Parla Calcio

Amici che qua sedete, or ora ci terrei a presentarvi un mio caro figliuolo, un pargolo appena entrato nella paideia. Un ometto dal volto sbarbato, che ritengo essere il più savio nell’anima e il più bello nel corpo tra tutti quelli che entreranno adesso da quella porta socchiusa.

Comprendo la vostra apprensione nel vedere cotale bellezza, che v’avverto potrebbe accecare la vostra ragione e indurre la vostra passione a prendere il sopravvento, ma voglio ancora soffermarmi sulle sue qualità: no, mio Calcio italiano, non sto esaltando troppo un ragazzino, anzi. Le mie parole, per quanto suadenti esse siano, non sono soltanto veritiere, ma non rendono alla perfezione questo efebo meraviglioso.

Ora bando alle ciance. Ilicic, entra qua e fatti vedere!

Nella mente di Gasperini

La porta si scostò leggermente, e un passo lievissimo, felino, si fece dinnanzi agli spettatori seduti. Un ragazzino alto, moro, dal fisico scolpito come se fosse una statua di Fidia, entrò nella stanza e splendette come il sole splende nell’alto cielo. Onorare una tale bellezza a parole, era compito assai arduo. E su questo aveva avuto assolutamente ragione. Ma la purezza interiore era tutta da dimostrare. Per questo adoperai subito la mia mente per capire cosa nascondeva il ragazzo. Perché sicuramente era un qualcosa di straordinario, che però aveva bisogno di una cura maniacale, che gli permettesse di non cadere nella totale depressione calcistica. Questa era una mia grande paura, dato che di questi giovinetti oggigiorno ne vengono sprecati a migliaia: un esercito di ignari, incapaci ancora di intendere e di volere, deboli per un mondo spietato tanto quanto lo sono state le Termopili con i soldati di Leonida.

Parla Calcio

Or ora miei cari, avete mai visto cotanta magnificenza in una sola figura umana? Gasperini, mio carissimo amico, ho visto il tuo guardo di stupore. T’aveva predetto tutto, e come ben sai, dato che mi conosci da tempo, io non so mentire. Coloro che mi usano, mentono. Ma io sono purezza, tanto questo giovinetto. Ma non è tempo di venerare la mia figura, amici, piuttosto guardate costui!

Parla Calcio italiano

Avvicinato ragazzo, e mostrati a me! Behì, bello sei bello, magnifico, degno degli dei, eppure dov’è il muscolo che dona vigore, la forza? Dov’è quel fisico statuario, quella bellezza guerriera che in questo periodo dovrebbe servire il nostro Paese? Sarai pur bello, ma con quel fisico da attore non andrai da nessuna parte ragazzo mio. Dai, scostati un secondo che c’è quell’altro giovincello tarchiato esattamente dietro di te.

Nella mente di Gasperini

Ilicic abbassa la testa, e una lacrima riga il suo dolce viso, mentre dalle sue labbra non escono che frasi senza senso. Non parla la nostra lingua, o forse non solo la nostra, a quanto pare.


Parla Calcio italiano

Dunque sei pure debole di tempra, ragazzo? Calcio, riportalo dove devono stare quelli come lui. Con le donne, a tessere al telaio, o a badare alle greggi, se anche quelle non lo spaventano!


Parla Calcio

Calcio italiano, chiudi la bocca e lascia passare il ragazzo! Sicuramente c’è chi apprezza di più la bellezza rispetto a te, che tanto pretendi da me, che tanto piangi, ben più del ragazzo, inginocchiato davanti a me, succube di una tua mancanza. Uomini qui presenti, saggiate la bontà del ragazzo! Le sue lacrime, arrivate dopo l’offesa di un prepotente, sono segnale di grande bontà d’animo, di quella che definirei un’acerba temperanza. Non ha reagito con la violenza, ma con la compassione di chi sa di essere superiore alla rozza ignoranza. E poi ha talento... per Zeus, quanto talento!

 

Parla Calcio sloveno

Vieni nel tuo porto sicuro, che ti allontana dalla tempesta e ti permette di riposarti, ondeggiando mestamente in acque tranquille. Ma un giorno, ragazzo, quando sarai pronto a fargliela pagare a Calcio italiano, io sarà in prima linea, come Leonida lo Spartano, a difendere il tuo talento e la tua temperanza. Io ti accompagnerò in questo percorso di crescita, e prometto qui, davanti a tutti voi, di non farti lasciare il mio porto fino a che il primo pelo non ti sarà spuntato sulla tua morbida guancia. Ora, miei amati amici, desidererei levare il disturbo con questo giovine. Se me lo permetti, Calcio.


Parla Calcio

Vedi Calcio italiano, che c’è qualcuno dotato di un palato raffinatissimo, non come il tuo, mangiatore di grano! Eppure non mi sarei mai aspettato, Calcio sloveno, un simile calore...ben venga, il ragazzo è tuo. Ricordati di pagarmi le due dracme entro fine mese.

 

Nella mente di Gasperini

Stolti! Voi non avete capito assolutamente nulla di quel ragazzo! Vecchi dalla schiena rattrappita, solo alla voluttuosità dell’aspetto sapete sottostare, e non vedete null’altro. Altro che per temperanza l’hai scelto, mercante illirico. Una perla, per quanto magnificamente luminosa possa essere, non ha valore se incastonata in un anello di infima qualità. Presto lo capirai.

 

Qualche anno dopo, Ilicic e il suo maestro ritornano al banchetto, che è proseguito quasi ininterrottamente. Calcio italiano, ingozzatosi ogni giorno di cinghiale cacciato sui monti della barbara Macedonia, riposa al suo posto. Calcio se ne sta seduto al centro, come un tiranno che impone una democrazia tanto fasulla quanto veritiera. Gasperini, in disparte, sorseggia silenzioso del vino, da una coppa d’argilla mesopotamica. Due nuovi ospiti sono presenti al banchetto: Palermo e Fiorentina, nipoti di Calcio italiano. Loro se ne stanno seduti accanto al loro zio, che però sdegnano con eleganza, mentre disquisiscono fra di loro di dottrine filosofiche: Anassimandro, Eraclito, Gorgia...

 

Parla Calcio

O figliolo mio carissimo! Vieni qui ad abbracciarmi! Che possente che sei diventato, come un nuovo Eracle... il pais che ho lasciato a te, Calcio sloveno, è diventato un aner, muscoloso e prestante... l’imberbe cerbiatto è cresciuto, e ora può correre libero sulle colline dell’Epiro, invincibile alle frecce, imprendibile ai molossi. Ilicic, sei un uomo, da oggi.

 

Parla Ilicic

Padre... padre, non sai quanto il mio cuore gioisce alla vista della tua sagoma umana. Temevo che morissi, che non ci fossi più, perso nello scorrere infinito del tempo, che come un fiume non ripassa mai due volte, benché mosso dalle medesime correnti. Come sei stato in questi anni, senza tuo figlio?

 

Parla Calcio

Orsù, non sono stati anni duri, non angosciarti... una relativa pace v’è stata. L’Inter, serena come una sirena sul suo scoglio, domina il campionato, mentre le altre inseguono a distanza, senza riuscire minimamente ad avvicinarsi. Ecco, in Inghilterra il disordine, l’anarchia regna sovrana, ma è un piacere per gli occhi: vedessi quelle magie, quelle serate turbolenti, quelle ultime giornate che non ti lasciano respirare, se non con affanno. In Germania qualcuno ha spodestato il re, ma per poco: è tornato di prepotenza. Purtroppo vi sono dei campionati tranquilli per natura, e ve ne sono altri anarchici per natura: alla fine, a decretare ciò, è la stessa mentalità della popolazione. Da una parte si vive per il divertimento, dall’altra per la vittoria.

Ciò che sta più caro a me, il gioco, non sussiste che nel divertimento... ma purtroppo si sta perdendo il senno. Orsù, non mi dilungherò oltre per non annoiare il mio figliolo appena tornato.

E tu come stai? Come t’ha trattato Calcio sloveno? Un capello fuori posto ed io farò tutto ciò che è in mio potere per…!

 

Parla Calcio sloveno

Caro Calcio, non adirarti un attimo di più e concedimi di parlare: tuo figlio è cresciuto forte e sano, allevato sui pascoli del monte Elicona, sacro ad Apollo, pascendo greggi sacre. Sul campo ha dato prova di aver un grande talento, nascosto e sacro, per cui abbiamo chiesto ad Apollo di indicare la via. Lui ha preso in mano la cetra, ha cominciato un canto sacro che finiva così “Or vai per la via del Ciclope accecato/gioca la tua partita alle pendici del suo monte” e noi abbiamo capito che il fato aveva tessuto le sue trame. Ora siamo qui, Calcio, per discutere con gli altri due commensali, cari Palermo e Fiorentina. Se non ci disturbi…

 

Parla Calcio

Fermo! Il figlio è mio e parlo io con quei due filosofi…

 

Parla Calcio sloveno

Anche i soldi sono miei, caro Calcio. 2 dracme al mese per 7 anni fanno 98 dracme, che sono state ampiamente ripagate dal mio lavoro. Ora tuo figlio è un guerriero dalla folta barba, nobile d’animo e d’aspetto. In più t’aspetta un rincaro di un mezzo del doppio del valore totale per la parola di Apollo.

 

Parla Calcio

Tieni i tuoi i soldi e vattene ora! Il tuo compito è finito, non funestare la mia vita con la tua presenza...dai, ora vieni qua Ilicic, andiamo a parlare con i nipoti di quel maiale di Calcio italiano.

 

Nella mente di Gasperini

Vedo Calcio sloveno allontanarsi sogghignando, con il suo bel gruzzolo di soldi scintillanti in mano. Nessuno dei commensali sembra prestarci troppa attenzione, eppure anche Calcio sogghigna, come se fosse stato pervaso da un sentimento malvagio, da mercante fenicio. Ma non è giusto, per Zeus, il commercio del talento, di un ragazzo tanto nobile e temperante, tanto bello oltretutto... dovrei fermare questa violenza inaudita, eppure qualcosa mi trattiene. Il tempo mi schiarirà le offuscate idee.

 

Parla Calcio italiano

Guardalo qua il nostra ballerino muscoloso! Ti ha fatto bene prendere cultura con l’illirico?

 

Parla Ilicic

Ora taci e lasciami parlare con i tuoi nipoti, Calcio italiano. Son passati anni interi, ma quelle tue parole sono scolpite nel mio animo di roccia, come un’epigrafe senza tempo. E la roccia non dimentica se non con la pioggia, ma sappi che la mia è solida come una colonna di quelle che sorreggono l’isola di Sicilia.

 

Nella mente di Gasperini

No, Ilicic, no. Tu non sei roccia, ma argilla cotta il giusto per sembrare roccia. Lo capisco dal tuo passo, che ha delle minimi incertezze, e dal tuo sguardo, irrequieto come quello di un cerbiatto in trappola. No, non sei ancora un uomo, come millantano questi uomini da poco, che non vogliono il tuo bene, ragazzo. Fai la scelta giusta, come il cuore ti comanda.

Parlano Palermo e Fiorentina

Guarda che bel giovine, che bell’aspirante campione ch’abbiamo qua. Or bene, Calcio, presentaci il tuo amato figliolo, e noi decideremo se è bene prenderci cura del suo animo, prima che del suo talento, che crediamo essere molto. Almeno, il passo leggiadro ci sembra indicare questo, e poi ciò che occhio non vede, cuore percepisce.

 

Parla Calcio

Questo è Ilicic, uno dei miei figli più prodigiosi: ammirate le magnifiche gambe, lunghe e possenti tanto quanto le sue braccia, forti, e il suo tronco, resistente come quello d’una quercia. Il suo passo rapido è degno d’un cervo, mentre il suo dribbling è più devastante d’un carro falcato. Poi arriva il miele nel vino...il tiro, degno d’uno scocco d’Apollo divino, saettante come il fulmine di Zeus egioco.

Io ve lo potrei consegnare, per continuare la sua formazione, questa volta nell’animo. Eppure, ciò comporterà il suo definitivo allontanamento da te, se lui vorrà.

 

Nella mente di Gasperini

Scegli bene ragazzo... scegli il tuo IDEALE!

 

Parla Ilicic

Verrò con voi, Palermo e Fiorentina. Introducetemi lì dove vuole Apollo divino, mostratemi ciò che ancora non so. Portatemi lì dove Calcio italiano, vostro zio, non volle portarmi. Vi dimostrerò che si sbagliava, che il mio talento esile è diventato forte come una quercia, e che il mio animo insicuro è oggi come quello di Ulisse, multiforme e senza alcuna paura.

 

Parlano Palermo e Fiorentina

Ti siamo estremamente grati Ilicic, del tuo interesse verso di noi. Ora viene, e saluta il padre magnificio che ti ha portato fino a qua.

Ilicic e Calcio si abbracciano, e sulla guancia del ragazzo spunta un dolce ruscello, che calmo si riversa dal mare di emozioni che ha al suo interno. Calcio, nel frattempo, in uno sguardo di malefica complicità, chiede i soldi che gli devono per il suo ragazzo. I due indicano un sacchetto. Calcio dà il suo assenso con un movimento del capo impercettibile, che Gasperini scorge.

 

Nella mente di Gasperini

O figliuola, cos’hai fatto? Per quale motivo? Ma non temere, io ti riporterò da me, da noi, nel nostro mondo puro, senza quello sporco denaro. Com’è possibile che tu sia stato venduto per così poco, ad un calcio che non apprezza il talento, ma la mera vittoria? Questa è la vittoria di Calcio italiano, benché quei due nipoti appaiano completamente diversi. Stesso sangue scorre nelle loro vene, stesse idee nella loro mente. Un unico corpo con sei braccia e tre menti. E la vittoria come un unico obbiettivo.

Talento, o Talento, perché non proteggi il tuo unico, grande figlio? Sono in pochi come lui, credimi...io lo so, ma sembro l’unico qui.

 

Passano alcuni anni, che Ilicic trascorre con i due filosofi: il suo fisico e le sue prestazioni si fanno terribilmente interessanti, ma è incostante, non dà continuità a quel talento incredibile che aveva mostrato con Calcio sloveno. Una stagione da Olimpo, l’altra da Tartaro: difficile vederlo sulla cresta dell’onda per più tempo. La sua strada si è incrociata con Gasperini una volta, e sono bastati pochi mesi per vedere tutto il suo talento, enorme e segreto: ma Palermo, mente di mercante, l’ha mandato via prima che potesse esser fatta giustizia, e lui se n’è ritornato mestamente a quel banchetto, in cui nemmeno Gasperini in persona sa cosa ci faccia. Eppure tant’è.

Un giorno Ilicic torna, sdegnato dal comportamento irriconoscente di Fiorentina: prima era provato ad andare da Sampdoria, filosofo del cuore, con cui però v’è stato un malinteso irrisolvibile. E quindi, senza meta ne maestro, ha deciso di ormeggiare in un posto sicuro, ovvero il banchetto del padre, non sapendo di essere stato svenduto per soldi proprio da lui.

 

Parla Calcio

Figlio mio carissimo, cosa t’hanno fatto quei maledetti? Possa io saperlo per vendicarmi, per Zeus…!

 

Parla Ilicic

Dal mio amato Palermo, padre, m’ha portato via un zampuragano ed io non ho resistito, e come un ramoscello sono fuggito libero, ma senza meta. Fiorentina m’ha lasciato andare, padre, m’ha lasciato andare come una foglia al vento, senza degnarmi d’un ringraziamento per quello che avevo fatto. Ora il mio cuore piange, e nemmeno Sampdoria, che tu di certo conosci, ha potuto rimetterlo insieme come un abile medico rimette assieme le carni tagliate dal ferro. Ora sono qui, nel mio porto sicuro, a cercare ciò che è bene per il mio talento padre, comprendi?

 

Parla Calcio

Certo comprendo, ma non è da uomo questo comportamento…

 

Interviene e sbotta Gasperini

Adesso smettila Calcio, padre ignobile d’un giovine tanto amabile! Smettila di toccare gli anelli deboli della catena, quelli forgiati con poca attenzione da Efesto, e cerca di chiamarlo in tuo soccorso per ripararli! Lo sporco denaro, sì, quello a cui Calcio sloveno sembrava attaccato oltre ogni misura. E sì, ci è attaccato, ma non ha mai fatto nulla per nasconderlo, come invece hai fatto tu, viscido vecchio! Dov’è finito quel Calcio che tanto disquisiva e collaborava con Talento? L’uno creava, l’altro forgiava.

Ma no, il denaro ha divorato anche te, e ora non sei altro che un divoratore di doni, stolto tanto quanto lo era stato Perse. Talento ora se ne sta lontano, rifugiato nelle steppe della Pannonia, lontana, grigia. Ma sempre meno funesta della tua condotta, sporca.

Cosa sei diventato, Calcio? Peggio di quel barbaro acculturato di Calcio italiano, che almeno non si nasconde dietro ad una maschera di fumo menzognero.

Ora tuo figlio viene con me, che tu lo voglia o meno. Gli hai dato libertà nel momento giusto, e ora gliela darò io, la libertà, di potersi finalmente esprimere per quello che merita. Hai venduto tuo figlio, venduto per pochi soldi, come si fa con uno schiavo...te ne rendi conto?

 

Calcio ammutolisce, sbianca in volto e cade come corpo morte cade, senza rumore alcuno, come se fosse un’ombra dannata per l’eternità.

 

Parla Ilicic

Maestro…

Il ragazzo scoppia a piangere: un pianto liberatorio, di un Prometeo che si è finalmente liberato dalle catene del denaro, create per “salvaguardare” il suo talento. Gasperini gli si avvicina, lo stringe in un abbraccio, lo incatena a sé. Ma sono catena agathoi (buone), catene che lo condurranno lontano.

Oggi, quel giovane ragazzo, forte come una quercia ma fragile come un diamante, gioca con Gasperini: le catene che lo legano a lui sono forti, invincibili, ma gli hanno permesso di esprimere il suo talento. E intanto proteggono il suo animo fragile, a cui le critiche non hanno mai fatto bene.

Oggi, quel giovane ragazzo, che ormai è un uomo, è il fenomeno che ha segnato 4 gol in Champions League.

Oggi, quel giovane ragazzo, è Josip Ilicic, il giocatore dal talento più cristallino di tutta la Serie A. E Calcio italiano ha incassato una sonora sconfitta.

 

Federicoz

 

 

L’opera è liberamente ispirata al Carmide di Platone, ma contiene varie citazioni delle epoche e degli autori più disparati. Per eventuali domande o critiche, che sono sempre ben accette, vi invito a commentare. Grazie di cuore a tutti!

E state a casa. Oggi come domani. Magari con questo articolo sono riuscito a dissuadervi dall’uscire.