Le amichevoli precampionato servono a dare indicazioni, provare schemi, testare la messa a punto della propria scuderia e valutare dettagliatamente ogni minimo particolare per non lasciare nulla al caso durante il corso della stagione. La Juventus, come altre grandi squadre, è impegnata nell'International Champions Cup. Partite di blasone. Gare nelle quali l'alone del merchandising e del marketing iniziale lascia, poi, spazio al campo ed alle giocate dei protagonisti in questione. 

Lo sanno bene i bianconeri che, durante questa tourneè, stanno ammirando le geste di giovani capaci di prendersi la ribalta mediatica per effetto di prestazioni e gol da veterani consumati. La doppietta di Favilli contro il Bayern Monaco e la fantastica rete di Clemenza (entrambi classe '97) hanno dato più di un piacere a Massimiliano Allegri, sempre molto attento e con un grosso credo calcistico in favore delle giovani leve.

Ma c'è anche chi alla Juve ci è appena arrivato attraverso un percorso fatto di sali e scendi e che ora, all'età di quasi 26 anni, crede che sia il momento di sfoderare tutto il proprio valore. Stiamo parlando di Mattia Perin. Il ragazzo, qualche mese fa, non ha avuto alcuna esitazione di scegliere la Vecchia Signora nonostante lo scettro del dopo Buffon sia giunto nei guantoni di Szczesny. 

Prodotto del vivaio del Genoa con il quale ha collezionato quasi 150 presenze, Perin ha fin dai primi anni di carriera subito la pesante etichetta di erede di Buffon. Un decennio di portieri hanno subito la stessa sorte, purtroppo. Un'eredità troppo grande. Dai vari Mirante, Consigli, Viviano, Scuffet fino ad arrivare anche a Gigio Donnarumma per il momento.

Un Maradona della porta che ha finito con il rendere 'normali' gente che di talento ne ha e ne aveva. Un paragone che ha schiacciato una generazione di portieri a causa di una classe inarrivabile. Ma a tutto questo si può porre rimedio? Si spera. Perchè la Nazionale ha bisogno di identificarsi in un altro numero 1 capace di fare quello che faceva Gigi. E anche la Juventus ne ha assoluto bisogno.

E allora poco importa se, a detta di Allegri, l'uomo inizilmente designato a prenderne il posto nei bianconeri sia Szczesny. Poco importa se le partite assicurate del tecnico a favore del neo acquisto Perin siano almeno 15 su un totale tra le 50 e 60 gare stagionali. 

Il buon Mattia vuole sorprendere se stesso e i tifosi. Sa che non può e deve sbagliare nulla perchè la competitività è altissima. Ma dal momento in cui ha deciso di sposare la causa juventina il pensiero, molto presumibilmente, è stato molto più alto che la sola competizione con il suo collega polacco.

La meta è quella di capire cosa è stato Buffon, cosa è rappresentato in tutti questi anni alla Juve. Coglierne il valore, l'essenza da chi ha vinto con lui. Ma che la sua presenza non ci sia può, però, paradossalmente esserne un beneficio per Perin. Il confronto può sembrare meno diretto, più tenue. Viverne il contesto senza un continuo confronto diretto potrà aiutare ad alleggerire corpo e mente del ragazzo ex Genoa. Emularlo non sarà facile. Ma l'opportunità era di quelle da prendere al volo.

Perchè alla Juventus è rimasto ancora e solo un vice Buffon. E questo Perin lo sa bene.