Lunedì 6 luglio il 2-2 tra la matricola Heidenheim e il Werder Brema, la squadra con più presenze in Bundesliga (56), ha chiuso definitivamente la stagione 2019/20. Decretando a fronte dello 0-0 dell’andata, in virtù dei goal in trasferta, la salvezza dei più quotati bianco verdi.

Le aspettative
Per i Die Werderaner, in dialetto locale “quelli dell’isolotto sul fiume”, visto che proprio su uno spicchio di terra del fiume Weser i fondatori del club avevano cominciato a giocare, è stata l’annata più difficile degli ultimi decenni. E dire che le premesse erano buone. La società è tra le più forti e solide della Bundesliga, con uno stadio di proprietà all’avanguardia. In panchina viene confermato Florian Kohfeldt, uomo società stimato dai tifosi, proveniente dalle giovanili. Ha preso la squadra in corso nel 2017 conducendola ad una brillante salvezza. L’anno successivo sfiora l’Europa classificandosi all’ottavo posto e quest’anno era chiamato a confermare il definitivo salto di qualità che desse continuo al ben fatto del campionato precedente. Allo zoccolo duro formato da Eggestein, Augustinsson, Klaassen, Pavlenka e Veljković, orfano della bandiera Kruse volato in Turchia, vengono acquistati tra gli altri i difensori Friedl e Vogt (gennaio), il trequartista Bittencourt e le punte Selke (gennaio) e Fullkrug il cui infortunio al ginocchio ne ha minato l’intera stagione. A loro vanno aggiunte le aspettative delle definitive esplosioni di Rashica e Sargent.

La stagione 
Si parte subito male con soli 10 punti nelle prime 11 giornate. Per arrivare alla fine del girone di andata chiuso al penultimo posto.Problema dovuto anche ai troppi infortuni subiti dai ragazzi di Kohfeldt, sopratutto nella prima parte del campionato con ben 14 elementi in infermeria. Il post Covid non va meglio con 13 punti conquistati, ma grazie al 6-1 sul Colonia nell’ultima giornata e il suicidio del Düsseldorf tre pareggi nei sei match restanti, conquista lo spareggio salvezza contro l’Heidenheim. Chiudendo al terzultimo posto in classifica con 31 punti di cui solo 9 conquistati in casa. La prima partita al Weserstadion termina 0-0 senza grosse emozioni con i padroni di casa rimasti in 10 per l’espulsione di Moisander. Al ritorno il Werder Brema più vivace dalla prima, trova quella fortuna che non ha avuto per tutta la stagione, passando in vantaggio grazie ad uno spettacolare autogoal di Theuerkauf, chiude il conto un tiro al volo di Augustinsson che rende nulla la doppietta di Kleindienst. Facendo felici i suoi tifosi, di cui una cinquantina hanno fatto incursione nello stadio ospite prontamente ricacciati dopo qualche minuto dal servizio di sicurezza. Comunque per loro quest’anno l’unica magra consolazione è stata la mancata promozione degli acerrimi rivali dell’Amburgo rimasti ancora nella Zweite.

Il futuro
A pagare per tutti per il prossimo anno dovrebbe essere il direttore Baumann reo di un mercato poco entusiasmante e di aver allestito una rosa non all’altezza da colmare le lacune provocate dai continui infortuni. L’allenatore dovrebbe rimanere al suo posto. Mentre torneranno alle loro squadre di appartenenza i prestiti di Vogt, Selke e Bittencourt. Il cileno Pizarro da il suo addio al calcio giocato a 41 anni. Si valutano le offerte per i tre gioielli Pavlenka, Rashica e Veljković (su quest’ultimo c’è anche il Milan di Rangnick), richiesti da tutta Europa. Da qui si porranno le basi per uno svecchiamento della rosa e tentare di ripartire per tornare ad i fasti di un tempo.