Cairo e Preziosi si lamentano del mancato utilizzo del VAR ed hanno ragione. La Lazio si lamenta del VAR perché è stato utilizzato ed ha anch'essa ragione.

Perché il VAR ha eticamente torto anche quando ha tecnicamente ragione, essendo uno strumento intrinsecamente immorale. Il VAR infatti se non è utilizzato è inutile, se è utilizzato è nefasto a causa della sua odiosa, glaciale scientificità. Il VAR uccide il calcio perché l'arte pallonara è gesto estetico, emotività, entusiasmo, parla alle viscere e non alla testa e non è una scienza esatta che si può misurare, valutare e pesare. Nel calcio 2+2 non sempre fa 4, qualche volta fa 3, 5 o anche 0. Annullare un gol perché un giocatore è in fuorigioco di due millimetri o perché lo è un giocatore che non ha nemmeno sfiorato la palla è una violenza contro la gioia, la salutare gioia di vivere che esplode dopo una rete.

Di più: se il VAR dovesse essere usato alla lettera, tutti i goal dovrebbero essere annullati, perché un fallo o un'infrazione del regolamento prima di un'azione vincente c'è sempre. Se si dovesse ricorrere al VAR pedissequamente tutte le partite finirebbero zero a zero e il calcio da arte si trasformerebbe in pratica amministrativa, più noioso di una seduta del comitato centrale del PCUS o di un procedimento burocratico da Unione Sovietica anni Cinquanta.

Il VAR è come la UE che legifera sullo spessore minimo della suola delle scarpe, ma non coglie la poesia, la bellezza e il significato simbolico di una suola logora perché vissuta. Annullare un gran goal per via di un fuorigioco millimetrico è come buttare la Gioconda in discarica perché contiene una lieve imperfezione o gettare in pattumiera una torta monumentale perché i bignè non hanno tutti la stessa circonferenza.

Abbiamo scherzato? Sì, ma fino a un certo punto: aboliamo il VAR e facciamola finita!