roma prima di fermarsi nuovamente con il Bologna.

Partenopei in crisi, Milik no!!! 

Arkadiusz Milik, bomber del Napoli. La crisi dei partenopei è nota a tutti, ma per qualche tempo il polacco è stato una autentica stampella per il Napoli, grazie ai suoi gol. Poi si è bloccato nuovamente a causa di un problema muscolare, ma è rientrato timbrando subito, un mese fa. Poi il nulla di fatto nel match con il Sassuolo, prima del gol della bandiera contro l’Inter. Il suo score rimane comunque di grande rilievo: 7 gol in 10 partite! Se il Napoli si trova in queste condizioni di classifica, di certo lui non è annoverabile tra i maggiori colpevoli.

Il dualismo colombiano della Dea

Il colombiano Zapata è ormai definitivamente maturato, è un terminale offensivo letale, autore di 6 gol in 7 match ma vittima di un infortunio muscolare patito con la maglia della sua Colombia. Un infortunio che gli è costato oltre 2 mesi di stop. Ad ogni modo, mentre tutti guardavano a Zapata come probabile candidato atalantino al titolo di capocannoniere, ecco irrompere di prepotenza tutto il talento di Luis Muriel. Il colombiano si è adattato perfettamente alla squadra di Gasperini, anche se qualche errore di troppo (come il rigore sbagliato sabato scorso con l’Inter). Tuttavia, anche si è raffreddato un po’, Muriel rimane con l’eccellente bottino di 10 gol in 17 partite.

Dzeko a corrente alternata

Da non sottovalutare anche le chance di Edin Dzeko, che però non sta mantenendo tutte le promesse di inizio stagione. Il gioco marcatamente offensivo di Fonseca dovrebbe esaltare le doti realizzative dell’esperto attaccante bosniaco, che però ha avuto qualche problema fisico e oltretutto si sta trasformando in un uomo squadra attento più all’assist che alla realizzazione personale. Rimane notevole la sua collaudata affidabilità in Serie A: ha già vinto questa classifica nel 2016/17 e può rifarlo, anche perché la mancanza della Champions League permetterà alla Roma di focalizzarsi maggiormente sul campionato. La frattura allo zigomo ha fatto perdere del tempo prezioso al bosniaco, che comunque sembra avere un po’ smarrito la vena realizzativa. Ripartito nella larga vittoria di Firenze, che lo aveva fatto arrivare a 7 gol, il bosniaco ha nuovamente steccato e la Roma ne ha perso due in fila.